PREVENZIONE E SICUREZZA SUI LUOGHI DI LAVORO:

PER LA ASL 3 DI MONZA NON E’ PIU’ NECESSARIA

“E’ gravissima e stupefacente la decisione della ASL 3 di Monza di licenziare 13 tecnici della prevenzione. Questo fatto avrà delle ripercussioni molto pesanti sulla salute delle migliaia di lavoratori che operano nelle, ormai numerosissime, piccole e medie imprese del territorio della Brianza”.

Così Gianni Confalonieri, Capogruppo di Rifondazione Comunista, commenta l’intenzione della Direzione della ASL 3 di non rinnovare il contratto di lavoro a tempo determinato per 13 tecnici della prevenzione, assunti nel 1999 a seguito di un protocollo d’intesa con le Organizzazioni Sindacali e in coerenza con il Progetto Obiettivo Prevenzione e Sicurezza nei luoghi di lavoro in Regione Lombardia.

Contro questa decisione Rifondazione Comunista ha presentato una Mozione urgente in Consiglio regionale, sottoscritta anche dagli esponenti del Centro-sinistra, in cui si chiede alla Giunta di intervenire presso la ASL di Monza perché non dia seguito a questa riduzione.

Secondo il Capogruppo di Rifondazione, ma anche secondo quanto denunciato da CGIL-CISL-UIL, il mancato rinnovo di 13 lavoratori porterebbe a 22 unità il personale tecnico dell’Unità Operativa PSAL (prevenzione sicurezza ambiente lavoro), con una conseguente riduzione dei controlli e degli interventi nei luoghi di lavoro, in un territorio che negli ultimi anni ha registrato un pesante aumento degli incidenti sui luoghi di lavoro.

Secondo Confalonieri, inoltre, l’intera vicenda è particolarmente scandalosa in quanto la ASL 3 ha investito ingenti risorse economiche, tutti soldi pubblici,  per formare con corsi di formazione questi 13 tecnici.

“Infine – conclude Confalonieri -  questa è un ennesima dimostrazione delle menzogne raccontate da Formigoni e dall’Assessore Borsani, secondo i quali l’applicazione del Piano Socio Sanitario, che taglia i fondi delle ASL,  non avrebbe avuto nessuna conseguenza sulla prevenzione”.

Tiziana Saporito
Milano, 5 giugno 2002