"No Logo" è il titolo di un libro di successo della giornalista canadese
"no-global" Naomi Klein, dove tra le altre cose si denuncia l'invadenza delle
sponsorizzazioni mercantili nel campo scolastico.
Ma il Ministro Moratti deve aver pensato che se un "no-global" la pensa così,
è giusto per chi sta dall'altra parte fare l'esatto contrario. Così nei giorni
scorsi ci ha fornito l'esempio della scuola che potremmo ben chiamare "Sì
Logo" .
La signora ministra ha infatti affidato la propaganda, pardon, la comunicazione
della sua controriforma alla stampa. In particolare l'ha affidata al settimanale
Donna Moderna, della casa editrice Mondadori, di proprietà del Presidente
del Consiglio Berlusconi, in un opuscolo con una prorompente pubblicità Coin,
fatta di improbabili bimbi biondi dai vestiti griffati, il look della nuova
scuola, evidentemente.
Già così la cosa in sé potrebbe porre qualche problema.
Chi ha pagato per questa propaganda? Sono forse andati lì una parte del 13
milioni di euro stanziati alcuni giorni fa per la comunicazione? In questo
caso un ministero del governo Berlusconi, il MIUR, avrebbe pagato un'azienda
di Berlusconi, la tipografia Mondadori di Verona, perché stampasse il verbo
della scuola di Berlusconi per diffonderlo attraverso un settimanale di Berlusconi,
la rivista Donna Moderna. Insomma non solo Berlusconi " se la canta e se la
sòna", come dicono a Roma, ma si potrebbe dire che il conflitto di interessi
è arrivato anche nella scuola, dal momento che le commesse sono alle proprie
tipografie e alle proprie pubblicazioni.
Ma non è solo questo fatto, pur rilevante, che merita attenzione.
Il fatto è che il testo in questione contiene bugie e non solo.
Contiene anche alcune verità, ahimè amare, che però serviranno ad aprire gli
occhi a chi ancora non lo avesse fatto.
La prima bugia è già nell'introduzione:
"Il primo giorno di scuola quest'anno avrà un sapore tutto particolare. Studenti e famiglie si preparano a vivere l'inizio della riforma dell'istruzione (...) Gli alunni che conosceranno da vicino -tra qualche giorno- la scuola del futuro sono quelli della prima e della seconda elementare. Tutti gli altri dovranno aspettare ancora un po'..."
Balle! Tutti sanno che riforma non parte quest'anno, il decreto attuativo è appena uscito, ad anno scolastico iniziato, e perciò la partenza è come minimo rinviata all'anno prossimo. Ma non finisce qui. Per l'opuscolo la scuola materna prima si chiamava scuola materna con la riforma si chiamerà scuola dell'infanzia, dimenticando che la denominazione scuola dell'infanzia era già stata introdotta dalla legge 30/2000, la cosiddetta riforma Berlinguer, che invece il testo della controriforma Moratti ( legge 53/2003) ha abrogato. Per la scuola elementare si dice:
"Fino ad oggi l'insegnamento della lingua straniera era facoltativo: ogni istituto decideva se inserirlo o no nei programmi didattici".
Altra balla colossale. L'insegnamento della lingua straniera era in realtà limitato dalle risorse, ma esso era di ordinamento a partire dalla terza, era facoltativo in prima e seconda, dove era arrivato al 40%. Ma il contesto in cui l'affermazione si pone lascia intendere che era facoltativo tout court. Per la scuola media la grande novità sarà la denominazione di scuola secondaria di primo grado, dimenticando che questa denominazione era già presente anche nella normativa ordinamentale precedente, accanto al più diffuso "scuola media". Ma la cosa più gustosa su cui l'opuscolo si sofferma è la reintroduzione del voto in condotta, che farà media con gli altri voti, si sottolinea, a differenza di prima, quando il 7 poteva comportare bocciatura, dimenticando però che il voto di condotta era già stato abolito. Per la scuola secondaria superiore si dice:
"Ci saranno gli istituti di istruzione e formazione professionale, con 10 aree di studio."
In realtà non si dice che questi saranno fuori dalle competenze ministeriali e affidati alle regioni. Inoltre le dieci aree di studio non sono ancora definite da nessuna norma di legge, e quindi si promette la pelle dell'orso prima di averlo preso.
Ma non si può dire veramente se siano peggio le bugie o le verità, amare, contenute nell'opuscolo. Prima fra tutte vi è una rivendicazione di tradizionalismo che tradisce subito la natura conservatrice del progetto. Dice infatti la sottosegretaria Aprea:
"La formazione culturale tradizionale (la lingua italiana, la grammatica, il latino già nella scuola media) verrà rafforzata"
Già! Tornerà il latino nella scuola media. Se ci fossero dubbi Bertagna ci spiega anche come:
"Le prescrizioni alle superiori si fanno a gennaio. Quindi, se lo studente ha deciso di andare al liceo classico, fino alla fine dell'anno approfondirà lo studio del latino. Se invece ha scelto la formazione professionale, farà attività di laboratorio."
Insomma a denunciare la canalizzazione nella secondaria superiore siamo stati degli inguaribili ottimisti. Inizierà alle medie, almeno nell'intenzione di chi ci sta preparando il "pacco". Così come nell'elementare avremo il ritorno al maestro unico:
"Per il bambino ( e quindi anche per la famiglia) ci sarà un solo maestro di riferimento: il tutor. Sarà lui a insegnare le materie fondamentali come l'italiano, la storia, la geografia e la matematica. E sarà lui a coordinare il lavoro degli altri maestri che si occuperanno dei laboratori ( linguistico, artistico, delle attività motorie ecc.)."
Persino l'aggettivo prevalente impallidisce di fronte ad una simile affermazione, degna del primo comandamento. E l'esame ex di licenza media, il primo che il ragazzo affronterà, vista l'abolizione dell'esame di quinta elementare, diventa un vero e proprio test fondato, oltre che sul curriculum scolastico e delle prove scritte e orali valutate dai professori, anche su:
"un'altra prova nazionale. Che verrà giudicata dall'Invalsi. Questa è una struttura che avrà anche il compito di esaminare la qualità dell'intero sistema scolastico, mettendo a confronto i risultati degli esami dei tutte le scuole italiane."
Insomma gli studenti in ansia di fronte ad un esame usati come cavie per
le inchieste nazionali e il metodo della comparazione tra i risultati degli
alunni per giudicare la qualità delle singole scuole. Infine la secondaria
superiore divisa tra i licei statali e gli istituti, l'opuscolo li chiama
così, vale a dire la formazione professionale, regionali, ma questo l'opuscolo
non lo dice.
Ci dice però quali sono le aree di indirizzo che lì saranno raccolte: agricolo-ambientale,
tessile-moda, meccanico, chimico-biologico, grafico-multimediale, elettrico-elettronico-informatico,
edile e del territorio, turistico-alberghiero, aziendale-amministrativo, sociale-sanitario.
Come era prevedibile il settore professionale affidato alle regioni coprirà
tutta la gamma dell'offerta oggi fornita non solo dai professionali ma anche
dai tecnici, vale dire quella che attira oggi più di tue terzi dell'utenza
e utilizza altrettanta parte dell'organico. Un bel modo per scaricare la patata
bollente alle regioni e sgravare lo stato da spese e incombenze, senza però
fare i conti con il modo in cui si orienterà la domanda nella nuova situazione.