Mazda Palace - 30 settembre 2004

Scuola pubblica mon amour

Si è avviata una mobilitazione, che promette guai per la Moratti ed il suo governo e riflessioni impegnative per un centrosinistra

Scuola pubblica mon amour

E' partito bene il movimento contro la riforma Moratti, con eventi come quello del Mazda palace di Milano, che ha coinvolto circa diecimila persone in una festa / protesta / assemblea, chiamata "Scuola pubblica mon amour". Una definizione che dice moltissimo sull'idea di scuola che i suoi promotori coltivano con passione e sicuramente praticano quotidianamente. Scuola pubblica un luogo d'incontro, dove realizzare quell'integrazione tra persone e culture che rappresenta la grande sfida della civiltà contro la barbarie. Non è un caso che il tema della pace faccia da sfondo a questa come ad altre iniziative di questi giorni in molte parti d'Italia, per avviare una mobilitazione, che promette guai per la Moratti ed il suo governo e riflessioni impegnative per un centrosinistra propenso più alla metafisica del politicismo che all'aderenza con le istanze sociali più urgenti.

Questo movimento, che per l'anno scolastico 2004/2005 già presenta una maggiore politicizzazione, nel senso di una sua più robusta soggettività ed autonomia, non si limita a porre domande, ma sembra in grado di offrire risposte persino nel linguaggio che usa, così vicino alle persone reali, fatte di carne e sentimenti e completamente estranee alle logiche dei ceti politici attenti solo alla loro riproduzione. Milano, Genova, Bologna, Roma... avanposti di una mobilitazione simbolicamente espressa il primo di ottobre, a ricordare quella data unica d'inizio dell'anno scolastico da Trento a Nuoro, che sottolineava, fino a non molti anni or sono, come la scuola della Repubblica, dovesse offrire ovunque diritto allo studio a tutti e tutte.

Tempi recenti, ma lontanissimi per tutto ciò che è passato in termini di riduzione di quei diritti. Perciò primo ottobre 2004 decine, centinaia d'iniziative di vario genere, dalle feste proteste, ai volantinaggi, alle assemblee, a cenni di coinvolgimento degli studenti delle scuole superiori, quello che è mancato lo scorso anno e potremmo recuperare ora, anche alla luce delle condizioni sempre più drammatiche in cui versa quest'ordine di scuole, dove il caos materiale e persino morale sembra regnare sovrano.

Non saranno certo le bugie melense della Moratti a nascondere il livello di degrado al quale siamo arrivati e che potrebbe persino aggravarsi in presenza dei futuri tagli, previsti dalla finanziaria. Come sempre, all'acutizzazione dei problemi materiali si aggiungono disagi che coinvolgono altre sfere, ed ecco che l'insicurezza prodotta dalla guerra in Iraq si lega naturalmente all'incertezza del futuro, rispetto al quale scuole ed università diventano sempre più una sorta di limbo, che non porta in paradiso, ma è altro dall'inferno. Come spiegare altrimenti la spontanea contestazione prodotta ancora una volta da Genova "per noi" su guerra e riforma Moratti contro Berlusconi?

Scuotiamola

Speranze lecite dunque per un buon anno scolastico 2004/2005. Speranza alimentata dalla discesa in campo, finalmente, dei sindacati scuola confederali, che hanno promosso una mobilitazione "ricca", ben congegnata e costante fino allo sciopero nazionale, con manifestazione a Roma per l'8 novembre (15 novembre ndr). Una scadenza che alimenta oggettivamente il movimento anche dove è debole o inesistente ed è alimentata a sua volta dalle iniziative di questi giorni delle realtà più avanzate, come a Milano. Non vi è dubbio che si stiano creando le condizioni per un'iniziativa fortemente unitaria, che potrebbe coinvolgere anche quei sindacati di base, come i Cobas scuola, che tanto hanno fatto per sollecitare e sostenere il movimento e che ora portano il carico della sua radicalità, ma anche della sua voglia di unità.

L'appuntamento del 23/24 ottobre a Firenze, per il forum nazionale sull'educazione, promosso dal "tavolo fermiamo la Moratti", con il suo carattere d'incontro e di riflessione comune, favorisce un riposizionamento di tutta la sinistra sui temi della conoscenza, favorisce un avanzamento della cultura del diritto allo studio, propedeutico alla prospettiva di un cambiamento di rotta dell'intero paese su questo e non solo. Si è parlato molto del caos in cui si è avviata la scuola, ora bisogna parlare di una grande opportunità di lotta e di cambiamento, ma soprattutto bisogna favorirla.

Loredana Fraleone
Milano, 3 ottobre 2004
da "Liberazione"