In difesa della scuola pubblica statale.
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Sapete chi siamo. Siamo cittadine e cittadini che hanno lottato negli anni
scorsi contro la riforma Moratti e per la difesa della scuola pubblica.
Ci siamo incontrati varie volte, ai tempi, ricordate?
Eravate piuttosto convincenti quando affermavate che, una volta al governo, certamente le cose sarebbero
cambiate: la scuola al primo posto. Ora siete al governo e le cose non sono cambiate, anzi, un po’ peggiorate.
La scuola ha visto con l’ultima finanziaria un ulteriore gravissimo taglio delle sue già esigue
risorse.
Quando abbiamo avuto l’occasione di chiedervene conto, incontrando qualche eletto/a, la risposta è sempre
stata la stessa: non dite nulla e allargate le braccia, come a significare: e che ci possiamo fare?
Avete smesso di occuparvi di noi, popolo della scuola. Per questo noi occuperemo le vostre sedi.
Non mancano certo tra voi persone competenti e di buona volontà, capiamo persino che ci possano
essere tra voi differenti gradi di responsabilità, però ci siamo stancati di parlare
con dirigenti ministeriali periferici che sono esecutori di ordini nazionali e non siamo nemmeno
interessati ai padoaschioppa esecutori di ordini internazionali.
Alla fin dei conti si tratta di gente che non abbiamo né scelto né eletto. Noi però,
per farci rappresentare, abbiamo scelto e votato i vostri candidati, e a questa responsabilità nessuno
di voi può sottrarsi.
Le nostre aspettative sono fatte della stessa materia di cui son fatti i sogni e i desideri, tuttavia, per rendervi le cose più agevoli, abbiamo selezionato le richieste più pressanti e urgenti che ormai arrivano da tutte le scuole della Repubblica.
Vi chiediamo di impegnare il Governo a fare subito (subito!) tre cose:
Come si vede, non stiamo chiedendo qualcosa che ci risollevi dai disastri compiuti dalla Moratti nei 5 anni precedenti, come pure ci saremmo aspettati dalla vostra azione di governo, ci limitiamo a chiedere che non si faccia di peggio. L’argomento “non ci sono i soldi”, lo sapete, non è più in campo. Le entrate fiscali, ci avete detto, sono state abbondanti e “strutturali”. Ora dovrete semplicemente decidere come impiegare il “tesoretto”, è il momento delle priorità; noi siamo assolutamente convinti/e che scuola e istruzione stiano in cima perché da esse dipende il futuro di tutte e di tutti.
L’ occupazione delle vostre sedi sarà pacifica.
Qualche giorno prima appenderemo fuori dalle vostre sedi dei cartelli in cui vi spiegheremo quando,
come e perché vi occuperemo.
Anticiperemo anche ai mezzi di comunicazione tutte le informazioni. Il nostro fine infatti non è quello
di provocarvi né creare tensioni o incidenti. Non ci piacciono nemmeno i blitz a sorpresa.
Noi vorremmo condurvi per mano a guardare alle ragioni per cui ora siete al governo e ricordandovi,
di passata, chi vi ci ha portato.
Vogliamo occuparci di voi, costringendovi a occuparvi di noi, per un giorno.
Quando il 18 verremo a occupare le vostre sedi, ovviamente, potrete comportarvi come sentite più giusto:
Ci vediamo il 18 maggio.
Le scuole del milanese