Scuola

Cresce la mobilitazione anche a monza e in brianza.

Serve costruire la rete delle scuole dei genitori, studenti, insegnanti e personale non docente per un movimento unitario di tutta la scuola dall’infanzia all’universita’. sindacati, partiti e associazioni con i comitati tutti insieme per avviare una lotta per la scuola pubblica: se non ora quando?

Lunedì 20 ottobre sera a Monza a contestare l’arrivo del ministro Gelmini all’Urban Center per l’ennesimo convegno senza contraddittorio, c’erano più di 500 persone, festanti, urlanti e incazzate.

Manifestavano, dalle maestre elementari ai ragazzi delle scuole superiori una volontà di farsi sentire e di dire a gran voce che erano contrari al disegno di legge che avvierà il processo di disintegrazione del sistema scolastico pubblico riconosciuto dalla Costituzione: il Diritto di ogni cittadina e cittadino all’Istruzione. Un segnale forte ripetuto anche dai tanti interventi, che hanno anche ribadito la volontà di continuare la lotta. Come dare continuità al movimento? Questo è anche il compito per noi di Rifondazione se vogliamo che questo movimento si sviluppi, si espanda e contamini anche altri settori della società colpiti dalla crisi, precari e lavoratori senza contratti, senza diritti e senza sicurezza con salari, stipendi e pensioni miseri.

Per raggiungere questi obiettivi le compagne/i del PRC nelle vesti di genitori, insegnanti, studenti devono contribuire nelle scuole a creare comitati; comitati che si relazionano nella propria cittadina e che si relazionano a loro volta con l’intera Brianza. Dobbiamo lavorare per contribuire a costruire coscienza, consapevolezza della forza intrinseca dell’unicità dell’opposizione al provvedimento “taglia scuola pubblica” e sviluppo di lotte per fasi sino ad una grande giornata di lotta di tutta la Brianza a Monza prima di natale.

La lotta non sarà breve, e sarà anche non priva di ostacoli. Nel movimento vi sono forze politiche e culturali che da un lato pensano di “usare” il movimento in senso antigovernativo per poi ricostruire margini politici e sindacali più alti nella inesistenza di una vera opposizione parlamentare; dall’altra un soggettivismo radicalista, movimentista fine a se stesso per impedire la costruzione di una vera opposizione politica e sociale nel paese. Impedire nella buona sostanza che i comunisti e le comuniste (giovani e non) svolgano un ruolo propulsivo per fornire al paese una vera e sana opposizione sociale, dalla quale risalire tutti quanti la china.

Quello che è accaduto nella bianca e sonnolente Monza ci assicura che questo percorso non solo e possibile, ma è da subito praticabile.

Marco Fraceti
Monza, 21 ottobre 2008