SUL BUONO SCUOLA FORMIGONI CONTINUA AD IMBROGLIARE

BUONO SCUOLA: L’IMBROGLIO DELL’ISEE

“L’ha venduta come una grande novità, in quanto favorirebbe i redditi più bassi e permetterebbe una distribuzione più equa, ma nei fatti non solo non cambia nulla, ma addirittura si favoriscono ancora di più redditi alti

Così Gianni Confalonieri, Capogruppo regionale di Rifondazione Comunista, definisce le nuove modalità di erogazione del buono scuola per l’anno scolastico 2001-2002, illustrate oggi da Formigoni e dall’Assessore Guglielmo.

Formigoni, infatti, afferma che i nuovi criteri di calcolo del reddito si basano sul meccanismo dell’ISEE, un indicatore della situazione economica delle famiglie previsto dalle normative nazionali. In realtà la sua interpretazione dell’ISEE è del tutto parziale, in quanto prende in considerazione solo i redditi ed esclude i patrimoni. Questo significa, per esempio, che una famiglia con due figli, con entrambi i genitori che lavorano, con un reddito di 240 milioni corrisponde ad un indicatore individuale di 90 milioni e pertanto avrà diritto al 25% di rimborso della retta. La situazione è quindi identica a quella dello scorso anno, quando il reddito massimo per una famiglia di 4 persone era di 240 milioni.

E’ una situazione addirittura paradossale – continua Confalonieri -. Si cambia tutto per non cambiare nulla. Solo pochi mesi fa, a fronte delle nostre denunce, Formigoni aveva promesso di introdurre un tetto massimo di reddito individuale di 50 milioni. Ora non solo questo non c’è, ma resta la discriminazione nei confronti degli studenti delle scuole pubbliche, per i quali rimangono in vigore tutte le precedenti limitazioni.

Inoltre Formigoni  vende come novità una grande bufala, cioè la possibilità di rimborso del 50% della retta per le famiglie a basso reddito. Come si fa a rimborsare il 50% se il valore massimo del buono scuola continua ad essere di 2 milioni?”

Infine, Formigoni continua a raccontare frottole sugli stanziamenti della Regione per il diritto allo studio. Ribadiamo, come abbiamo già dimostrato con i dati, che su 600 miliardi di stanziamenti complessivi per l’istruzione i fondi regionali sono solo 170,5 miliardi, cioè il 28%. Tutto il resto arriva da finanziamenti europei (255 miliardi, cioè 42%), finanziamenti statali (135 miliardi, cioè 23%) e il 7% dalle tasse universitarie.”

Tiziana Saporito
Milano, 12 febbraio 2002