Un anno fa i movimenti studenteschi della Lombardia animavano una grande
protesta contro la truffa dei “buoni scuola” di Formigoni, tornando a vincere
per la prima volta dopo anni, e imponendo al governo Amato di bloccare la
legge regionale che erogava i “buoni” attraverso il ricorso alla Corte Costituzionale.
Gli studenti avevano chiara l'idea che l'istruzione non è una merce ma è un
diritto indisponibile, e rivendicavano la gratuità dell'istruzione opponendosi
allo smantellamento del sistema della scuola pubblica, laica e pluralistica.
Pochi mesi dopo, il neonato governo Berlusconi - con uno dei suoi primi atti
politicamente rilevanti - tentava la rivincita revocando il ricorso di fronte
alla Corte costituzionale.
Gli studenti, animando le straordinarie giornate di Genova e scendendo in
piazza contro i bombardamenti anglo-americani sull'Afghanistan, hanno dimostrato
di avere compreso non soltanto i “grandi” meccanismi della globalizzazione
neoliberista, ma anche la loro traduzione nella vita di tutti i giorni.
Contro la finanziaria di guerra che accelera i processi di mercificazione
dei saperi e lo smantellamento della scuola pubblica, contro i “buoni scuola”,
e coerentemente con il motto “pensare globalmente-agire localmente”, in questi
giorni la lotta riprende più ampia e determinata. Mentre Formigoni annuncia
provocatoriamente la volontà di innalzare per quest'anno la copertura delle
spese sostenute dagli studenti delle scuole private dall'attuale 25% al 50%,
portandola al 100% per l'anno prossimo, il movimento degli studenti e i Giovani
Comunisti della Lombardia lanciano un mese di agitazione, informazione e denuncia
del “buono scuola”, con volantinaggi scioperi e assemblee d'istituto.
L'8 Novembre fuori dagli istituti saranno esposti striscioni e cartelli con
la scritta No al buono scuola. Diritto alla scuola per tutti. Il
9 si terrà la prima giornata di sciopero regionale con manifestazioni di piazza
in tutte le città, proprio nel momento in cui, nel Qatar, si riunirà il Wro,
l'Organizzazione mondiale del commercio che pretende di decidere i cibi che
dobbiamo mangiare, l'aria che dobbiamo respirare, i modi e i contenuti della
nostra istruzione. Numerose altre iniziative sono in preparazione.
Un'idea lanciata dai collettivi di Milano, subito raccolta da tutti gli altri
studenti, è quella di una giornata di disobbedienza sociale: gli studenti
si recheranno a scuola senza i libri di testo, visto che il centrodestra nega
il diritto a un'istruzione gratuita per tutti per distribuire miliardi a copertura
delle rette dei ricchi, evasori compresi.
Se Formigoni non dovesse sentire l'eco di questa campagna di protesta studentesca,
dovrà ascoltare la voce di migliaia di studenti lombardi che si riverseranno
direttamente al Pirellone quando la truffa dei “buoni scuola” tornerà in discussione
nell'aula del Consiglio regionale.