Lo scorso anno il "concorsone" provocò la rivolta degli insegnanti italiani.
La stessa cosa può capitare in Spagna...

"Concorsone" in salsa iberica.

Anche in Spagna l'idea di sfornare una categoria di "superprofessori" minaccia di sfociare in una contestazione generale come quella che da noi due anni fa riguardò il cosiddetto "concorsone". Questo è almeno quello che si desume da un articolo del quotidiano El Paìs di lunedì 24 giugno che annuncia l'uscita di un manifesto firmato da 900 docenti della capitale spagnola contro la creazione del nuovo corpo dei "catedraticos" previsto dalla riforma scolastica, che il governo Aznar si appresta a varare sotto la denominazione ambiziosa di Ley de Calidad ( legge di qualità).

Per la verità i "catedraticos" erano un corpo già esistente nella docenza spagnola, ma la loro presenza era puramente formale, una sorta di onorificenza finale ai docenti al massimo della carriera. Ora però il governo li vuole trasformare in figure superiori da assumere al 50% per concorso interno e al 50% per concorso esterno direttamente tra i neolaureati. A loro dovrebbero toccare una serie di compiti come la direzione dei dipartimenti, dei progetti, della formazione degli altri docenti ma soprattutto gli insegnamenti del "bachillerado" , vale a dire i due anni terminali liceo spagnolo (in Spagna la scuola secondaria è divisa in un quadriennio inferiore obbligatorio dai 12 a i 16 anni e in un biennio superiore dai 16 ai 18).

Il coordinamento madrileno (coordinamadrid@yahoo.es) contesta appunto il privilegio accordato a queste figure nell'impiego nel biennio superiore della secondaria o a capo dei dipartimenti, sostiene che la scelta introdurrà competizione nei collegi dei docenti, che non è chiaro come saranno distribuiti sul territorio nazionale, col rischio che ci siano scuole con più "catedraticos" di altre o che il passaggio nel nuovo corpo comporti la perdita delle sede, paventa un dimezzamento dei posti per i passaggi interni a favore dei neolaureati. Insomma anche nel caso spagnolo sembra di rivedere un film già visto.

Negli ultimi anni si è cercato di introdurre qualcosa di analogo un po' in tutti i sistemi scolastici europei. Oltre che in Italia, ci ha provato la Gran Bretagna, ma anche qui la cosa è stata bloccata per via di un ricorso procedurale intentato dalla Nut, il principale sindacato britannico, ostile all'idea di creare una casta di "superprofessori". Solo la Francia possiede, praticamente da sempre. figure docenti di questo tipo unitamente a meccanismi di carriera assai complessi. Anche il Portogallo ha introdotto un meccanismo di carriera basato sulla valutazione, ma secondo un sistema di autosservazione abbastanza soft.

Del progetto spagnolo non sfuggono certe somiglianze con alcune idee avanzate dal Ministro Moratti, di cui abbiamo già parlato su Kataweb Scuola. Tuttavia c'è da dire che nella piattaforma per il rinnovo contrattuale della scuola, varata pochi giorni fa da Cgil Cisl e Uil, l'argomento carriere degli insegnanti, direttamente chiamato in causa da progetti di questo tipo, è praticamente rinviato ad un “supplemento di istruttoria” che prevede un'altra consultazione della categoria e uno stanziamento di risorse ulteriore rispetto a quello richiesto per migliorare gli stipendio dei docenti e avvicinarli alle medie europee.

Pino Patroncini
CGIL - Scuola
Roma, 25 giugno 2002