A seguito dell'occupazione dell'area di via Boccaccio 6 avvenuta il 15 novembre 2003

È nato il Centro Sociale Fabbrica Occupata Boccaccio 003

Dopo anni di impoverimento sociale e culturale, Monza necessita di un forte segnale di cambiamento

Torniamo ad occupare dopo l'esperienza dello scorso 12 luglio, giorno in cui entrammo nella casa di via Procaccini, nell'area dell'ex-macello.

Oggi come ieri, il progetto che intendiamo portare avanti si propone obiettivi ben precisi: vogliamo riqualificare e restituire ad uso sociale un'area abbandonata ormai da molti anni, lasciata in mano esclusivamente al degrado e agli spacciatori, per riconsegnarla alla cittadinanza. Vogliamo promuovere iniziative che partono dal basso, dando la possibilità di organizzare concerti, mostre, conferenze o laboratori senza dover far fronte a spese impensabili o a interminabili procedure burocratiche, reali ostacoli alla libertà di espressione. Vogliamo opporci a quella crisi culturale e sociale che ormai da troppo tempo investe la nostra città, i cui valori dominanti sono ormai dettati dalla logica del guadagno, sempre più all'insegna della precarietà, sul lavoro come nella vita, creando uno spazio in cui promuovere giustizia sociale, integrazione e salvaguardia dei diritti.

Tutto questo nel nome dell'autonomia da partiti e dell'autogestione.

Questa occupazione segna anche il fallimento delle trattative portate avanti sinora col Comune: da luglio si sono ripetuti gli gli incontri negli uffici dell' Amministrazione ed i sopraluoghi in aree comunali. Ci è stato detto che uno spazio comunale per il Collettivo avrebbe generato troppi problemi, sia a livello politico che a livello economico. Abbiamo quindi battuto la pista dei privati: fatta una lista di stabili dimessi, l' Amministrazione ha dimostrato un'iniziale disponibilità a farsi da garante verso i proprietari, al fine di facilitare il nostro insediamento presso uno di questi luoghi. Anche questo percorso si è tuttavia dimostrato fallimentare e quindi siamo arrivati ad oggi.

Nel corso degli ultimi due anni sono state organizzate gratuitamente iniziative itineranti, concerti, mostre di pittori e scultori della citta', conferenze, iniziative culturali: tutti esempi di contenuti con cui riempire un Centro Sociale, prove "suI campo" della capacita organizzativa che il Collettivo ha saputo sviluppare, coinvolgendo altre realtà e persone. Ricordiamo soprattutto la manifestazione dello scorso settembre all'ex macello.

Siamo convinti che per la realizzazione di questo progetto sia indispensabile un dialogo con il quartiere e con l'intera città, senza disperdere la forte esperienza aggregativa creatasi durante l'ultimo anno di lavoro che ci ha permesso di creare una rete di realtà (dai gruppi per il commercio equo alle compagnie teatrali senza una sede fissa, per fare alcuni esempi) pronte a collaborare attivamente al nostro progetto.

Per la realizzazione di questo progetto e' indispensabile un dialogo con I. esterno (soprattutto con il quartiere) ed e' necessario non disperdere la forte esperienza aggregativa creatasi durante l'ultimo anno di lavoro, portando avanti le riflessioni sugli spazi e la riqualificazione del territorio che sono state fatte.

Il problema si presenta ogni giorno con maggior forza, e la sua risoluzione si impone a breve termine.

Dopo anni di impoverimento sociale e culturale, Monza necessita di un forte segnale di cambiamento.

Ed il motore di questo nuovo corso arriva autonomamente, dal basso, dai giovani.

Collettivo Monzese
Monza, 15 novembre 2003
email: collettivomonzese@inventati.org sito: http://www.inventati.org/collettivomonzese