Il paese è in emergenza abitativa ma il governo fa il contrario di quanto dovrebbe

Per una nuova politica sociale

Oggi scade la proroga degli sfratti

Casa: diritto alla vita

Oggi scade la proroga delle esecuzioni degli sfratti per gli anziani ultrasessantacinquenni e le famiglie con portatori di handicap e che hanno redditi bassi. Sindacati, amministratori locali, l'Associazione nazionale dei comuni d'Italia hanno chiesto con forza un ulteriore intervento di proroga. Il governo fa orecchie da mercante. Intanto decine di migliaia di famiglie, soprattutto nelle grandi città, rischiano di finire in mezzo alla strada, una vera emergenza umanitaria che dovrebbe provocare l'intervento della protezione civile come accade quando c'è una catastrofe naturale che provoca migliaia di senzatetto. Solo che questa catastrofe non ha nulla di naturale ma deriva da una responsabilità diretta del governo delle destre.

Il governo parla della famiglia ma con la politica delle privatizzazioni e delle liberalizzazioni ha gettato milioni di famiglie nella precarietà di un'esistenza senza neanche la sicurezza di un alloggio e ad altri milioni impedisce, per la stessa ragione, di poter programmare una vita autonoma, costringendo le persone alla coabitazione o a rimanere con i genitori.

Ecco, quella degli sfratti è una vicenda che possiamo prendere ad esempio per descrivere la condizione sociale del Paese, segnata dal più grave fenomeno di impoverimento di massa dal dopoguerra. Per la prima volta, gli sfratti per morosità hanno superato quelli per finita locazione e sono la prima motivazione nelle sentenze esecutive di rilascio, segno che è impossibile per i redditi da lavoro e da pensione poter sostenere gli affitti di mercato. L'edilizia residenziale pubblica è ridotta per quantità e qualità a livelli così modesti da fare dell'Italia il fanalino di coda in Europa nell'offerta di alloggi a canone sociale. Per raggiungere la media europea, il nostro Paese dovrebbe triplicare tale offerta. Questo da solo risolverebbe l'emergenza abitativa nel Paese e basterebbe per moderare un mercato dei canoni oggi senza freni.

Cause di perdita della casa in Italia

Ma il governo fa il contrario di quanto sarebbe giusto e necessario: ha avviato la più grande operazione di privatizzazione immobiliare d'Europa, quella chiamata "cartolarizzazione", a partire dagli Enti Previdenzali Pubblici. Intanto grandi società, grazie ai processi di privatizzazione effettuati in questi anni, hanno provveduto con vari passaggi di mano a far crescere i propri bilanci con la valorizzazione del proprio portafoglio immobiliare: a pagare è sempre chi ci abita, costretto a comprare a prezzi da strozzinaggio o a subire la sorte dello sfratto. Questa politica è completamente fallita: non solo ha determinato un enorme drenaggio di denaro dai redditi da lavoro e da pensione verso la rendita immobiliare, ma ha aggravato tutti i dati della sofferenza abitativa. Quella della casa, quindi, è la metafora di un fallimento più generale della politica economica e sociale provocata dalle politiche neoliberiste.

Una alternativa non è solo giusta, è necessaria. Una piattaforma per una nuova politica sociale della casa che parta da alcuni punti discriminanti semplicissimi: l'aumento dell'offerta di alloggi a canone sociale per adeguare l'Italia agli standard europei e una nuova legislazione che superi il regime del libero mercato degli affitti, primo responsabile della condizione di drammatico incremento degli sfratti.

Cause di perdita della casa nei grandi comuni

Ma, intanto occorre rilanciare una vertenza nazionale che parta dalle città contro gli sfratti. Occorre impedire, anche fisicamente con i picchetti antisfratto, assieme ai comitati, le associazioni del volontariato, i sindacati inquilini, con il coinvolgimento di tutte le forze politiche e istituzionali, che vengano eseguiti sfratti nei confronti di persone che per età, condizione sociale o economica abbiano diritto a un intervento di protezione e non sia possibile reperire un alloggio alternativo. Insomma, gli sfratti nei confronti di questi soggetti si possono eseguire solo se è garantito un intervento pubblico che permetta il passaggio da casa a casa. Questo è un principio di civiltà e se l'insensibilità delle destre al governo è tale da chiudere gli occhi di fronte a una emergenza così grave e pesante, occorre farlo vivere nel concreto di una vertenza diffusa.

Anche da qui può ripartire un movimento vasto e articolato per il diritto alla casa con carattere europeo. Solo pochi mesi fa in Francia, un sindaco comunista, a Bobigny, ha fatto una delibera per dichiarare il proprio territorio libero da sfratti per le conseguenze sociali e umanitarie provocate. Altre decine di sindaci lo hanno seguito, si è aperto un contenzioso con il governo centrale e si è sviluppato un dibattito nazionale su tale questione ed è cresciuto un movimento di massa.

Possiamo suscitare un dibattito e un movimento altrettanto vasti, dobbiamo essere capaci di realizzare alleanze politiche e sociali per dare vigore e visibilità a questa battaglia, utilizzando tutte le postazioni di governo in sede locale. Il diritto alla casa batte nel cuore dell'Europa.

Walter De Cesaris
Roma, 30 giugno 2004
da "Liberazione"