Photo by Indymedia • info
"Il governo ha giocato sulle droghe una carta elettorale. Ha preso
forma di legge e aspetta che una vergognosa commissione del Ministero
della Salute decida chi spaccia e chi consuma. E’ un gioco effettuato
sulla pelle di centinaia di migliaia di cittadini messi sotto tutela
penale.
Noi
non ci stiamo e partecipiamo alla giornata nazionale di mobilitazione
indetta a Roma sabato 11 marzo dal cartello ConFinizero e dal Movimento
di Massa Antiproibizionista".
Queste parole, scritte da alcune
delle realtà lombarde che praticheranno la manifestazione di domani,
fotografano con chiarezza l’opposizione alla Fini-Giovanardi.
Una legge
ormai difesa soltanto da chi l’ha proposta e votata, che amplifica i
limiti e i fallimenti della precedente normativa, che non tiene conto
alcuno delle esperienze europee, che mortifica e demolisce
ulteriormente il servizio pubblico e il lavoro di migliaia di
operatori, che condanna l’uso terapeutico e così la vita di molti, che
riempirà le carceri checché ne dica il governo, che dice di difendere e
invece penalizzerà una moltitudine di giovani e le loro famiglie, che
avvantaggerà il narcotraffico piuttosto che combatterlo come dichiara.
E’ una visione agghiacciante ma purtroppo vera quella che si spalanca
sui prossimi mesi.
La truffa operata ai danni del Parlamento e del Paese, attraverso le modalità di approvazione, all’interno di un provvedimento sulle olimpiadi, è evidente, come è purtroppo fondato il dubbio che i tempi di applicazione siano studiati per non presentare drammatici effetti durante la campagna elettorale. Ecco il senso della separata e prossima emanazione dei limiti quantitativi che distribuiscono i consumatori di sostanze stupefacenti in differenti gironi infernali.
Eppure in questo pessimo quadro emerge una
possibilità. L’abrogazione della Fini-Giovanardi è parte del programma
dell’Unione e non è poca cosa essendo parola, l’abrogazione, che
ricorre solo tre volte in tutte le 280 e rotte pagine: droghe, migranti
e parzialmente scuola.
Molti singoli cittadini, associazioni, comunità,
operatori e consumatori si sono in questi anni convinti che, dati ed
esperienze alla mano, le politiche di libertà, prevenzione e corretta
informazione, siano infinitamente più efficaci della repressione.
Faranno e faremo il possibile per battere il centrodestra che ha
aggiunto questa ulteriore nefandezza al già ampio disastro in cui hanno
condotto il Paese.
Chiedono/chiediamo che si rispetti il programma e si
cancelli immediatamente questa legge vergognosa. Sanno/sappiamo che le
droghe sono questione complessa e controversa e che, fatto questo primo
passo, è necessario convocare entro l’anno una conferenza nazionale,
irrisa e disattesa dal governo attuale, per innovare in senso non
proibizionista l’intera materia.
Sono intendimenti di grande ragionevolezza, come un atto di buon senso appare la partecipazione alle iniziative romane di sabato; e se proprio vogliamo spingerci sul crinale di una intuitiva e ulteriore sensatezza non sarebbe male, sul piano internazionale, che cessi l’appoggio italiano alla War on drugs in quanto sempre più si configura come guerra per il controllo della produzione, del traffico e di interi territori.