“Adiconsum”, Fondazione “San Bernardino” Onlus, “Avvocati per niente” contro l'usura

Le mani degli usurai sulla Brianza

Si allarga anche nella nostra provincia la piaga dei prestiti “a strozzo”. Gioco e shopping tra le cause dell'indebitamento ma ci sono anche molti imprenditori.

Brianza a rischio usura. Anche in quella che è considerata una delle province più ricche d'Italia, si sta diffondendo un fenomeno preoccupante: quello del sovraindebitamento di famiglie e imprese e del conseguente ricorso al prestito usurario per far fronte alle scadenze. «Il fenomeno usura si sviluppa di pari passo con quello del credito al consumo - spiega Sergio Colombo, responsabile monzese dell'Adiconsum - Sempre più persone, lavoratori dipendenti ma anche pensionati, ricorrono alla cessione del quinto dello stipendio per pagare gli acquisti».

Credito al consumo, spesso alimentato da quella che gli psicologi definiscono “sindrome da shopping compulsivo”, gioco d'azzardo, soprattutto quello legale, ma anche difficoltà finanziarie delle aziende e accesso negato al credito bancario sono tra le cause più frequenti di un fenomeno dai contorni peraltro difficilmente definibili.

«La difficoltà maggiore nel mettere a fuoco il problema sta nel fatto che difficlmente le persone vittima di usura si rivolgono alle forze dell'ordine» spiega Alessandro Manzoni, che fa parte della Fondazione San Bernardino Onlus, uno dei centri antiusura promosso dalla Conferenza episcopale italiana e che si appoggia ai Centri di ascolto diocesani di Monza, Limbiate, Desio e Vimercate. Scopo della Fondazione è sostenere persone “a rischio” di usura: «Noi interveniamo per aiutare chi si trova in difficoltà, a ricostruire la propria posizione, evitando che ricorra a indebitamenti usurari - spiega Manzoni - Non possiamo invece fare nulla per chi è già caduto nella rete degli strozzini».

La Fondazione, che dispone di una dotazione economica che varia ogni anno secondo i finanziamenti ricevuti e che attualmente si aggira intorno ai 650mila euro, si fa garante degli assistiti presso istituti di credito convenzionati, che si fanno carico di concedere prestiti a tassi particolarmente favorevoli, solitamente un 1,25% oltre il tasso di sconto della Banca centrale europea, il cosiddetto Euribor,in modo da estinguere il debito pregresso.

Insieme alla Fondazione agisce anche un gruppo di legali, riuniti in un'associazione chiamata “Avvocati per niente” che offrono gratuitamente il loro patrocinio alle persone assistite: in molti casi si va a una trattative con il creditore che accetta di ridurre l'ammontare della somma reclamata in cambio della restituzione in un'unica soluzione.

L'intervento della Fondazione è subordinato a condizioni precise: «Per chi si è indebitato a causa del gioco, ad esempio, chiediamo un percorso di “recupero” rispetto al vizio - spiega Manzoni - Per aiutarli, mettiamo a disposizione anche la rete di appoggio dei centri di ascolto diocesani».

Le richieste di aiuto che arrivano in un anno sono numerose: nei cinque anni di vita della Fondazione le richieste di intervento sono state quasi 450 a fronte delle quali sono stati risolti positivamente oltre 160 casi, di cui una trentina in Brianza: «Il fatto è che tra le persone che si trovano in difficoltà c'è molta difficoltà a “venire allo scoperto” - spiega Manzoni - L'indebitamento, da molti, soprattutto in Brianza, è considerato una “vergogna” da nascondere».

Secondo i dati forniti dalla Prefettura di Milano, ogni anno vengono presentate una decina di denunce, con punte di 18, per usura propriamente detta e più di cento, con punte di 180, per il reato “contiguo” di estorsione.

Il ricorso allo strozzino risulta però essere una percentuale minima dei casi di sovraindebitamento: la maggior parte di essi riguarda banche e finanziarie: ma questa è un'altra storia.

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Perché ci si indebita

Sul fenomeno del sovraindebitamento non esistono casistiche precise: per quanto riguarda i privati, una delle prime cause è considerato il gioco: quello legale. Lotto, superenalotto, “gratta e vinci” scommesse sull'ippica e altri sport “drenano” moltissimi soldi a chi tenta la fortuna per cambiare la propria vita. per non parlare dei videopoker che assorbono interi stipendi o pensioni.

C'è poi chi si “rovina” con le carte di credito o con gli acquisti a rate: spesso i pagamenti mensili si accumulano fino a consumare tutto lo stipendio appena viene accreditato. Elettrodomestici, telefoni cellulari, computer, televisori al plasma: ma anche arredamenti o capi di abbigliamento firmati: «Ma c'è chi chiede finanziamenti anche per interventi di chirurgia estetica – racconta T.M. che lavora in un call center che opera per conto di una società finanziaria – Addirittura una signora ha chiesto un prestito per farsi delle “extention” particolarmente costose ai capelli».

Un capitolo a parte riguarda piccoli imprenditori, artigiani e commercianti: spesso mal consigliati, o per pura sottovalutazione dei rischi, affrontano spese eccessive rispetto alla propria attività e poi non ce la fanno a rimborsare i prestiti. Infine, ultimamente sta emergendo il fenomeno di chi fatica a pagare ilmutuo sulla casa e, per trarsi da impaccio ritenuto momentaneo ricorre a prestiti e finanziamenti, precipitando in una spirale di debiti senza fine.

Paolo Longoni (Redattore di “Monza la Città”)
Monza, 15 gennaio 2008
www.monzalacitta.it