Non più consumatori ma coproduttori associati

C'è chi torna a farsi il pane in casa, o quasi

Alcune significative esperienze in Brianza

Pagnotte

Se l'India, per un miliardo di abitanti, importa circa 2 milioni di tonnellate di farina all'anno e il resto continua a produrselo da sé, noi in Italia, che tutti insieme superiamo di poco i 62 milioni di persone, di tonnellate di farina ne importiamo ben 6. Tra pasta, pizza, e le altre delizie gastronomiche, abbiamo un consumo interno talmente imponente che il gruppo Grandi Molini Italiani di Marghera, che è stato scelto anni fa dal gigante agroalimentare Cargill come forma di lucroso investimento e che per anni è stato il primo esportatore di farina del mondo con quasi 50 destinazioni servite e un 10% di tutti gli scambi internazionali al sicuro sulle sue navi, ha deciso di recente di invertire le rotte e di servire solo i suoi clienti italiani.

In questo stesso, strano, stivale però, i panificatori abruzzesi temono di non riuscire a sopravvivere per la vorace densità invadente di super e ipermercati. A molti non importa più che dell'amato filone appena sfornato arrivi nel carrello solo un'odorosa illusione. Quello che conta è vivere il sogno, la brillante cornice del centro commerciale, con musichette e cotillons. Poco vale che il pane dell'iper spesso entri in forno congelato o mezzo cotto, e non più impastato “dal vivo” con sapienza. Fa impressione solo a pensarci, ma la furia dei costruttori di nuovi centri commerciali ha letteralmente lanciato sotto ai piedi di ciascuna del milione e 277mila anime abruzzesi una mattonella da 40X40 centimetri. Per ogni mille abitanti, infatti, lattanti e degenti compresi, in Abruzzo ci sono 383 metri quadri di supermercati, ed è lì che viene acquistato circa il 90% degli alimentari.

“Spiga e Madia” in Brianza

A Concorezzo, invece, in provincia di Milano, hanno deciso che il pane, e biologico, vogliono ricominciare a farselo praticamente in casa, mettendo insieme tutto quel che serve, dal frumento, alla molitura, alla cottura, nel raggio di pochi chilometri. Il progetto lo hanno chiamato “Spiga e Madia”, e lo hanno scritto, tra gli altri, alcune vecchie conoscenze come il lillipuziano Roberto Brambilla e Sergio Venezia, che lavora dal 2004 per costruire in Brianza un vero meccanismo di distretto tra consumatori critici, imprese del territorio disposte a spendersi, economia sociale e equosolidale.
L'idea è semplice ma ambiziosa: non rassegnarsi al ruolo passivo del “consumatore”, ma inventarsi “co-produttori”, facendo nascere da bisogni concreti progetti da condividere con quel vicino di casa che sa anche produrre. Il resto viene quasi da sé. C'è una famiglia, quella Brambilla, che possiede terreni agricoli e che non vuole farci costruire sopra l'ennesima, pleonastica, cubatura. E' disposta ad affittarla a un prezzo giusto, ed anche a investire l'1% di quello che ricava sui nuovi progetti del distretto.

A quattro passi c'è la cooperativa sociale agricola “Fraternità” di Cernusco sul Naviglio, che da anni coltiva biologico e che quella terra la riconvertirebbe con piacere. Chi non vorrebbe mangiare tutti i giorni pane vero, fresco e al prezzo giusto? Le famiglie dei Gruppi d'acquisto solidale della &dquo;Retina&dquo; della zona, ad esempio, sì.
E per questo a conti fatti, tra pancia e portafogli, sono impegnate a comprare almeno 8mila chili di pane l'anno, passando a turno a ritirane circa 60 chili per tre volte la settimana. Di trasformare il grano in farine si occupa il Molino centenario di Ronchi Cesare, che sta a Capriano di Briosco e che utilizza sia il vecchio impianto ad acqua con macine di pietra, sia nuovi impianti elettrici. “L'altroPanificio”, un laboratorio artigianale di Robbiate, è appena alla seconda generazione di panificatori ma il suo patron, Angelo Formenti, all'economia solidale ci crede tanto che ha allestito all'interno del panificio un angolo per i prodotti del commercio equo. La filiera è minima, il pane sarà buonissimo, il prezzo (2,67 euro al chilo) ottimo: per chi lo mangia, per chi lo vende, e anche per l'ambiente. Provare per credere.

Monica Di Sisto
Milano, 23 marzo 2008
“Liberazione”