In merito ad un comunicato dei comuni del vimercatese

Vimercatese: antimafia anno zero

L'autogol della politica di Vimercate. 'Ndrangheta a Vimercate: piena solidarietà al PM Marcello Musso ed alla stampa. La politica si nasconde dietro una malriposta indignazione

A Vimercate non c'è la 'ndrangheta

C'era una volta un processo che vedeva coinvolti due gruppi malavitosi che sino ad ora invece di spararsi si sono denunciati. E'la storia dello scontro tra gli affari della famiglia Miriadi e quelli del costruttore Malaspina. Nello storico dei due sodalizzi i capostipite uno nel 1990 viene ucciso a Vimercate per strada: Assunto Miriadi. L'altro, Giuseppe Malaspina, non è uno stinco di santo: leggi: http://www.infonodo.org/node/36571 condannato a 14 anni di carcere per l'omicidio di Giuseppe Zampaglione il 21 maggio 1972, a Muggiò.

Come tutti i sodalizi criminogeni sono gli affari i binari su cui corrono relazioni e soldi. Per i Miriadi appare chiaro che in qualche maniera intendono far prevalere e segnare nel territorio la supremazia sui Malaspina e così cercano di entrare in affari coi Malaspina.

Ma i Malaspina hanno già nell'organizzazione aziendale Bartolomeo Foti e Vincenzo Cotroneo. Foti e Cotroneo fanno parte della locale di 'ndrangheta di Desio condannati nella sentenza “Infinito”. Foti parteciperà al pestaggio di un autotrasportatore che vantava un credito da Pio Candeloro boss della locale di Desio; storia raccontata per intero nel libro «SCACCO ALLA 'NDRANGHETA».

Così Malaspina respinge le offerte dei Miriadi, per questo riceve minacce e si pone in essere un tentativo di sequestro del fratello Carlo nel novembre del 2011. Ma che ci fanno questi della locale di Desio nell'impresa Malaspina? I maligni sostengono che ci stanno come Strangio stava nella Perego Strade (inchiesta Tenacia e condanne unificate a Inifinito), quali garanti per eventuali investimenti fatti dalla Santa nel vimercatese.

Sino all'udienza del 19 ottobre tutto questo non sfiorava minimamente la politica e per certi versi la zona del vimercatese era identificabile come un area dove era presente l'organizzazione criminale ma per motivi di convenienza teneva un profilo basso per non attirare gli attenzionamenti delle forze dell'ordine e della Magistratura.

Cosa succede che invece attirerà l'attenzione degli inquirenti nell'inchiesta? Una pratica di cambio di destinazione d'uso, presso l'ufficio edilizia privata del comune di Vimercate, riguardante un'area in via Principato a Vimercate. Secondo la Procura c'è stato il tentativo d’estorsione perché il gruppo dei Miriadi ha cercato con la violenza di fare suo il terreno quando questo diventa edificabile e aumenta il suo valore.

Dal canto suo Malaspina nell'interrogatorio sosterrà che in Comune aveva una spia che lo aggiornava sull'iter della pratica PRINCIPATO.

Da queste e da altre circostanze ( vedi:http://www.infonodo.org/node/38570) e dalla deposizione di un funzionario della Direzione distettuale antimafia (DDA) di Milano Carlo Vangi, il PM Musso trae delle conclusioni e rivolgendosi alla Corte dice con estrema chiarezza che a fronte di una pervasiva presenza dei sodalizio affarsitico/criminale per il quale chiede l'aggravante del “metodo mafioso” sostiene che per la concausa di eventi, e cioè la pratica PRINCIPATO ferma in comune e una lettera mandanta dall'ex vice sindaco di vimercate, all'epoca dei fatti e oggi parlamentare del PD Roberto Rampi, vi sia stato “CONDIZIONAMENTO AMBIENTALE” dell'azione amministrativa.

Nella missiva il parlamentare segnalava che il PD annoverava fra le sue fila Lara Girasole sorella di Mario Girasole anch'egli arrestato insieme ai fratelli Miriadi e sotto processo. Dato che negli archivi dei Carabinieri vi sono parecchie informative sui Miriadi e Malaspina questi inoltrano alla Direzione distettuale antimafia (DDA) la lettera di Rampi. Così per fornire la motivazione del capo d'accusa “del metodo mafioso”, che spesso i PM usano in queste circostanze, e cioè il “raggiungimento del proprio scopo attraverso l'uso della violenza”, collocherebbe l'amministrazione comunale come parte lesa e per la quale più che scrivere missive e mandare in onda una malposta “indignazione” avrebbe dovuto indurre gli amministratori di Vimercate alla prudenza ed eventualmete costitursi parte civile in tempi meno sospetti, visto che erano conoscenza delle indagini.

Per questo non si capisce il senso di una manifestazione (quella del 30 ottobre a Vimercate ndr) contro la stampa e indiriettamente contro un Magistrato che è stato pure minacciato dai familiari degli imputati. Manifestazione che indica preoccupantemente che nel vimercatese l'Antimafia è ancora all'anno zero.

DOCUMENTAZIONE

Comunicato di: Osservatorio Antimafie MB “Peppino Impastato”, Comitato Beni Comuni MB

'ndrangheta a Vimercate: piena solidarietà al PM Marcello Musso ed alla stampa. La politica si nasconde dietro una malriposta indignazione

Nell’ambito del processo per i fatti riguardanti l'imprenditore brianzolo Malaspina che secondo la Procura sarebbe stato oggetto di estorsione e tentato sequestro di persona da parte di un gruppo criminale di origine calabrese residente a Vimercate, sarebbe emerso anche una specie di “CONDIZIONAMENTO AMBIENTALE” da parte della politica a Vimercate.

Nell’udienza del 19 ottobre scorso, durante il dibattimento, sono stati ascoltati discorsi di alcune persone legate agli imputati che hanno palesemente ingiuriato e minacciato il Dott. Marcello Musso PM della DDA di Milano. Intimidazioni che hanno spinto Musso a fare una denuncia circostanziata alla Questura e ai suoi superiori.

L’Osservatorio Antimafie di Monza e Brianza e il Comitato Beni Comuni MB esprimono la loro piena solidarietà al PM Musso e alla Procura Monzese davanti all’ennesimo tentativo di intimidire e delegittimare la Giustizia italiana. Siamo altresì preoccupati per l’atteggiamento tenuto dalla politica del Vimercatese, che attaccando direttamente la STAMPA, che non ha fatto altro che riportare nei virgolettati le parole del PM, tende a minimizzare l’allarme lanciato dalla Procura; tanto e vero che non si esprimono nemmeno le frasi rituali della fiducia nella Magistratura.

Nel comunicato dei Comuni del Vimercatese non vi è un rigo sulle questioni aperte da inchieste come quella sullo smaltimento abusivo di liquami e rifiuti speciali nei tombini proprio di Vimercate. Oppure non una riga sul fatto che è stato conferito in maniera illegittima il Sistema Idrico Integrato a Brianzacque, che non ha i requisiti previsti dalla legge, oggetto di una interpellanza parlamentare e di autorevoli pronunciamenti dell’AGCM e del Ministero dell’Ambiente. Solo per fare alcuni esempi recenti.

Inchieste e procedimenti di natura amministrativa ma che denotano un comportamento incline alla pericolosa deriva dell'illegittimità che, secondo gli inquirenti, è il presupposto per il quale si incoraggia l’infiltrazione dell’organizzazione criminale.

SILENZIO, INDIFFERENZA E SOTTOVALUTAZIONE SONO I MIGLIORI ALLEATI DELLE ORGANIZZAZIONI CRIMINALI

Osservatorio Antimafie MB “Peppino Impastato”, Comitato Beni Comuni MB

Monza, 29 ottobre 2013

Lettera a sostegno dell’amministrazione di Vimercate dei sindaci del vimercatese su proposta del primo cittadino di Bellusco, Roberto Invernizzi.

In questi ultimi giorni abbiamo letto un articolo su Il Fatto Quotidiano ove viene descritta la collusione delle ultime amministrazioni comunali di Vimercate e di un parlamentare con la ‘ndrangheta. L’argomento è stato ripreso anche dalla stampa locale.

Questo nonostante sia immediatamente evidente l’inconsistenza del teorema proposto.

Nel merito esprimiamo solidarietà a tutti gli amministratori di Vimercate, tanto del recente passato quanto quelli attuali, sicuri che mai hanno posto in essere comportamenti di connivenza con la malavita organizzata.

Condanniamo l’atteggiamento di chi con approssimazione, dabbenaggine o strumentalità, dice e non dice, mischia fatti e misfatti, lancia accuse ma non porta prove, rischiando di agevolare il compito di chi, sfruttando la situazione di confusione e delegittimazione, vuole inquinare le nostre sane Istituzioni con metodi mafiosi.

Come si fa a sostenere che un’ amministrazione pubblica è condizionata da fatti e atteggiamenti criminosi solo per il fatto che questi si sono verificati sul proprio territorio?

Leggiamo in tutto questo l’ evidente tentativo di fare di ogni erba un fascio, di screditare e diffamare anche le Istituzioni locali più vicine ai bisogni dei cittadini, i Sindaci e gli Amministratori locali.

Leggiamo in tutto questo la volontà di disinformare, di creare un clima di sospetto diffuso nel quale prospera la calunnia e non un comune intento di perseguire i fenomeni mafiosi ed i comportamenti mafiogeni.

Non è lontano il giorno in cui, continuando sulla strada della gratuita diffamazione e della delegittimazione , affonderemo velocemente nell’anarchia e nella illegalità.

Affonderemo tutti, tutti insieme. Anche chi con la propria penna pensa di esserne indenne.

Noi invece vogliamo ribadire con forza l’attenzione e l’impegno personale e delle nostre amministrazioni nei confronti del pericolo di infiltrazioni mafiose tanto nella cosa pubblica quanto in ogni altro settore delle comunità che abbiamo l’onore e l’onere di rappresentare. Siamo disponibili al confronto ed aperti ad ogni iniziativa, con particolare riguardo alla formazione ed all’informazione, che possa garantire oggi e domani una sempre più forte e condivisa cultura della legalità che è primo baluardo contro ogni fenomeno criminale.

Ezio Colombo, Sindaco di Agrate Brianza
Emilio Biella, Sindaco di Bernareggio
Maurizia Erba, Sindaco di Ornago
Daniele Nava, Sindaco di Carnate
Francesco Colombo, Sindaco di Ronco Briantino
Fabio Quadri, Sindaco di Cornate d’Adda
Antonio Colombo, Sindaco di Mezzago
Sem Galbiati, Sindaco di Cavenago di Brianza
Rosalba Colombo, Sindaco di Arcore
Roberto Invernizzi, Sindaco di Bellusco
Riccardo Borgonovo, Sindaco di Concorezzo

Osservatorio Antimafie di Monza e Brianza “Peppino Impastato”
Monza, 1 novembre 2013
brianzantimafia.blogspot.it/