Quest'anno è l'anno del Bingo, una trovata del precedente governo di centro - sinistra per racimolare un po' di soldi col gioco d'azzardo. La scusa era, come al solito, quella di far emergere il gioco clandestino legalizzandolo.
Il problema è che, al di là dei discorsi moralistici sul gioco d'azzardo e sulla funzione dello stato, questo genere di "imprese" porta con se' numerose conseguenze negative, alcune già nella fase d'avvio ed altre prevedibili nel futuro anche prossimo.
A questo proposito è illuminante l'articolo di Maurizio Crosetti Cinema
e centri commerciali nella grande corsa al Bingo apparso su "La Repubblica"
del 3 marzo 2001.
Crosetti paventa legami con potenti società finanziarie, il riciclo di denaro sporco, l'intervento
della mafia, ecc.. Il fatto che le società concessionarie diano garanzie di serietà
non elimina infatti il rischio che la malavita organizzata possa approfittare della situazione favorevole.
Non sarà il caso di Seregno e della Brianza ma è meglio essere accorti.
A Seregno comunque è iniziata una guerra urbanistico - commerciale tra la proprietà del Bingo ed il Comune.
Una guerra la cui posta è il diritto - dovere per l'Amministrazione Comunale di far applicare leggi e regolamenti in modo equo ed uguale per tutti i cittadini.
E, come tutte le guerre, anche questa non rispetta certo le buone regole del "fair play".
Naturalmente non spetta a noi distribuire tordi o ragioni - anche se personalmente abbiamo la fondata impressione che gli interessi in gioco siano così forti che non sarà facile per il Comune far rispettare le stesse regole urbanistiche e commerciali che valgono per i comuni cittadini - ma preferiamo pubblicare la documentazione che riteniamo rilevante anche per gli sviluppi futuri. E non riteniamo che interesseranno solo Seregno.
Per tornare tuttavia a Seregno ed alla pagina pubblicitaria citata ci sembra opportuno annotare alcune impressioni.
Il tono del comunicato introduce un elemento di novità che non può sfuggire ai lettori anche disattenti.
Si tratta dell'elemento mediatico col quale si cerca di forzare decisioni politiche. Probabilmente l'esempio viene dall'alto, da come l'attuale governo ha conquistato il potere, ma certo in Brianza è una novità.
Un analogo esempio, relativo questa volta al tono minaccioso del governo verso la magistratura, potrebbe aver ispirato le ultime due frasi del comunicato che molti hanno giudicato intimidatorie e degne di interessamento di qualche magistrato di buona volontà.
Troppo facile infine fare un parallelo tra "il milione di posti di lavoro del (precedente) governo Berlusconi" ed i 30/40 posti dell'operazione Bingo a Seregno. A questo proposito è appena il caso di ricordare che, fatti i conti sulle 420 sale previste in Italia, l'occupazione riguarderà al massimo 15.000 persone in genere con contratto di formazione - lavoro e dunque precari.
Comune |
Proprietà |
Caratteristiche |
Monza via Bramante da Urbino |
Bingo Monza | 950 mq 1.000 clienti/sera |
Monza via Caravaggio |
Bingo Seven | 1.000 mq 560 posti 1000 clienti/sera |
Seregno via Milano |
Nuovo Borgo '88 srl | 3.000 mq 450 posti |
Giussano via Cavour |
Immobiliare Celeste srl | 350 posti(?) |
Giussano via Garibaldi |
Melissa 2 srl | 350 posti(?) |
Nova Milanese via Galilei |
Promotrice Giochi sas | 1.250 mq 330 posti |
Cesano Maderno via Volta |
450 posti |
"Bingo"! "Bingo"! "Bingo"!
Il boato da stadio, gli applausi scroscianti, gli abbracci, i baci,
i salti di gioia, esplodono alle 8 di ieri sera quando la prima
giocata della prima sala Bingo d'Italia, alla periferia di Treviso,
lungo la statale che porta a Venezia, viene vinta da una bionda
signora in giacca e minigonna rosso fuoco, Tina Bianchin, 48 anni,
bidella della scuola elementare di Novadina di Spresian, provincia
di Treviso. Una hostess di sala le porta immediatamente su un
vassoio d'argento 828 mila lire in contanti. Le 400 persone presenti
si stringono intorno. Lei emozionata, progetta subito una grande
cena col marito, la figlia, il fidanzato architetto che ha
partecipato ai lavori di ristrutturazione della sala e gli
amici.
E' qui, in questa ex concessionaria di automobili, che
la spagnola Cirsa, prima multinazionale al mondo impegnata nello
sfruttamento del business di questo popolare gioco d'azzardo,
comincia la sua corsa alla conquista della nuova frontiera italiana.
Questo di Treviso è il primo assaggio di un nuovo fenomeno di
costume che dopo aver conquistato mezza Europa promette di invadere
anche il nostro Paese nei prossimi mesi. Sono già 420 le licenze
concesse dal Ministero delle Finanze. La seconda sala ad aprire,
sempre della Cirsa, sarà tra pochi giorni a Roma, a Trastevere. Ed
entro il 2003 le sale Bingo italiane arriveranno a più di
800.
Il popolo dei giocatori, attirato dalla serata della
prima, è massiccio e variopinto. Vistosa la presenza di quello che
sarà il target principale di questo gioco, anziani, casalinghe e
pensionati. Ma ieri sera ad affollare i 55 tavolini azzurri,
rotondi, ad 8 posti, disseminati nei 1500 metri quadrati del salone,
c'erano più di 400 persone, molti curiosi, giovani e professionisti
del nordest. A sintetizzare con lucidità da sociologo il fascino del
gioco tocca a una signora di 60 anni, arrivata, elegante per
l'occasione, da un paesino della provincia: "In casa nostra si è
sempre giocato a tombola, e non solo a Natale. Mi piace perché è
facile. E si sa subito chi ha vinto".
Le regole, elementari, sono
state spiegate ieri sera ai presenti dal direttore del locale, Carlo
Bosio. Ogni giocatore può comprare una o più cartelle da 3 mila lire
l'una (dal primo gennaio costeranno un po' meno, 1,5 euro). Ogni
cartella contiene 15 numeri. Vengono premiate la "Linea", o
cinquina, cioè l'estrazione di tutti i numeri che compongono una
riga, e il "Bingo", cioè la tombola, quando vengono estratti tutti i
15 numeri. "Unica abilità richiesta è l'attenzione - avverte Walter
Cecchini, amministratore delegato di Cirsa Italia. - Se il giocatore
non urla "Bingo" o non alza la mano appena fa tombola, il gioco
continua".
Prima di ciascuna giocata, rapidissima, meno di 5
minuti in tutto, gli addetti alla vendita distribuiscono le
cartelle. Quindi il responsabile del gioco comunica il numero delle
cartelle vendute e l'ammontare delle possibili vincite. La Linea
vince l'8% del ricavato delle vendite delle cartelle. Il Bingo il
50%. Lo Stato percepisce una bella fetta degli incassi, il 20%, i
Monopoli il 3,8%. Mentre il resto finisce nelle tasche del gestore
della sala. Questo vuol dire che se ad una giocata partecipano 100
persone chi fa tombola porta a casa 150 mila lire, mentre quello che
fa Linea 24 mila lire. Ma a fare il vero Bingo sono lo Stato, che in
questo caso incassa 60 mila lire a colpo, e i gestori, che ogni 5
minuti si portano a casa quasi la stessa cifra.