Si è dimesso Nicola Caldarone, collaboratore di Alemanno, fermato con la cocaina

Ascesa e caduta di un postfascista

Dal neofascismo violento alla destra di governo

«Nicola Caldarone: Sarà lui il futuro di Azione Giovani?». Fino a pochi giorni fa sui siti internet dell'organizzazione giovanile del partito del vicepremier Gianfranco Fini, l'avvenire di questo giovane postfascista siciliano era annunciato così, nel segno del successo. Enfant prodige del neofascismo palermitano, il più votato tra i giovani di An per la futura guida dell'organizzazione giovanile del partito, chiamato dallo stesso Gianni Alemanno, il capo della "destra sociale" che conta da sempre molto nella base del partito, al Ministero dell'agricoltura come proprio collaboratore, Caldarone sembrava proprio destinato a una brillante carriera nella destra di governo.

La cocaina di CaldaroneQuesto fino allo scorso 3 settembre quando gli agenti lo hanno beccato all'aeroporto di Fiumicino con un grammo di cocaina, avvolto con cura in un foglio di plastica. Fedele alla sua immagine di uomo in carriera, Caldarone ha subito dichiarato: «Sono il segretario del ministro Alemanno, e questo è il giorno più brutto della mia vita». Già, perché per l'esponente di un partito che ha fatto della repressione e del proibizionismo contro "tutte le droghe" uno dei propri maggiori cavalli di battaglia, quel pacchettino di polvere bianca rappresenta qualcosa di più di un incidente di percorso.

Eppure Caldarone non sembra perdere la propria sicurezza ed arriva ad eleggere il proprio domicilio legale proprio presso la segreteria particolare del ministro delle Politiche Agricole e Forestali, al 20 di via XX settembre a Roma.

All'ombra del ministero

Per più di un mese la cosa resta sotto silenzio, ma dopo che "L'Unità" ne ha dato notizia con rilievo nella sua edizione di ieri, le reazioni diventano obbligate. Caldarone annuncia così le proprie dimissioni dall'incarico che ricopriva al ministero e, solo qualche ora più tardi, arriva anche un laconico comunicato di Alemanno. «Abbiamo appreso da l'Unità la notizia della vicenda che ha coinvolto il dottor Nicola Caldarone - spiega l'ex delfino di Pino Rauti nel Msi e oggi ministro del governo Berlusconi - Il fatto è grave e la mia personale posizione sulla droga, nonché quella del mio partito, è sempre stata intransigente. Riconosciuto il suo errore il dott. Caldarone ha rimesso il suo incarico di collaborazione presso il Ministero». Tutto qui, non una riga di più. Davvero poco per quello che era considerato fino a pochi giorni fa come una speranza dei giovani di Alleanza Nazionale.

Eppure Caldarone, reggente nazionale di Azione Giovani, in attesa di diventarne a tutti gli effetti il portavoce, e responsabile dell'organizzazione in Sicilia, era qualcosa di più di un semplice "collaboratore" del ministro Alemanno. Solo poche settimane fa - il 1 settembre a soli due giorni dal suo fermo all'aeroporto - in occasione del "Campo Base 2002", la kermesse giovanile organizzata dalla destra sociale di An, era stato proprio lui a concludere la tavola rotonda intitolata "Azione Giovani per Alleanza Nazionale, per il Governo, per l'Italia", a cui avevano preso parte lo stesso Alemanno, accanto al presidente della Regione Lazio Francesco Storace, alla parlamentare europea Roberta Angelilli e al direttore di "Area" Marcello De Angelis.

Erba roba da conigli

Il peso di questo personaggio negli ambienti della destra giovanile - una sua dettagliata nota biografica, che ne ricorda la militanza nel neofascismo violento di Palermo, è disponibile dal 6 settembre sul sito www.giovanicomunisti.it - spiega il grande imbarazzo che la vicenda sta provocando dentro An e quindi nello stesso governo. Imbarazzo a cui si aggiungono anche le prese di posizione di Verdi, Margherita e Ds che hanno chiesto che sull'intera vicenda si indaghi a fondo.

Inoltre l'annuncio delle dimissioni di Caldarone dal ministero retto dal leader della "destra sociale", è arrivata nella stessa giornata in cui Fini avrebbe dovuto tenere una conferenza stampa sulla "lotta alla droga", in particolare sulla produzione di oppio in Afghanistan, insieme al responsabile dell'Onu sull'argomento, Antonio Costa. Incontro che, come ha spiegato un lapidario lancio d'agenzia, è stato «posticipato per motivi tecnici».

Erba per conigliCampioni della "tolleranza zero" in tema di droghe, i nazionalalleati, che solo pochi anni fa montavano campagne all'insegna di slogan come «Erba? Roba da conigli" con tanto di carotoni giganti esposti provocatoriamente per strada, il problema, è il caso di dirlo, questa volta ce l'hanno proprio dentro casa.

Anche perché quello di Caldarone appare già come qualcosa di più di uno "scivolone". Secondo quanto riportato dall' "Unità online", una relazione di servizio consegnata alla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo siciliano esattamente un anno fa, lo definirebbe infatti «spacciatore, consumatore di cocaina, frequentatore degli ambienti bene di Palermo». Questo senza contare che al giovane esponente di An, gli investigatori sono arrivati seguendo la pista di Giuseppe Lucà, il personaggio chiave della vicenda Martello-Micciché. Come a dire che il giro e i guai, per questa ex promessa della destra nazionale, sono davvero grandi.

Guido Caldiron
Roma, 12 ottobre 2002
da "Liberazione"