Il Comune di Monza dedica una via a Peppino Impastato, militante di Democrazia Proletaria, assassinato nel 1978 dalla mafia siciliana

Peppino Impastato

Il suo impegno vive nel nostro lavoro per… un altro mondo possibile.

Con delibera di Giunta, Monza avrà una via intitolata a Giuseppe Impastato.
E' una via scelta non a caso nel quartiere LIBERTA' in una zona di nuova urbanizzazione presso il Centro Sportivo del Monzello.
Il Circolo del PRC. che porta il nome di Peppino aveva iniziato già dal 99 la battaglia per l'intitolazione con la richiesta portata in Consiglio dall'allora Consiliere di Rifondazione Vincenzo Ascrizzi oggi assessore.
La giunta del polo ci prese per i fondelli dicendo che era d'accordo, ma prima cambiò il nome della via, da Giuseppe Impastato a Via delle vittime della mafia, e poi chiuse nel cassetto la pratica.

Un mio ricordo di quei tragici giorni

Ricordo quel maggio 1978 come fosse oggi.
Non avevamo finito di asciugarci gli occhi per la morte di Fausto e Jaio a marzo che in aprile, dopo il sequestro, viene assassinato il Presidente della DC: Aldo Moro dalle BR. ; questo rendeva un Paese sempre meno libero e noi con le nostre utopie sempre più schiacciati e isolati. In questo scenario il 9 maggio, in piena campagna elettorale giunge la notizia (Radio Popolare) che un compagno in Sicilia sarebbe saltato in aria mentre stava realizzando un attentato sul tratto di linea ferroviaria che collega Cinisi all’aeroporto di Punta Raisi.
In poche ore si conoscono i dettagli dei fatti e il nome della vittima: Giuseppe Impastato, il capolista di Democrazia Proletaria alle elezioni per il nuovo Consiglio Comunale di Cinisi.
Tutti qui a Milano pensiamo subito che quel Compagno era stato barbaramente assassinato. Ma le nostre certezze si infrangono contro quel muro che era il clima ingenerato dalla cosiddetta “lotta al terrorismo”; così il giorno dopo dobbiamo subire anche l’infamia che sui giornali, salvo il Manifesto e il Quotidiano dei Lavoratori, Giuseppe Impastato è descritto come un terrorista.
A questo punto sapevamo che anche la morte di Peppino Impastato entrava a pieno titolo negli orrori dei misteri d’Italia anche se eravamo già convinti, sostenuti in questo dai compagni di Cinisi, che mandanti ed esecutoria erano di matrice mafiosa.

Sono passati VENTIQUATTRO anni e grazie alla determinazione della famiglia Impastato, del Centro Siciliano di Documentazione “G. Impastato” gli amici, avvocati, intellettuali e parlamentari, Giovanni Russo Spena su tutti; si è potuto scrivere sulla vicenda Impastato la parola VERITA’. Una verità che non ci restituisce Peppino in carne ed ossa, ma restituisce al suo impegno, e dico io l’impegno di un intera generazione, la dignità della lotta anticapitalistica perché antimafiosa e antimafiosa perché anticapitalistica. Io credo inoltre che con la condanna di Badalamenti e soci per essere stati i mandanti e gli esecutori dell’assassinio di Peppino oltre alla verità processuale si sia riabilitata una generazione politica e culturale che troppo facilmente e superficialmente è stata ritenuta “terrorista” solo perché si opponeva. Purtroppo dopo ventiquattro anni lo stesso scenario ci ha visto coinvolti nei fatti di Genova; e le reazioni successive che hanno mescolato ad arte tutto per far trasparire una continuità e/o una contiguità del Movimento Antiglobalizzazione come fiancheggiatore delle BR mi ha riportato sul ponte a Roma dove morì Giorgiana Masi, oppure sotto i portici dell’Università di Bologna dove mori il Compagno Lorusso.
Questo regime senza pudore ha riservato lo stesso trattamento addirittura alla CGIL nelle vicende che riguardano gli omicidi D’Antona e Biagi. Per fortuna siamo vaccinati e abbiamo accumulato abbastanza esperienza per capire che il terrorismo, camuffato da “brigatismo rosso”, si è rivelato essere quello degli apparati dello Stato, dei fascisti e dei mafiosi.

Anche per questo: grazie Peppino!!!.

Marco Fraceti
Segretario del Circolo"Peppino Impastato" del PRC di Monza
Monza, 20 settembre 2001