Il sindaco Albertini: «Era nel nostro programma elettorale»

Addio alla Galleria di Milano, venduta ai privati.

Reazioni sbalordite dal mondo della cultura e della società civile

Il Colosseo no, ma la Galleria Vittorio Emanuele, nel cuore della "Milano da bere", si può vendere. Anzi, il sindaco Gabriele Albertini, a scanso di equivoci, chiarisce: «La nostra volontà è in quella direzione, come peraltro prevede il nostro programma elettorale».

Non esageriamo signor sindaco, che qui nessuno rispetta i programmi elettorali, i contratti con gli italiani, le promesse fiscali, le previsioni economiche. E proprio di un'opera d'arte aperta al pubblico e di un punto di riferimento storico e "culturale" come la Galleria, con i suoi bar famosi e i ristoranti di grido, tra il Duomo e via della Spiga, tra Montenapoleone e la Scala, dovremmo privare il popolo meneghino e il patrimonio nazionale?

Vuol dire che siamo ridotti proprio alla frutta, se "per fare cassa" si parte dalla privatizzazione di grande opere monumentali e architettoniche dei centri storici. D'altra parte, se Milano piange, Roma non ride, dato che il Tesoro ha avviato la cartolarizzazione (la cessione a una società privata che dovrebbe anticipare il valore degli immobili e poi gestirne la dismissione) di 5.000 case di lusso nel centro storico della capitale, che occhiute e potenti società immobiliari sono pronte ad accaparrarsi in blocchi vantaggiosissimi, per poi rivendere singolarmente a prezzi di mercato, se non di speculazione.

La Galleria Vittorio Emanuele è considerata "il salotto" della capitale lombarda. Progettata alla fine dell'Ottocento, ricalca l'architettura di altre strutture dello stesso periodo di Parigi e Londra. I due corridoi su cui si affacciano i negozi più belli e più famosi della città intersecano un ottagono su cui è poggiata una cupola liberty da cui entrano le luci della breve estate milanese e i chiarori delle lunghe giornate invernali. Sono 17.582 metri quadrati pregiati, con 192 unità immobiliari di altissimo prestigio e di ancor più alto valore. Chi se li annetterà?

Superato il primo momento di sbalordimento, hanno cominciato a fioccare le reazioni. «Una scelta sbagliata - ha commentato Antonio Panzeri, segretario della Camera del Lavoro - ed è fuori luogo l'idea di privatizzare un luogo simbolo». Per Francesco Majorino, segretario cittadino dei Ds: «Opposizine ferma e totale al progetto di Albertini. Non si può vendere la Galleria senza consultare i milanesi». Protestano in coro i negozianti: «La Galleria è dei milanesi; non può appartenere a un solo proprietario». Ma il centrodestra è unito e irremovibile. Il vicesindaco di An Riccardo De Corato conferma: «Sono perfettamente d'accordo sulla vendita. Nessuno verrà sfrattato. Ci limiteremo ad adeguare gli affitti, così resterà solo chi se lo può permettere».

Gemma Contin
Milano, 15 agosto 2002
da "Liberazione"