Cina, diritti civili, Olimpiadi

Pietro Mennea: «No ai Giochi in Cina. Conta solo il business»

Il campione contro il Cio: «E' un comitato d'affari corrotto»

Pietro Mennea

Pietro Mennea

Photo by “Intrepido”

Boicottare le olimpiadi cinesi? Pietro Mennea, leggenda vivente dell'atletica leggera italiana, ci pensa su. «Certo - ammette poi - sarebbe il caso di boicottarle. Ma temo che ormai, di fronte alla scelta filocinese delle grandi potenze, non abbia molto senso. Il fatto è - aggiunge il campione - che il Cio aveva il dovere di negare i giochi olimpici a un Paese che viola sistematicamente i diritti civili e le libertà religiose dei cittadini».
Già, il Cio. Un giudizio netto quello del campione olimpico di Mosca sul Comitato olimpico internazionale, sull'ente sportivo che manovra la politica sportiva mondiale e che, sempre secondo Mennea, «è nient'altro che un comitato d'affari clientelare, una macchina economica che divora soldi e lascia i Paesi organizzatori in ginocchio: grazie alle Olimpiadi la Grecia è uscita dai parametri di Maastricht e i cittadini dovranno pagare una tassa apposita per decenni». Non solo Olimpiadi e non solo Cio però. Pietro Mennea che qualcuno ha definito l'uomo che si è più allenato al mondo - sedute massacranti sette giorni su sette per oltre vent'anni - è noto anche per la sua battaglia contro il doping. «Vedo atleti che aumentano la propria massa muscolare di 10-15 chili. Io ho iniziato che pesavo 68 Kg ed ho smesso - ho smesso vent'anni dopo - che di chili ne pesavo 69,5. Chi non rispetta questi parametri vuol dire che sta combinando qualcosa di poco chiaro»

«Boicottare le Olimpiadi cinesi? Ormai non ha molto senso. Era il comitato olimpico internazionale che non doveva assegnarle a un Paese in cui i diritti civili sono sistematicamente violati». Pietro Mennea, leggenda vivente dell'atletica leggera italiana - campione olimpico, campione mondiale, recordman del mondo per oltre quindici anni - sa bene cosa significa boicottare un'Olimpiade. Lui stesso ha partecipato ad entrambi i giochi olimpici boicottati. Quelli di Mosca dell'80, boicottati dagli Stati Uniti, e quelli di Los Angeles dell'84, boicottati, ovviamente, dall'ex Unione Sovietica.

Signor Mennea, seppur molto timidamente, qualcuno avanza l'ipotesi di boicottare i giochi di Pechino. Che ne pensa?

Il Cio non doveva assegnare le olimpiadi alla Cina. Di fronte a un Paese che viola sistematicamente i diritti civili e le libertà religiose, il Cio doveva avere la forza e il coraggio di dire no.

Ma il presidente del Cio Jacques Rogge dice che queste olimpiadi faranno fare passi da gigante in termini di diritti e libertà...
Ripeto, Rogge doveva utilizzare l'arma delle olimpiadi per mettere pressione alla Cina. Doveva dire: "I giochi olimpici li avrete solo quando avrete concesso libertà e diritti"....

Ma il Cio, sostiene sempre Rogge, non fa politica...

Il Cio non dovrebbe fare politica. A me pare infatti che molti dei 115 membri del comitato olimpico fanno attività politica attiva e diretta nei rispettivi Paesi di provenienza. Il Cio non è un'istituzione e non dovrebbe fare politica, ma la realtà dei fatti è un'altra. Senza contare il gigantismo economico che ormai sta caratterizzando questo Ente...

Si riferisce ai miliardi di Euro di sponsor?

Certo. Tanto per dirne una, la Coca-cola tratta i costi della sponsorizzazione direttamente con Rogge. 250 milioni di dollari che finiscono dritti dritti nelle tasche del Cio per vedere il marchio Coca-cola sulla grande muraglia cinese. Per non parlare dei diritti televisivi: un'altra cascata di soldi che vanno a finire sempre lì, sempre nelle casse del Cio. A questo punto però la situazione deve essere chiarita e resa pubblica. Il Cio dica chiaramente che fa impresa e che fa politica. Altro che sport sono i soldi ormai centro di tutto. Fanno soldi anche sui morti...

Sui morti?

Sì, vendono i diritti televisivi degli atleti morti. Io stesso per avere il video della mia vittoria sui 200m di Mosca devo pagare. Non è una cosa normale. Eppoi la corruzione: tangenti, clientele...

In tutto questo non ci ha ancora detto se è favorevole o contrario all'ipotesi boicottaggio...

Ora non ha molto senso. Nel momento in cui partecipano Stati Uniti, Russia, Inghilterra e Germania, l'Olimpiade è fatta. Ripeto, era dovere del Cio non assegnarle alla Cina.

E' ancora immaginabile un'Olimpiade senza sponsor?

Ormai, al punto in cui siamo, credo che non sia più possibile. Pensiamo al gigantismo economico delle ultime edizioni. A Pechino andranno decine di migliaia di persone tra atleti, tecnici e dirigenti. La Germania e il Canada - organizzatori nel '72 e nel '76 - hanno finito di pagare i debiti nel 2005. La povera Grecia ha ancora una tassa sulle Olimpiadi del 2004 che pagano i cittadini e pagheranno ancora per molto. Senza contare che, proprio a causa dei costi di organizzazione, è uscita dai parametri di Maastricht. Stessa cosa è successa per le nostre Olimpiadi di Torino. Pur essendo un'olimpiade invernale, quindi con costi molto ridotti, le ultime due finanziarie hanno dovuto elargire milioni di euro per coprire i costi di gestione degli impianti costruiti ad hoc. Solo 20 milioni sono serviti a coprire i costi dell'impianto di Pragelato. Una struttura che solo di manutenzione costa la bellezza di 2,5 milioni di euro l'anno e che ne ricava solo 500mila.

Un'ultima domanda sul doping. Negli ultimi campionati europei di nuoto sono successe cose strane: un atleta fino a ieri anonimo ha stabilito due record del mondo e ha messo su una massa muscolare impressionante...

Io so solo che mi sono allenato per vent'anni: ho iniziato che pesavo 68 chili ed ho finito, vent'anni dopo, che ne pesavo 69 e mezzo. Eppure mi allenavo tutti i giorni per 5 ore al giorno. Sono stato definito l'atleta che si è allenato di più al mondo, ma la mia massa non ha subito stravolgimenti.

Davide Varì
Roma, 25marzo 2008
da “Liberazione”