C'è
il volto di un bambino in copertina.
Omaggio ad Alberto.
Non è il suo volto, di lui non è rimasto nulla.
Segno tangibile della permanenza a Seregno della sua famiglia è rimasto solo
un piccolo vaso di peltro di poco valore e pregevole fattura.
Non abbiamo quindi una sua immagine e, forse per questo, sarà più stimolante
ricordarlo perché ognuno di noi potrà dargli un volto, una fisionomia.
Ognuno di noi se lo immagina con i capelli scuri ed i calzoni corti giocare,
non così spensieratamente come gli altri bambini, nel cortile interno della
Cà Bianca, nei cortile interno perché era quello più piccolo e più riservato;
per lui infatti giocare nel cortile grande era già troppo pericoloso.
C'è
il volto di un bambino in copertina che ci guarda e ci giudica.
E noi vogliamo essere considerati gente attiva ed onesta.
Attiva perché le manifestazioni programmate per questo 25 aprile, le ricerche
storiche effettuate, le interviste, l'organizzazione della mostra e quant'altro
ancora non si improvvisano ma richiedono un paziente, impegnativo ed a volte
frenetico lavoro di gruppo.
Onesta perché tra i rimproveri che possono venirci mossi non troverà mai posto l'incoerenza di comportamento, la mancata ricerca della verità, tentennamenti sui sacri principi di libertà, uguaglianza e solidarietà. Questa pubblicazione ne è, ancora una volta, testimonianza e mi auguro che, come la precedente, sia di piacevole lettura ma soprattutto possa dare spunto a riflessioni e confronti.