Il 26 gennaio a Seregno (MI) il sindaco ha invitato il "Consiglio comunale
dei ragazzi" delle scuole elementari e medie della città alla seduta straordinaria
in ricordo delle vittime dello sterminio e delle persecuzioni.
Nella stessa mattina verrà deposta un corona presso la Ca' Bianca (casa di
cortile) in via Trabattoni a Seregno, dove abitava prima dell’arresto la famiglia
Gani.
Il padre, Giuseppe Gani, nacque in Grecia, a Ioannina, il 16 settembre 1895.
Trasferitosi a Milano e poi a Seregno, si sposò con Speranza Zaccar, anch'ella
originaria della Grecia: era nata infatti a Corfù il 17 gennaio 1900. Speranza
fu arrestata a Seregno nell'agosto del '44, e pochi giorni dopo - nel settembre
1944 - fu fermato da militi fascisti anche il resto della famiglia. Finirono
a San Vittore così insieme ai genitori anche i tre figli: Alberto, nato il
20 aprile 1934 (di soli 10 anni, dunque); Ester, nata il 19 luglio 1928, e
Regina, la più grande, di quasi 18 anni, nata il 7 dicembre 1926.
Dopo un breve soggiorno a San Vittore la famiglia Gani fu trasferita nel Lager di Bolzano
(che era un campo di transito appunto verso i Lager della Germania e della
Polonia), dove rimase meno di un mese.
Il 24 ottobre 1944 i Gani furono caricati su un vagone merci. Il viaggio durò
4 giorni, e si concluse il 28 ottobre '44 a Auschwitz-Birkenau.
Qui il piccolo Alberto fu immediatamente "selezionato" insieme alla mamma,
e il padre fu separato dalle figlie. Madre e figlio furono uccisi in una delle
camere a gas il giorno stesso dell'arrivo, il 28 ottobre.
Le due ragazze sopravvissero pochi mesi. Risultano scomparse infatti entrambe
in luogo imprecisato. Erano certamente ancora in vita l'11 febbraio 1945.
Del padre Giuseppe non si conosce la sorte. Di certo è scomparso anch'egli
ad Auschwitz.
Nel giro di pochi mesi, dunque, l'intera famiglia Gani fu prelevata dalla
sua casa, deportata nel cuore della Polonia e eliminata.