Oltre la memoria

Gli studenti ebrei del “Manzoni” al tempo delle leggi razziali

Regina Gani

Vogliamo ricordare in modo particolare la vicenda di REGINA GANI, che abbiamo potuto ricostruire attraverso i registri di iscrizioni, esami e scrutini conservati nell’archivio storico del "Manzoni", una preziosa testimonianza della Signora Edoarda Flack Cavalieri, amica e compagna di banco di Regina, un breve studio edito dal Comune di Seregno in occasione delle celebrazioni del 25 aprile 1999 e cortesemente inviatoci da uno degli autori, il prof. Francesco Mandarano, ed i dati desunti da "Il Libro della memoria" di Liliana Picciotto Fargion (ed. Mursia, 1991 / 2002) .

Regina nasce a Milano il 7/12/1926 da genitori di origine greca, Giuseppe Gani (o Ganì), commerciante di tessuti, nativo di Joannina, e Speranza Zacar (o Zaccar), di Corfù, che si erano sposati a Milano nel 1925.

Ha una sorella, Ester, nata nel 1928, ed un fratello, Alberto, del 1934.

Dopo aver frequentato le scuole elementari alla "Ruffini", sostiene l’esame di ammissione alla I ginnasio presso il Liceo "Manzoni" nel giugno 1937 ,ed è iscritta in I C per l’anno scolastico 1937/1938. Rimandata in italiano e latino, cade agli esami di riparazione (lo scrutinio è del 20 settembre 1938).

Le norme appena entrate in vigore non le consentono di reiscriversi nella nostra scuola. Come molti altri giovani espulsi dalla scuola pubblica: frequenta per un anno il corso ad indirizzo classico alla Scuola Ebraica di via Eupili e passa poi all'Istituto Tecnico ebraico di Piazza Cadorna, diretto dal prof. Finzi.

Nel 1943 i Gani sfollano a Seregno, abitando in un primo momento in locali posti sopra la tranceria di proprietà della famiglia Mazza, e successivamente in un edificio popolare, la Ca' Bianca, sito di fronte all'ospedale cittadino, ospitati da Luigi Casati, agricoltore. Giuseppe Gani non risiede con i suoi familiari, ma in casa di una figlia sposata del Casati, in via Volta.

Nell'agosto 1944, probabilmente in seguito ad una delazione, Speranza Gani e i figli vengono arrestati da alcuni militi fascisti, che prendono in ostaggio temporaneamente anche tre figlie dei Casati. Giuseppe Gani, avvertito in tempo, riesce a scappare, ma viene catturato durante la notte in località Dosso.

La famiglia è incarcerata dapprima nella caserma di Seregno, poi, probabilmente, a Monza; il 20 agosto i Gani vengono trasferiti nel carcere di San Vittore a Milano, nel quarto raggio, riservato agli ebrei arrestati e controllato da militari tedeschi.

Il 7 settembre 1944 vengono inviati al campo di raccolta e transito di Bolzano-Gries, da dove il 24 ottobre sono deportati ad Auschwitz, tutti nel medesimo convoglio, il n. 18 RSHA, il primo formato di soli ebrei.

Nel campo di concentramento, la madre ed Alberto non passano la selezione iniziale e vengono inviati alle camere a gas il giorno stesso dell'arrivo; del padre non si sa se muoia con la moglie e il figlio o successivamente; Regina ed Ester vengono evacuate da Auschwitz dopo l'11 febbraio 1945 forse per Bergen-Belsen, dove era stata costituita una grossa sezione femminile, ed anch'esse spariscono nel nulla.

Vengono detenuti prima nel carcere di Milano e poi nel campo di raccolta e transito di Bolzano - Gries, da dove il 24 ottobre sono deportati ad Auschwitz, tutti nel medesimo convoglio.

Nel campo di concentramento, la madre ed Alberto non passano la selezione iniziale e vengono uccisi il giorno stesso dell’arrivo, il 28 ottobre ; del padre non si sa quando e dove muoia; Regina ed Ester vengono evacuate da Auschwitz dopo l’11 febbraio 1945 per destinazione ignota, ed anch’esse spariscono nel nulla.

Barbara Bagliani (II D), Federico Catalfamo (III C), Marco Croatto (III C), Giacomo Di Martino (III C) , Alessandra Maccotta (II D), Luca Marangoni (III C), Laura Olivi (II D), Luca Povoleri (III C), Alessandro Simone Samari (III F)
Milano, 27 gennaio 2003
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