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EPILOGO DI UN'ODISSEA
Chi adesso arriva al crocicchio è colpito dalla quiete che
vi regna.
Poch'anzi vi è sceso don Pietro Pini di Cassago chiamato
per un ferito ed è stato accolto a fucilate; vi sono scesi,
da Bulciago, quattro giovani desiderosi di recare aiuto:
incappati nei mussoliniani sono stati freddamente stesi
a terra -- eran giunti in Brianza con una ditta sfollata
da Parma e volevano dare il loro tributo alla causa ch'è
di tutti gli italiani: sono caduti prima di gustar la gioia
del combattimento: Nosvelli, Fornari, Ferrari, Pini, simboli
della fratellanza patria.
Ma ora tutto è calma, greve calma mortale.
Proprio adesso potrebbero cominciare ad affluire i rinforzi.
Il Commissario Rivolta che è riuscito ad arrivare presso
la sede del Comando -- evidentemente la pioggia è stata
miracolosa per la sua ferita; o non è piuttosto la volontà
indomabile che fa prodigi? -- ritornandone incontra il maggiore
Contini ed il conte Della Porta che giungono a rendersi
conto della situazione. La quale non è allegra.
-- Ci sono i fascisti, fortissimi -- annuncia "Sandri".
La decisione degli altri è immediata: bisogna far barricate
per impedire che arrivino a Cassago e dilaghino. E senza
por tempo in mezzo si danno a organizzare l'impresa: carretti
e carrettini, qualche tronco: tutto è buono.
Ma le intenzioni fasciste sono presto note dal rombo dei
motori che si allontanano. Vanno; la meta è Como; li aspetta
il "duce".
Hanno raccolto i loro morti che son tanti, più di ottanta.
Dalle rade case, attraverso le fessure delle persiane serrate,
la popolazione sgomenta li guarda passare; un camion gronda
sangue come un carro da macello; i cadaveri vi stanno sopra
ammucchiati, e sopra i cadaveri ausiliarie armate -- puntati
i mitra -- simboleggiano la grazia della tanto vantata femminilità
mussoliniana.
Vanno, in un'atmosfera pregna d'odio e di sdegno; ogni tanto
sparacchiano contro una finestra chiusa, contro un tricolore
esposto.
Presso Nibionno una macchina si fa loro incontro: sono patrioti
di Lambrugo, comandati dal cap. Italo Moro, diretti al Comando
di Bulciago. Ma come mai questi partigiani vengono avanti
senza diffidenza o indugi? Effetto dell'inventiva e della
lealtà fascista! La macchina staffetta, quella che costituisce
la punta della colonna, è festonata con tricolori e drappi
rossi, e a bordo sono persone in borghese con fazzoletto
rosso al collo!
Convinto di trovarsi davanti ai patrioti il comandante Moro
obbedisce senza difficoltà all'intimazione di fermarsi,
ed anzi scende dalla propria vettura coi suoi uomini avanzando
verso i supposti amici insieme a Stellari Enrico e Conti
Luigi -- l'attivo cospiratore Lambrughese, giardiniere dei
Puecher --; invece il guidatore Perego Ciriaco si ferma
accanto alla macchina. Fiducioso, Moro si fa conoscere per
ufficiale partigiano e mostra i documenti; un attimo, una
raffica: Moro, Stellari e Conti sono a terra fulminati.
E' la volta del Perego: lo trascinano vicino ai morti, il
mitra fratricida si alza nuovamente a prender la mira. Ma
prima della scarica risuona un colpo di moschetto: un fascista
impaziente di farsi assassino ha sparato togliendo al collega
la soddisfazione del nuovo crimine. Il Perego, trapassato
il collo dal proiettile, è caduto bocconi ma morto non è:
si finge morto. Regolarmente depredato di orologio, fede,
anello, portafogli, punzecchiato con le baionette, percosso
con calci e moschetti, insultato e schernito rimane immobile;
sente il rombo dei motori che si avviano, le grida delle
donne che inferociscono nell'ingiuria i cadaveri... Vanno,
sono andati! Si alza barcollando, arranca verso una cascina,
vien medicato: è salvo!
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CAMPOLASCO
"Tra i cespugli giacquero quattro
corpi pacificati nel sonno eterno".
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Ma a Lambrugo si aspettano i quattro patrioti che tardano
a tornare. Inquietudine, decisione di andare a prender
notizie: una motocarozzina si avvia con a bordo Porro
Antonio, Redaelli Mario, Rigamonti Enrico.
Anche questi si imbattono nella brigantesca colonna che
li accoglie con raffiche di mitra, fortunatamente a vuoto.
Si gettano al margine della strada, accettano battaglia,
riescono a tener a bada una ventina di nemici; ma al sopraggiungere
di altri fascisti, ed esaurite le munizioni, cominciano
a ritirarsi... Sono in due. Mario Redaelli, uno dei primi,
uno dei fedelissimi di Giancarlo Puecher, ha raggiunto
il suo Capo nel cielo degli eroi.
I fascisti commentano: -- Come, si diceva che non ci fossero
partigiani! Andate un po' a vedere sulla strada quanti
morti!
I prigionieri issati sul rimorchio odono, vedono, fremono.
Guardano intorno: campagne familiari, strade tante volte
percorse in bicicletta, case di amici... Il paesaggio
noto, il paesaggio "loro" rende incredibile l'odissea;
certo la guerra in terra forestiera non può assumere l'intima
tragicità di questa che si svolge quasi sotto gli occhi
delle persone care, in un paese dove ad ogni svolta puoi
imbatterti nel conoscente, nel parente: lui là sulla strada,
normalmente in possesso del suo consueto domani, tu qui
sul camion, preda dell'avversario più mostruoso, legato,
impotente, morituro...
Quasi intuendo lo stato d'animo delle loro vittime e supponendolo
particolarmente proclive alla debolezza, i fascisti tentan
qualche lusinga: -- Se vi fate repubblicani siete salvi.
Risponde per tutti Adamo Degli Occhi: "non cambierà le
convinzioni di tutta la sua giovinezza, e pensa che nel
loro cuore anche i nemici debbano approvarlo".
Scorre lenta la teoria del panorama nella mattina fosca:
prati, campi, boscaglie, qualche casa, le fornaci, stabilimenti
isolati fra il verde come ville: è la Brianza nativa,
tanto cara e forse perduta... Ecco una lunga salita: là
in cima è l'incrocio di San Rocco sotto Lurago... I prigionieri
hanno imparato a rabbrividire degli incroci...
Ma a Lurago la sosta, lunghissima, non porta loro novità
considerevoli. Piena di eventi è al contrario per i patrioti
locali.
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CROCICCHIO DI S. ROCCO - LURAGO
"Il 27 aprile vi si erano date convegno le colonne
fasciste..."
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FRANCESCO MOTTA
di anni 19
Nato a Barzanò
Morto a Rovagnate
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NELLO NOSVELLI
di anni 23
Nato a Golese
Morto a Bulciago
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PIO PINI
di anni 28
Nato a Vigatto
Morto a Bulciago
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GIOVANNI PREDA
di anni 19
Nato a Bulciago
Fucilato a Bulciago
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MARIO REDAELLI
di anni 21
Nato a Lambrugo
Morto a Nibionno
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ENRICO RIGAMONTI
di anni 25
Nato a Cremella
Morto a Rovagnate
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EMILIO RIVA
di anni 33
Nato a Nibionno
Morto a Bulciago
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LUIGI RIVA
di anni 25
Nato a Nibionno
Morto a Rovagnate
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