A Firenze il 1° Forum alternativo mondiale.

L'alternativa a Kyoto

Forse il tempo della tremenda sbornia privatistica, dei Bassanini e dei Bersani, in questo paese, e nella sinistra, è finito…. o sta per finire

Anche le sbornie passano. Siccome mi sono stancato delle molte banali contestazioni di molti amici dell'Ulivo e di molti amministratori locali di centro sinistra, di essere troppo ideologico, a proposito di privatizzazione dei servizi idrici locali, mi sono ripromesso di premettere sempre ad ogni discorso sull'acqua questi 3 o 4 concetti.

1° Tranquillizzatevi, non stiamo polemizzando con i vostri partiti o discutendo dei bilanci del vostro comune e nemmeno stiamo tuonando contro il fatto che state privatizzando il servizio idrico del vostro ambito territoriale ottimale.

La cosa è più grossa: da tre anni stiamo cercando di far capire a tutti che ciò che si sta decidendo nel mondo è la Mercificazione Planetaria dell'acqua.

Stiamo lottando contro i mulini a vento?

2° Pensate allora di cosa stanno negoziando, e con chi, in questo momento le burocrazie oligarchiche del WTO, a proposito di privatizzazione mondiale dei servizi pubblici?

Pensate a quale interesse si ispira la decisione dell'Europa di chiedere a 109 paesi, compresi i 50 più poveri della Terra, l'apertura dei mercati nel settore dei servizi, prima tra tutti l'acqua?

Pensate all'inevitabile effetto sinergico esistente tra le decisioni che si prenderanno a settembre nel WTO, e la cultura della obbligatorietà a privatizzare i servizi idrici assunta dal parlamento italiano con l'art. 35, e dagli enti locali di centro sinistra che si sono affrettati ad applicarla.

3° Provate a pensare al futuro, almeno a quello dei vostri figli, prefigurandovi un mondo nel quale sei o sette Multinazionali, non quelle idilliache di un altrettanto idilliaco ed ineluttabile mercato, ma quelle reali che provocano le guerre, i colpi di stato, fanno gli omicidi su commissione, corrompono i governi…. ecco proprio quelle li…. che come 7 nuove sorelline gestiranno tutta l'acqua del pianeta.

Fantapolitica?

4° Se non girate lo sguardo da qualche altra parte, vi accorgerete che sull'acqua queste multinazionali sono già all'opera, hanno nomi e cognomi: Vivendi, Lyonnes des eaux, Thams Water, Severn Trent, RWE, Bechtel, ecc….,. con qualche misfatto di cui sopra già commesso…

Dopo Johannesburg

Dopo che a Johannesburg si è riconosciuta la benemerita funzione delle multinazionali, dove l'Onu ha consacrato l'acqua come bene economico e l'investitura del PPP ( Partnerariato-Pubblico - Privato) quale unica soluzione per l'accesso all'acqua nel mondo: il percorso è stato inesorabilmente tracciato.

Dopo ci sarebbe stato Kyoto.

Con il pellegrinaggio al 3° Forum Mondiale dell'Acqua, di tanti politici, governi nazionali, amministratori locali, magari con le loro SPA pubblico-private di fresca nomina, con i loro "progetti di cooperazione" rigorosamente a "full cost recovery o project financing"… con al seguito la società civile (associazioni, ONG ecc..), tutti insieme paritariamente con le grandi multinazionali e la Banca Mondiale a realizzare la "governance"…. che non è la democrazia partecipativa, come qualcuno sembra pensare, ma è la priorità del mercato, l'esautoramento della politica rappresentativa, la chiamata a complice della società civile.

A Kyoto, tutti insieme a legittimare ed a istituzionalizzare il Water Global Concil, un organismo privato non dimentichiamolo, non una emanazione dell'ONU, come non lo è l'appuntamento di Kyoto, che ha dominato le scelte di Johannesburg, rappresentativo delle oligarchie e delle multinazionali dell'acqua che stanno nei suoi organi direttivi,
Ed infine a conclusione, ci sarebbe stato Cancun che, con la stretta dei negoziati sui Gats avrebbe universalizzato la mercificazione dell'acqua.

E' perciò alla luce di questo percorso che occorre valutare le scelte che si fanno in Italia e soprattutto negli enti locali. Perché non può sfuggire a nessuno cosa può significare politicamente ed internazionalmente se un paese come l'Italia rende obbligatoria la liberalizzazione dei servizi idrici locali, se il centro sinistra italiano nella versione Bassanini - Amato- Morando, va oltre ogni limite e chiede con le gare immediate l'apertura alle multinazionali, se gli enti locali governati dal centro sinistra, bruciano i tempi di tutti e si buttano a capofitto appunto nelle gare d'appalto…
E' anticipare in sede nazionale e locale le decisioni del Wto. E' fare dell'Italia la testa d'ariete dello sfondamento della cultura del Bene Comune, in una Europa che, in tal senso, sull'acqua fa già da battistrada nel mondo. Ed è quasi una metafora: …l'acqua agli appetiti europei, …il petrolio a quelli americani.

Non volgere lo sguardo

Alla luce di questo percorso, dicevo, bisogna non volgere lo sguardo dall' altra parte della realtà, e guardare alla partita che le diverse multinazionali stanno giocando lungo le tre direttrici della mercificazione dell'acqua.

  1. Quella della liberazione dei servizi pubblici di tutto il mondo, di cui stiamo discutendo, che vede le multinazionali francesi e tedesche dare inizio alla "conquista dall'acqua" a partire dai paesi in via di sviluppo (Vivendi, Lyonnes, RWE…), che intervengono in centinaia di paesi e con mezzo miliardo di clienti paganti.
  2. Quelle delle acque minerali e delle acque in bottiglia, che puntano a monopolizzare l'acqua da bere, dirottando l'acqua migliore degli acquedotti verso la bottiglia, diversificando le acque, con enormi profitti. In cui dominano il mercato Nestlè, Danone e Coca Cola. Il terzo mondo accede ormai all'acqua potabile solo dai carissimi "boccioni" di quest'ultima.
  3. Quella delle grandi opere sui fiumi, invasi, laghi e canalizzazioni sotterranee, sottomarine, ecc e le gestioni conseguenti … Dove per l'Italia emerge Impregilo

Alla luce di questo percorso occorre guardare la partita che si gioca nel nostro paese, al di la dei modelli che apparentemente si scontrano: il modello di centro destra (Acquedotto Pugliese o MM milanese ecc.), o di centro sinistra ( modello Toscano, ACEA, ecc).

Occorre essere franchi con gli amministratori di centro sinistra: una privatizzazione non è migliore se la sinistra la controlla e la indirizza politicamente.

No! Non ditemi che la pensate ancora come ai tempi del nucleare, ricordate? … il nucleare è buono se lo gestisco noi…. No cari compagni, il nucleare non era buono in nessun modo, come non lo sono le SPA e il mercato. E sentire poi simili argomenti dalla voce di alcuni amici Verdi, francamente mi intristisce.

La partita in Italia

In Italia si sta giocando, attorno alla privatizzazione della gestione degli ATO, l'aggregazione delle SPA in holding e la costituzione di multinazionali nostrane. E questo è allo stesso tempo uno scontro politico-partitico di potere, ed economico tra gruppi economici nazionali ed internazionali. Basta dare un occhiata alle SPA che si vanno a costituire, le cordate, gli accordi che si stabiliscono, le gare che si vincono.

E troviamo che nel Lazio, in Campania, e soprattutto in Toscana, per la conquista della componente privata delle società pubbliche regionali, come Publiacqua, gareggiano: ACEA (società mista 51% comune di Roma, 49% Impregilo, Caltagirone, Marchini) e, di volta in volta assieme o in concorrenza con le multinazionali Suez des eaux, Severn Trent, oppure con le nuove società dei privati nostrani la Omniainvest di Colaninno, la Mps di Caltagirone o il Banco dei Paschi di Siena ecc…
Che ACEA (3,5 milioni di "clienti" in Italia) concorre, o si associa in cartelli d'impresa con i francesi, nelle gare per la conquista progressiva di acquedotti in Honduras, Equador; Armenia, Albania ecc… e a Lima, in Perù, secondo i modelli classici del finanziamento con i fondi pensione dei lavoratori.

Poi c'è chi sostiene che l'indirizzo politico rimane "ben saldo" nelle mani degli amministratori pubblici!!

Ma anche la SPA triestina che si conquista l'acqua in Bulgaria, e Amga di Genova e Acque Potabili di Torino corrono sul mercato. E ancora Enel hydro che sta acquisendo Sicilia Acque. Eniacqua, Fs hydro (Trenitalia) semipubbliche e quotate in borsa. Aqp (acquedotto pugliese), che andrà a gara per essere in parte acquisito da Vivendi o Lyonnes o Colaninno o da Pisante, l'ex potentissimo gruppo Acqua liquidato da tangentopoli, che ha già messo le mani avanti sul depuratore di Milano. E tanti privati noti pronti a correre assieme per il business del "partnerariato pubblico-privato", a cominciare, come abbiamo visto, da Roberto Colaninno, Ottavio Pisante, ma anche Luigi Arcaini, Scaroni ecc..

Tutto questo, ditemi: "E' ideologia"?

Io dico: meno male che su questo percorso si è messo il Movimento di Porto Alegre, con la campagna contro le privatizzazioni e contro i GATs.

Meno male che in Italia è in crescita la coscientizzazione di una opinione pubblica, di una di parte della politica, dei movimenti, del mondo cattolico, di Rifondazione Comunista, di alcuni DS e di qualche Verde.

Meno male che su di un percorso che sembrava già definito, si è messo di traverso la decisione del Comitato per un Contratto Mondiale sull'Acqua, assieme a tutti i movimenti, dando vita al 1° Forum Alternativo Mondiale sull'Acqua che si tiene a Firenze. Alternativo alla cultura del PPP (parternariato pubblico-orivatio) che dominerà Kyoto.

Un Forum al quale chiamiamo tutti a confrontarsi e assieme formulare contenuti, individuare spazi pubblici nuovi per gestire i beni comuni, cercare strade nuove, democratiche, partecipate, per affrontare la più grande emergenza che l'umanità deve affrontare: l'Acqua.

E per decretare che forse il tempo della tremenda sbornia privatistica, dei Bassanini e dei Bersani in questo paese, e nella sinistra, è finito…. o sta per finire.

Emilio Molinari (Vice presidente del comitato italiano per un contratto mondiale sull'acqua)
Firenze, 20 marzo 2003
da "Liberazione"