A Firenze il 1° Forum alternativo mondiale.

Le mani dei privati sull'oro blu

Dal vertice di Kyoto

I venti di guerra arrivano anche a Kyoto. In Giappone si erano dati appuntamento i rappresentanti di oltre 160 paesi tra capi di Stato, di governo, responsabili di enti locali, tecnici, studiosi e rappresentanti degli organismi internazionali, per almeno 350 sessioni di discussione. Ma l'imminente conflitto contro l'Iraq ha sconvolto scalette e dibattiti a causa dell'assenza dei protagonisti bloccati in patria riducendo drasticamente le aspettative che dovevano essere prodotte dal summit.

Il terzo appuntamento mondiale sull'acqua (prima di oggi erano stati organizzati altri due vertici simili, a Marrakesh nel '97 e all'Aja nel 2001) doveva affrontare quello che sarà uno dei maggiori problemi del globo: la scarsezza di acqua. Ma il reale problema, non è la reperibilità del bene, ma sua distribuzione. Un business su cui molti vogliono mettere le mani: chi controllerà le risorse idriche sarà anche in grado di controllare geopoliticamente il paese e l'area interessata.

Sono oltre 1,4 miliardi le persone che vivono senz'acqua, o con scorte minime e difficili da reperire. Ben tre miliardi, poi, non potrebbero approfittare di servizi igienici adeguati. E, ultima, ma non in grado d'importanza, conseguenza, almeno 5 milioni di persone muoiono ogni anno per malattie collegate alla carenza del prezioso liquido. Di questi, quasi un terzo sono bambini sotto i cinque anni.

I numeri, insomma, parlano da soli. E il futuro non promette nulla di buono. L'acqua è ormai entrata a far parte del circuito economico globale. E' lo stesso direttore dell'Unesco Koichiro Matsuura che recentemente in un articolo sull'International Herald Tribune ha dichiarato che «Visti gli alti costi di investimento che sono necessari, è ormai chiaro che un accesso gratuito all'acqua non può più essere preso in considerazione». Non sarà in conseguenza di questa dichiarazione, ma dovrebbe preoccupare il fatto che come a Johannesburg in occasione del vertice sull'ambiente, anche a Kyoto è stata segnalata la presenza di quasi tutte le grandi multinazionali che intendono essere protagoniste di prima fila del business più facile e lucroso del secolo. Ed è questo l'obbiettivo dichiarato del World Water Forum, un vertice che le Nazioni Unite promuovono, ma non controllano più. La questione finanziaria ha dominato i dibattiti e le discussioni (almeno di quelli che si sono svolti) del grande meeting internazionale. La ricetta è chiara: «L'acqua deve essere pagata per il valore che ha». Quel valore però sarà determinato dal mercato, un mercato che sarà sempre di più nelle mani dei privati. Sono tutte ottime ragioni per darsi appuntamento a Firenze e non in Giappone.

Simonetta Cossu
Firenze, 20 marzo 2003
da "Liberazione"