Napoli e lo spettro del “boia chi molla” di Reggio Calabria

Rifiuti e ultrà

Tenuti per anni nel sedicente non luogo sociale dello stadio, ch'è invece un perfetto spaccato della nostra società, gli ultrà irrompono sul panorama politico e occorrerà farci i conti

Ultras

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Photo by Dazebao.orginfo

Tenuti per anni nel sedicente non luogo sociale dello stadio, ch'è invece un perfetto spaccato della nostra società, gli ultrà irrompono sul panorama politico e occorrerà farci i conti. Gli stadi da tempo non sono più luoghi di sport anche perché quello che avviene sul campo fra doping, combine, ruberie e malaffare non ha neppure più un'ombra di somiglianza con lo sport.

Di conseguenza nelle curve il tifo è alibi, pretesto, se va bene ricordo. Eppure sugli spalti continua a gravitare quel desiderio d'evasione, di collettività - pur incanalata da omologazioni e mode - che l'età giovanile esprime. Però in quel mondo di cultura approssimativa, di sentimenti, testosterone e desiderio di fare e vivere da anni s'è annidato un cancro. Nei confronti del quale una Sinistra sempre più chic e carrierista non ha voluto sporcarsi le mani. Così la metastasi ha avuto compiti facilitati dalla sottocultura del campanile, a metà strada fra stracittà e strapaese, spinte primordiali d'appartenenza, energie vitali e ricerca del bel gesto che sono categorie più machiste e di quell'appropriazione indebita che il parafascismo ha sempre fatto del superomismo nietzschiano.

Ma poiché gli stadi non sono frequentati da paraintellettuali, pur destrorsi, bensì da parecchi parasquadristi le correzioni ci sono state in corsa. E hanno virato al peggio. All'apologia di nazismo, al razzismo palese che però Ministri dell'Interno - vero Parisi? vero Amato? - e dello Sport - vero Melandri? - hanno tollerato e coperto con finte prese di posizione. Responsabilità del mondo sportivo, Federcalcio e Coni, i cui vertici mutuano da certe istituzioni politiche solo gl'intenti di far finta di nulla riguardo allo sfacelo collettivo e di aumentarsi i personali emolumenti, e ciclopiche responsabilità dei governi. Quelli Berlusconi che i fascisti alla Fini e Storace li hanno avuti in casa e con loro hanno depenalizzato il nazifascismo trasformandolo in regime e ideologia democratica, accettabile dalla storia dell'umanità. Hanno pure avuto e hanno in famiglia il razzismo bossiano, enunciato a chiare lettere fin dentro le aule parlamentari. Egualmente i governi Prodi che hanno pronunciato di fronte all'esaltazione dei lager, agli sventolii di svastiche e croci celtiche soltanto condanne di maniera.

Cosa fare? Semplicissimo: applicare leggi tuttora vigenti per le quali non solo Boccacci, Fiore, Romagnoli, la Mussolini, Tilgher ma anche Rauti, Tremaglia, Storace, Alemanno, Gasparri, Bossi, Calderoli, Borghezio dovrebbero rispondere alla Magistratura e magari finire in galera. Non certo per reato d'opinione perché quello che talvolta affermano anche da luoghi istituzionali - protetti dall'immunità parlamentare - è apologia di reato. Fascista e razzista, alla stregua di certi ultrà. Per eccesso di democrazia i governi di Destra-Sinistra accettano e sopportano che gli stadi  siano diventati e restino enclavi dove tali apologie vengono sventolate più delle bandiere bianconere o giallorosse. E quando le violenze proclamate e attuate verso guelfi d'opposta fazione trovano il comune denominatore d'un attacco generalizzato ai simboli dello Stato arrivano gli assalti ai Raciti, alle caserme e la presa concordata delle città. Il trait-d'union che vede la curva militante parafascista intervenire nella politica nazionale s'è mostrata in questi giorni di 'emergenza rifiuti'.

Se i giusti bersagli della protesta spontanea erano politici assolutamente responsabili del degrado del territorio campano - come il Governatore Bassolino e il Sindaco Iervolino che impunemente non hanno avuto neppure il buon gusto di dimettersi - s'è notato come il camerata Fini abbia chiamato a raccolta i manipoli per soffiare sul fuoco e strumentalizzare la ribellione. Alleanza Nazionale col Governatore Rastrelli ha le stesse responsabilità di Bassolino per favoritismi e clientele verso un controllo territoriale da parte della malavita. In più i suoi militanti si sono distinti accanto agli ultrà-squadristi per assalti non solo alla Polizia, come a Cagliari nel caso dell'abitazione di Soru, ma come a Pianura verso i sacri Vigili del Fuoco. Politici di Aenne e Forza Italia hanno organizzato la protesta ultrà e lanciano intimidazioni alla Gasparri: ''Se le navi non si bloccano la protesta sarà più dura''. Già sogna un'altra Reggio Calabria la marmaglia fascista di via della Scrofa, con tanto di Ciccio Franco, Boia chi molla e magari stragi sui treni di cui gli esponenti missini erano maestri. Speriamo non accadrà. Quello che però sta accadendo è una conquista della piazza da parte d'una destra armata per ora di spranghe e molotov, non sappiamo in futuro. Un futuro che potrebbe essere dietro l'angolo poiché tutto questo sa di dejà vu. Quali passi intendono fare la Sinistra di governo e quella antagonista per rintuzzare un ritorno d'un parafascismo armato?

Enrico Campofreda
Roma, 13 gennaio 2008
da “Dazebao