Un contributo del Gruppo PRC della Provincia di Milano

Tangenziale Est-Esterna
Critiche e proposte alternative

Premessa

La Tangenziale Est Esterna (da ora TEE) rappresenta una parte fondamentale nel quadro del sistema regionale della mobilità, voluto dalle Giunte di centro-destra della Regione, della Provincia di Milano e del Comune di Milano.

La TEE è una infrastruttura viaria ad altissimo impatto ambientale, ed è praticamente inutile, perché non risolve il problema del traffico, anzi con essa sarebbe ulteriormente incrementato.

La TEE rappresenta una faraonica operazione, si tratta di una nuova autostrada che collega Agrate a Melegnano, a sei corsie (tre per ogni senso di marcia), il cui costo previsto è intorno ad un miliardo di Euro.

La lunghezza della TEE è di circa 35 chilometri, i Comuni interessati sono 33 e due province, la nostra e quella di Lodi.

La TEE è stata progettata senza tenere conto di alcun principio di pianificazione, senza partecipazione e coinvolgimento dei Comuni e della popolazione interessata.

Così come avvenuto per tutte le grandi opere infrastrutturali che interessano la nostra Regione, anche per la TEE la sua conoscenza avviene attraverso la stampa.

La TEE non è stata programmata e pianificata all’interno dell’ente pubblico proponente, in questo caso la Provincia. Successivamente, essa, dopo analisi e valutazioni anche con gli enti coinvolti, ha pensato di intraprendere questa scelta, ma è determinata da esigenze di mercato, suggerite da società autostradali e da banche, che intravedono la possibilità di un enorme affare, realizzabile con la compiacenza di alcuni enti locali.

Nei primi mesi del 2000 emerse “l’esigenza della TEE”. La Provincia e la Regione dichiararono che la TEE rappresentava un’opera infrastrutturale necessaria per risolvere il problema del collegamento tra la A4 e la A1; in particolare, a seguito della futura realizzazione della Brebemi, che altrimenti rischierebbe di immettere il flusso di auto prodotto direttamente nella città di Milano.Contemporaneamente pensarono così di risolvere il problema del decongestionamento del traffico di persone e merci relativa alla parte est di Milano.

Rapporto tra il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale e la Tangenziale est esterna

Il PTCP, attraverso una pianificazione e riqualificazione del territorio e dell’ambiente, avrebbe dovuto risolvere i problemi determinati da uno sviluppo scellerato e non più sostenibile che tanti guasti ha provocato nel territorio negli ultimi decenni.

Pertanto obiettivi prioritari avrebbero dovuto essere il riequilibrio territoriale e il risanamento ambientale, oltre che risolvere i grandi problemi dell’area metropolitana come la mobilità. Ma così non è stato.

La Provincia ha introdotto nel PTCP tutte le scelte del Piano Urbano della Mobilità del Comune di Milano, non si può certo parlare di policentrismo. Sono state inserite tutte le scelte infrastrutturali decise da altri soggetti ed in altre sedi. Ancora una volta il trasporto di persone e merci avviene solo su gomma, con tutte le ricadute che conosciamo sull’ambiente, il territorio e la salute dei cittadini.

Esiste tuttavia una politica della mobilità differente, che punta al riequilibrio modale ferro-gomma.

Nel precedente PTCP della Giunta Tamberi di Centro Sinistra e R.C., affossato dalla Colli, nel campo della mobilità, opere di questo tipo non erano previste e vi erano al contrario obiettivi qualificanti quali:

  • potenziare il trasporto pubblico su ferro per garantire un incremento della mobilità pubblica metropolitana del 40% (prevista intorno al 2005)
  • collegamento circolare esterno alla città di Milano in corrispondenza del sistema tangenziale, su ferro, es. metrotranvia.

    Siamo profondamente contrari al PTCP approvato dalla Provincia: il PTCP sostiene uno sviluppo diffuso e indifferenziato, propone nuovo consumo del suolo, non visto come risorsa non più rinnovabile. Non vi sono vincoli di inedificabilità nei perimetri dei Parchi, anzi è previsto il contrario, soprattutto nel Parco Agricolo Sud Milano. Non risolve il problema del rapporto squilibrato tra la città di Milano ed il suo hinterland. Non ci sono proposte che qualificano il territorio.

    E’ uno strumento troppo aperto, dinamico e flessibile, tutto interno ad una logica liberista. Non si presenta come strumento urbanistico di carattere strategico.

    Per ciò che riguarda la parte del territorio del Sud est Milano e Martesana Adda, il PTCP è assolutamente incompleto e privo di pianificazione territoriale a causa della contrarietà dei sindaci ad opere come la tangenziale est esterna e alla Brebemi. I tavoli 10 e 11 corrispondenti alle suddette aree, di fatto, non si sono mai riuniti con la Provincia.

    Il PTCP adottato dalla Provincia alla fine di settembre 2002 (ma ci sarà ancora tempo per le osservazioni ed ulteriori battaglie), contiene ancora una larga fascia nelle proprie cartografie da Agrate a Melegnano, all’interno della quale passerà la TEE. Nonostante le proteste sia nelle Commissioni competenti, sia in vari Consigli provinciali, anche attraverso specifici emendamenti al PTCP stesso, l’Assessore al Territorio Marco di Tolle si è sempre rifiutato di apporre il tracciato sostenendo che: “è un difetto leggere su una tavola l’indicazione di un percorso rigido di una strada”. È un’affermazione non condivisibile, poiché non coerente rispetto gli altri progetti viabilistici e non solo contenuti nel PTCP, alcuni dei quali non ancora definiti e comunque già indicati. Inoltre, è risaputo che nella pianificazione territoriale il tracciato di una strada spostato in un luogo o in un altro di un territorio può produrre interessi notevoli e differenziati. Nel caso in esame un’area così vasta crea maggiori appetiti.

    Noi riteniamo che lo sviluppo distorto del territorio sia estremamente connesso alla sua viabilità. Abbiamo più volte denunciato come la valorizzazione di certe aree sia conseguente ad alcune realizzazioni di reti stradali, (ma anche di metropolitane come nel caso di Assago). Così come denunciamo che certi modelli di sviluppo che mettono al centro il profitto e non la qualità della vita, dell’ambiente e della salute non sono i nostri modelli.

    Nella parte attinente il sistema infrastrutturale della mobilità, troviamo che “obiettivo prioritario del PTCP è lo sviluppo della mobilità a supporto dello sviluppo socio economico”.

    Alcuni Comuni predispongono le proprie previsioni insediative in relazione a futuri scenari di sviluppo della mobilità. È il caso del Comune di Pozzuolo Martesana, che nonostante abbia dichiarato la propria contrarietà alla TEE ed alla Bre-be-mi, di fatto, già dallo scorso anno ha deciso l’insediamento di un polo logistico di notevoli dimensioni sul proprio territorio.

    È un’impostazione che chiaramente non condividiamo e contrastiamo.

    Il progetto

    Comuni attraversati:
    Principali caratteristiche tecniche

    Ad aggravare la situazione è l’ulteriore obiettivo del centro destra, cioè che successivamente alla TEE è previsto un nuovo anello esterno delle tangenziali milanesi.

    Oltre al 1° tracciato ad est di Milano, di circa 39 km da Agrate a Melegnano, ne viene previsto un 2° a Sud Milano di circa 57 km da Carpiano e attraverso Binasco – Boffalora fino a Malpensa.

    La TEE e la Brebemi saranno realizzate utilizzando le procedure per un progetto di project financing (legge Merloni) inoltre, beneficeranno dei finanziamenti pubblici previsti dalla “legge obiettivo” di Lunardi. Ultimamente questi finanziamenti sono stati messi in discussione dallo stesso Governo. Vedi le recenti polemiche tra Regione, Comune di Milano e Governo, quest’ultimo accusato di non rispettare gli impegni economici assunti rispetto al finanziamento delle grandi opere lombarde.

    L’Assessore alla viabilità e vice presidente della Provincia Dario Vermi nel novembre 2001, rispondendo ad una delle diverse interrogazioni sulla TEE presentate da RC e centro sinistra, afferma: “questa nuova tangenziale dovrà definirsi con la massima e possibile armonia con il territorio e questo sia sotto il profilo dell’impatto ambientale, che sotto il profilo della partecipazione degli enti locali e territoriali alla definizione delle caratteristiche del tracciato”. Ciò si verificherà una immensa falsità.

    Infatti, Comuni, comitati, gruppi consiliari provinciali e partiti rivendicheranno richieste d’informazioni e dati sull’opera per molto tempo ed essi non arriveranno mai.

    Solo a giugno 2002 i Sindaci dei Comuni verranno convocati in Provincia e potranno venire a conoscenza del progetto preliminare della tangenziale. In pratica dopo due anni dalla proclamazione dell’esigenza dell’opera.

    Nello stesso periodo, dopo numerosi solleciti e proteste da parte dei Gruppi di Rifondazione Comunista e del centro sinistra, sono illustrati nella Commissione Viabilità e Trasporti della Provincia di Milano i progetti predisposti dalla Società Tangenziali Esterne di Milano S.p.A.

    Inizialmente i tracciati proposti erano tre, ma ciò è durato poco, il tempo di presentarli ai Comuni interessati e dopo qualche giorno la giunta Colli decise di scegliere un tracciato e di trasmetterlo a Roma per la richiesta dei finanziamenti della “legge obiettivo”.

    Questo progetto preliminare non è stato portato in Consiglio Provinciale per l’approvazione, né tanto meno ne ha preso atto inizialmente.

    Probabilmente, la scelta è ricaduta sul progetto che in qualche modo evitava di interessare i Comuni di grandi dimensioni per il peso che questi avrebbero potuto giocare nel contrastare la Tangenziale est esterna.

    La mobilitazione contro l’opera.

    Noi condividiamo la battaglia dei comitati e dei sindaci. Essi si sono rifiutati di accettare la filosofia che spinge verso colossali opere infrastrutturali, invece di verificare soluzioni alternative non autostradali, di minor impatto ambientale, territoriale, sociale ed economico.

    Moltissime sono state e sono le iniziative contrarie alla TEE e alla Brebemi promosse sia a livello istituzionale, dai Comuni coinvolti, sia a livello di Comitati creatisi territorialmente e di Associazioni, tra cui l’Associazione Parco Sud, il WWF e Legambiente.

    Nelle istituzioni, nonostante alcune eccezioni, la maggioranza dei sindaci di Centro sinistra (alcuni con la presenza di Rifondazione Comunista in Giunta) si è sempre dichiarata contraria. È stata istituita un’associazione dei Comuni contraria alla TEE ed alla Bre-be-mi (settembre ’02). Capofila è il Comune di Melzo con il suo combattivo Sindaco.

    L’obiettivo fondamentale di tale associazione è di creare un’alternativa, in questo senso è stato previsto un incarico allo Studio Polinomia, affiliato al Politecnico di Milano, per la stesura di un progetto di riqualificazione delle strade esistenti, che si contrappone alle due devastanti opere infrastrutturali. Attualmente l’azione della Provincia di Milano, preoccupata per il forte dissenso presente, tende a smembrare il fronte del no attraverso incontri bilaterali coi singoli comuni. Di questo atteggiamento è ben consapevole l’associazione, che ha invitato i sindaci a declinare gli inviti. Gli inviti della Provincia di Milano sono atti per trovare accordi e contropartite singole (mitigazioni ambientali) che minano l’unità dei Comuni.

    Attraverso i comitati e le associazioni sono state indette numerose assemblee sul territorio con grande partecipazione popolare e promosse manifestazioni per sensibilizzare la popolazione, che pagherà le conseguenze di questa scelta, il tutto per fare crescere un più grande movimento di lotta contro la Tangenziale est esterna.

    La presenza determinante di Rifondazione Comunista in Provincia, in Regione e in Comune a Milano, ma soprattutto nei Comuni interessati alla TEE sia in maggioranza che all’opposizione, nei circoli di RC interessati, oltre che all’interno dei Comitati e delle Associazioni dovrebbe essere maggiormente coordinata per rilanciare il nostro ruolo propositivo e protagonista in simili battaglie e renderlo maggiormente visibile.

    Le ragioni del nostro no

    Riteniamo un errore ragionare in termini di nuove tangenziali e autostrade per rimediare al congestionamento di quelle esistenti. Se aumenta l’offerta con la costruzione di nuove strade e autostrade, si avrà come conseguenza l’incremento del traffico su gomma e di automezzi privati sulla direttrice est senza risolvere il problema del traffico locale ed aumentando maggiormente il congestionamento ed il consumo del territorio.

    Nel caso della TEE ma anche della Brebemi, l’ente Provincia rinuncia al proprio ruolo di pianificazione e di programmazione e demanda ad una Società la gestione di importanti problemi quali la mobilità attraverso il project financing. Viene creata una società ad hoc per la programmazione, la realizzazione e la gestione di un’opera così importante.

    La società è la Tangenziali Esterne di Milano S.p.A. che viene costituita il 19/ 2/2002, e di cui ne fanno parte: Provincia di Milano, Autostrade SpA, Serravalle S.p.A., Intesa BCI S.p.A., Autostrada TO-MI S.p.A. e Brebemi S.p.A..

    In pratica una società sostenuta da colossi del credito e dai gestori di autostrade che si spartiranno gli incassi dei costosi pedaggi che pagheranno gli utenti della tangenziale.

    Infatti, tale società ha per oggetto sociale principale la promozione, la progettazione, la costruzione e la gestione della nuova Tangenziale Est Esterna di Milano e più in generale del nuovo anello esterno dell’attuale rete delle Tangenziali di Milano.

    La Provincia decide, sopra la testa dei Comuni interessati e conseguentemente della popolazione, di non risolvere i grandi problemi derivanti dall’enorme congestione del traffico e dall’inquinamento atmosferico e, invece, sposa gli interessi forti. Aggiunge traffico e altre strade a quelle esistenti, senza creare delle alternative alla mobilità privata su gomma, incrementando per esempio la mobilità su ferro e il trasporto pubblico.

    L’inutilità della TEE viene dimostrata anche da ricerche condotte che hanno rilevato che più dell’80% del traffico di auto e camion che utilizza quotidianamente la tangenziale è costituito da traffico locale. Questo traffico deve trovare delle soluzioni attraverso adeguate alternative lungo le provinciali esistenti, che sono da riqualificare e soprattutto dal potenziamento dei mezzi pubblici.

    Il tracciato della TEE oltre ad attraversare diversi comuni ed a cementificare aree vergini di pregio ambientale ed agricolo, attraversa il Parco Agricolo Sud Milano e il Parco dell’Adda.

    In particolar il Parco Sud rischia l’estinzione, perché, come è nelle intenzioni dei soliti attori, dopo la TEE vi sarà anche la tangenziale sud fino a Malpensa, interessando in quell’area il Parco del Ticino.

    Questa nuova colata di cemento porterà pesanti sconquassi ambientali, oltre ad un ulteriore inquinamento dell’aria provocato dal traffico indotto, inoltre, sarebbe incentivata quell’urbanizzazione selvaggia delle aree adiacenti alla nuova arteria. TEE e anello tangenziale di Milano, quindi grimaldello di future speculazioni a favore dei soliti noti.

    Le proposte alternative

    Rifondazione Comunista da sempre si batte per una programmazione e una pianificazione di una mobilità sostenibile e compatibile con l’ambiente, attenta non alle compatibilità economiche e ad una logica di mercato, come propone il centro destra, in virtù della quale sacrificare risorse e territorio.

    Noi sosteniamo una differente politica.

    Oggi è indispensabile un riequilibrio modale del sistema dei trasporti, pena il continuo aumento di traffico e inquinamento.

    Devono essere trovate tutte quelle alternative atte ad impedire la costruzione di nuove strade ed autostrade. Il risultato della scelta che noi avversiamo tenacemente e radicalmente incrementa nuova mobilità privata su gomma e gravose conseguenze sulla popolazione.

    Le conseguenze sulla popolazione sono oltre a quelle ormai note sulla salute anche altre, infatti, da studi effettuati dal nostro gruppo regionale emerge:

  • una parte consistente del reddito delle famiglie (oltre 7 milioni di vecchie lire) viene speso ogni anno per l’automobile
  • viene individuato in sei anni il tempo dedicato dall’italiano medio per spostarsi con la propria automobile e due anni per trovare parcheggio.

    In particolare per risolvere il problema della mobilità dell’est milanese proponiamo di sostenere le seguenti proposte (tra l’altro coincidenti con quelle emerse dai Sindaci e dai Comitati):

    I nostri obiettivi

    La battaglia contro la Tangenziale Est Esterna e la Brebemi, non deve essere delegata solo alle parti di territorio interessate, ma deve essere assunta come priorità all’interno di tutto il partito, proprio per la portata devastatrice che assume questa enorme operazione economica e finanziaria.

    Nel frattempo, il nostro obiettivo deve essere quello di unificare le varie esperienze sviluppatesi e che diventino patrimonio di tutte le compagne e di tutti i compagni impegnati nella battaglia contro inutili, costose e devastanti opere infrastrutturali. Anche in questo caso, partendo dalla consapevolezza della necessità di uno sviluppo socialmente ed ambientalmente sostenibile, proponiamo delle alternative sulle quali coinvolgere la popolazione interessata. Contro la TEE sono state intraprese numerose iniziative: in Provincia di Milano, nei Comuni, tra i comitati e le associazioni, oltre che tra i partiti.

    È necessario che Rifondazione Comunista renda in modo più coordinato e maggiormente visibile la propria iniziativa politica alternativa sulla mobilità, rilanciandola nel territorio.

    Il nostro impegno continua ad essere per un altro tipo di società che crediamo possibile.

  • Irma Dioli
    Consigliere alla Provincia di Milano per il PRC
    Milano, 15 ottobre 2002
    www.prcprovinciami.org