Spettabile redazione.

Ho letto il resoconto del Consiglio Comunale del 13 aprile che aveva come punti centrali di discussione la legge regionale che finanzia le scuole materne private e la guerra contro la Jugoslavia scatenata dalla NATO.
In genere non intervengo dopo la lettura dei vostri articoli perché non è facile condensare in poche righe un dibattito esteso ed articolato. A voler ben guardare qualche motivo di scontento lo si può sempre trovare.
In questo caso, mi concederete però di dire la mia.
Sull'ordine del giorno, da me presentato, contro il finanziamento regionale delle scuole materne va detto che, oltre all'astensione di Angelo Formenti, un certo consenso l'ho ottenuto anche attraverso la non partecipazione al voto di alcuni consiglieri di Seregno Democratica del gruppo dei Democratici di Sinistra,
Ma è sulla questione delle tre mozioni (di Seregno Democratica, di Rifondazione Comunista e della Lega Nord) sulla guerra nel Kosovo che desidero soffermarmi.
Non conosco i motivi della decisione del Cittadino di trattare sotto tono la questione della guerra e delle cause che l'hanno determinata. È una decisione che non condivido ma ogni giornale è libero di fare le scelte editoriali che crede. Tuttavia non ritengo accettabile che venga eliminato l'intero dibattito consiliare con la motivazione che ".non riguarda da vicino la politica locale.".
Non ho la pretesa che venga riportato punto per punto l'intero dibattito ma almeno i punti essenziali, questo sì. Del resto il Cittadino ha consolidato nel tempo una funzione informativa pubblica degli avvenimenti politici locali e dunque è opportuna una attenzione alle notizie maggiore di quella di altri giornali locali. Nel caso specifico penso che la cittadinanza debba conoscere quale sia l'opinione dei suoi rappresentanti politici su una questione così importante come l'entrata in guerra contro un'altra nazione.
Per quanto riguarda la mozione di Rifondazione Comunista i punti che bastava citare erano i seguenti:

  • Le motivazioni reali che hanno portato gli USA e la NATO a scatenare questa guerra non derivano dalla repressione del governo di Belgrado nei confronti della popolazione di etnia albanese del Kosovo ma sono funzionali alla politica imperiale dell'occidente.
  • La dimostrata inutilità per la soluzione del problema del Kosovo di azioni di guerra. Queste non migliorano le condizioni di vita e la grave situazione precedente delle popolazioni ma creano migliaia di profughi, accrescono ed incancreniscono i motivi di divisione e di odio inter etnico, consolidano anche le più antidemocratiche tra le leadership e distruggono l'agibilità politica delle opposizioni interne.
  • La decisione NATO di bombardare la Jugoslavia è avvenuta senza alcun dibattito parlamentare ed in spregio della nostra Costituzione e della Carta dell'ONU,
  • La scusa per iniziare la guerra è stata il rifiuto di Belgrado a sottoscrivere gli accordi Rambouillet. Accordi capestro ed inaccettabili che, come lo stesso Dini ha rivelato, avrebbero comportato la secessione del Kosovo.
  • Le controversie internazionali devono essere affrontate e risolte in sede ONU con l'immediata sospensione di qualsiasi azione di guerra nei confronti della Jugoslavia e l'avvio immediato di consultazioni diplomatiche che abbiano come capisaldi il ripristino dell'autonomia del Kosovo, il rifiuto della sua spartizione su base etnica come tragicamente avvenuto in Bosnia, il rifiuto della sua secessione, il ritorno della popolazione di etnia albanese (cioè la proposta del principale rappresentante di etnia albanese del Kosovo: Rugova).
  • Non è il caso di aderire all'operazione Arcobaleno poiché un governo che uccide con azioni di guerra non può moralmente assolversi con azioni di carità peraltro assolutamente sproporzionate (125 miliardi al giorno costano i bombardamenti in sole armi, molto di più in distruzioni, solo 17 miliardi in tutto per l'operazione Arcobaleno.) e ad inviare aiuti finanziari e logistici agli abitanti (albanesi, serbi, rom, montenegrini, turchi, .) del Kosovo solo attraverso organizzazioni umanitarie indipendenti come il Consorzio Italiano di Solidarietà (ICS) od altre.
  • Distinti saluti

    Giuseppina Minotti


    Seregno, 20 aprile 1999