ARTICOLO PER SEREGNO NEWS (NUMERO 41 - SETTEMBRE 2002)

Provincia, Art. 18, Finanziaria

Il centro destra è contro l'istituzione della Provincia di Monza e Brianza.

Pareva che, per il centro destra ed in particolare per Forza Italia e Lega, l'istituzione della Provincia di Monza e Brianza fosse una questione della massima importanza.
I cittadini si ricorderanno la campagna di stampa (con Il Cittadino in prima fila) e le roboanti dichiarazioni di Berlusconi, Fini e Bossi nelle loro peregrinazioni elettorali in Brianza.
Tutta una presa in giro: la Provincia di Milano non vuole perdere i voti della bianca Brianza, la Camera di Commercio di Milano vuole continuare a prelevare 40 miliardi l'anno (e restituirne 2) dalle imprese locali, la Regione Lombardia non vede di buon occhio una nuova provincia difficilmente controllabile.
Così il voto sull'istituzione della nostra provincia è stato rinviato a data da destinarsi ed è pressoché impossibile che si possa poi essere pronti per le elezioni del 2004. Un'altra cosa, tra le tante, di cui questo governo dovrà, meglio prima che poi, rendere conto ai nostri conterranei.

Buon successo della raccolta firme sull'art. 18.

Ad agosto è terminata la raccolta firme, promossa da Rifondazione Comunista, i Verdi, parte della CGIL ed altre organizzazioni, sulle proposte referendarie riguardanti l'estensione dell'art. 18, alcune norme contro l'inquinamento e la difesa della scuola pubblica.
La raccolta firme ha avuto in Brianza un buon successo per un totale di 6317 firme certificate ed a livello nazionale è stata di molto superata la soglia necessaria.
Così è certo che il prossimo anno si voterà sui quesiti referendari e si tratterà di un importante scadenza politica e contemporaneamente di una battaglia di civiltà quale è la difesa e la conquista di fondamentali garanzie sindacali e sociali.

La finanziaria: scuola e sanità fatte a pezzi.

Mentre scriviamo è pubblico il testo della finanziaria di Berlusconi: tagli per 20 miliardi di euro, cioè 400 euro per abitante, smantellamento dello stato sociale, condono per gli evasori fiscali. Sono colpiti principalmente la scuola pubblica (licenziamento di tutti i bidelli e di migliaia di insegnanti, anche di sostegno, e di addetti alle segreterie) , la sanità (spariranno molti ospedali tra cui probabilmente quello di Giussano), i servizi sociali.
Si fa ricadere sugli enti locali il costo sociale perché sono ridotti i trasferimenti finanziari a comuni e regioni che dunque si vedranno costretti o ad abbassare il livello dei servizi erogati o ad aumentarne il costo. Inoltre aumenterà vistosamente il controllo dello stato sulle attività degli stessi enti locali.
Non diminuiranno invece le spese inutili e/o dannose (vedasi il ponte di Messina, le spese militari, il finanziamento delle scuole private, le grandi opere, ...).
La riduzione delle aliquote IRPEF è solo un inganno poiché i costi sociali per le famiglie aumenteranno in modo ben maggiore ed inoltre è imposto ai rinnovi dei contratti di lavoro un aumento ben inferiore al tasso reale di inflazione.
I condoni sono invece grasso che cola per gli evasori fiscali e per gli speculatori edilizi.
A questo punto è spontaneo chiedersi: qualcuno non è stato votato perché era federalista e contro il centralismo di «Roma ladrona»? Altri non parlavano di diminuzione delle tasse?
Del resto, da una maggioranza dedita a salvaguardare i propri interessi economici (e giudiziari) ed a soffiare sul fuoco della guerra assieme agli USA, potevamo aspettarci cose diverse?

Giuseppina Minotti
Capogruppo del PRC al Comune di Seregno
Seregno, 30 settembre 2002
da «Seregno News»