ARTICOLO PER SEREGNO NEWS (NUMERO 50 - APRILE 2004)

Parliamo di elezioni e di guerra.

Elezioni provinciali un esempio da seguire per le comunali.

Il mese prossimo si voterà per il rinnovo della Provincia di Milano. Purtroppo, per colpa del centro destra, non si voterà per la Provincia di Monza e Brianza ed, infatti, questo è un argomento che gli amici brianzoli di Berlusconi non affrontano volentieri.

Si arriva alle elezioni provinciali con un accordo tra l'intero Centro - Sinistra e Rifondazione Comunista che riteniamo esemplare sia nel metodo sia nei contenuti. Dei contenuti parleremo in altra occasione. Del metodo invece conviene parlare ora perché è quello che proponiamo per avviare la campagna elettorale che si concluderà nel 2005 con il rinnovo del Consiglio Comunale di Seregno.

Cosa c'è di innovativo e di utilizzabile anche a Seregno?

Il fatto che le forze politiche abbiano dichiarato per tempo la loro volontà unitaria, che abbiano avviato tutta una serie di confronti con le realtà associative, con le forze sociali, con i sindacati, che abbiano costituito dei gruppi di lavoro allo scopo di arrivare ad un programma elettorale il più possibile partecipato, che non ci siano stati tentativi prepotentemente egemonici di imporre la propria posizione. Ci sono stati problemi e difficoltà di percorso ma il dialogo ha consentito il loro superamento in un quadro unitario.

Questo metodo è quello che abbiamo proposto tempo fa e che riproponiamo per Seregno.

Non comprendiamo dunque certe sortite dei DS e della Margherita, le anticipazioni del sindaco uscente in merito alla scelta del futuro candidato sindaco e le dichiarazioni di alcuni esponenti di Seregno Democratica in merito alla delimitazione della futura coalizione all'interno del recinto del Centro - Sinistra. In più viene lasciato intendere che la futura coalizione debba nascere sulla base di un accordo preliminare tra DS e Margherita...

Bisogna dunque essere chiari: non esiste, per Rifondazione Comunista, la possibilità di sostenere una coalizione costruita in modo egemonico, preconfezionata e senza contenuti programmatici creati in modo partecipato e paritario con tutte le forze politiche e sociali interessate. Inoltre non si può pensare di arrivare alla scadenza elettorale del prossimo anno senza dare una svolta ai comportamenti politici attuali.

E' una questione di democrazia che per molti è irrilevante ma che per noi fa la differenza.

Ritirare i militari italiani dall'Iraq non significa abbandonarlo.

La strage di Nassiriya prima, quella di Madrid poi ed ora l'uccisione di Quattrocchi avrebbero dovuto far riflettere il nostro governo sulla piega che avrebbero preso gli avvenimenti in Iraq.

Si è, infatti, passati dall'illusione di contribuire alla normalizzazione ed alla ricostruzione dell'Iraq, con relativa spartizione del bottino, alla constatazione di trovarsi invece in una situazione di resistenza diffusa all'occupazione anglo - americana e di guerra a tutti gli effetti.

Ormai in Iraq non agiscono solo Bin Laden o Al Quaeda (peraltro, come noto, provenienti dall'allevamento USA) o altri gruppi terroristici che prima della guerra non c'erano (ma, si sa, nel "torbido si pesca meglio") ma siamo di fronte ad un insieme di organizzazioni radicate nel territorio e con un consenso di massa crescente, diverse tra loro ma unite nel ritenere perniciosa per gli interessi del popolo iracheno un'ulteriore permanenza delle forze occupanti. Per di più in un quadro di tale illegalità internazionale da aver convinto la Spagna di Zapatero ed altre nazioni a ritirare le proprie truppe.

Noi chiediamo il ritiro immediato delle truppe italiane e l'intervento dell'ONU in modo da garantire una transizione democratica ed il più possibile tranquilla verso un governo rappresentativo della realtà irachena.

Il ritiro delle truppe di occupazione e la loro sostituzione con azioni di pace e con il sostegno agli interventi umanitari non armati non significa dunque l'abbandono dell'Iraq e l'avvento di chissà quale apocalisse.

È invece la loro ulteriore permanenza che avrà come prevedibile conseguenza quella di incrementare i rancori, le ritorsioni, le azioni terroristiche ed incoraggiare la crescita dei movimenti fondamentalisti.

E questo è proprio quello che tutti vogliamo evitare, o no?

Come raggiungere Rifondazione?

Rifondazione Comunista pubblica direttamente un proprio sito web (http://digilander.libero.it/PRCseregno - dove potrete trovare circa 400 documenti riguardanti l'attività del PRC di Seregno dal 1995 ad oggi.

Per le notizie riguardanti la Brianza il PRC partecipa, con il Punto Rosso, al progetto informativo Brianza Popolare (https://www.brianzapopolare.it/), il sito è aggiornato frequentemente e ormai contiene circa 1.800 documenti e diverse migliaia di foto.

Giuseppina Minotti
Capogruppo del PRC al Comune di Seregno
Seregno, 20 aprile 2004
da «Seregno News»