Signor sindaco,
premesso che
il comune di Seregno era proprietario a Caglio (Co), in località Campoè di alcuni immobili, già adibiti a colonia estiva dapprima per gli utenti dell'istituto S.Giuseppe di Seregno e successivamente per gli ex-allievi dello stesso ente, poi disciolto;
il 31 maggio 2004 la Giunta Comunale di Seregno ha inopinatamente deliberato di vendere al Comune di Caglio il fabbricato e relativi terreni adiacenti, autorizzando lo stesso a mettere all'asta gli immobili;
a questo scopo il 7 ottobre 2004 è stato firmato un contratto preliminare di compravendita tra i due comuni;
nel citato contratto, tra l'altro, è scritto: “il comune di Caglio si impegna a smurare a sue spese la lapide posta nell'atrio del predetto fabbricato che verrà ritirata dal comune di Seregno”;
venuta a conoscenza del fatto che
il 24 febbraio 2006, l'assessore alle Politiche Sociali e Servizi alla Famiglia, Mariateresa Viganò, “per delega del sindaco, su sollecitazione degli iscrittti all'Associazione ex Allievi dell'istituto San Giuseppe di Seregno” , ha scritto al sindaco di Caglio per sapere “circa il destino di quella lapide e la sua eventuale disponibilità al recupero da parte dell'associazione seregnese [la qual cosa] sarebbe certamente una gradita sorpresa per gli ex allievi dell'istituto e per la sottoscritta [Viganò]”;
chiedo
quali motivi impediscono al sindaco di Seregno di chiedere, dopo due anni, al sindaco di Caglio di rispettare l'impegno assunto nel predetto contratto preliminare di compravendita, ovvero di mettere a disposizione del comune di Seregno la lapide in oggetto, ma si limita a richiedere “un cenno circa il destino di quella lapide”.
Distinti saluti.