Piste ciclabili: non ci siamo.

Egregio signor sindaco,

ogni anno mi trovo costretta a presentare l’ennesima interpellanza riguardante le piste ciclabili. Questo perché a ciò che lamento non viene mai posto rimedio. Ho visitato due città tedesche: Monaco di Baviera (1.300.000 abitanti) e Memmingen (40.000 abitanti). La prima paragonabile a Milano e la seconda a Seregno.

La prima osservazione è che la totalità delle strade di queste città dispone di una pista o corsia ciclabile: o in sede propria, o su parte del marciapiedi o della strada o anche in comune con pedoni e mezzi pubblici. Quando non sono in sede propria sono opportunamente segnalate o con un colore diverso dell’asfalto o con righe di divisione e dunque il ciclista è in grado di sapere se si trova o meno su una ciclabile. Per quanto riguarda le dimensioni si va dai tre metri della RadelnWeg che costeggia l’Isar ai 60-70 centimetri delle strade più strette. Le piste non hanno buchi e sono ben raccordate con le strade così che i ciclisti non sono costretti a saltellare. Insomma il traffico ciclistico viene trattato come quello automobilistico e viene incoraggiato. Io stessa ho sperimentato quanto osservato percorrendo, in piena sicurezza, oltre 200 chilometri in otto giorni nella sola Monaco.

La situazione di Seregno è ben diversa: ho rifatto il giro di ricognizione dello scorso anno e nulla di quanto scrivevo nell’interpellanza è cambiato in meglio: le stesse macchine in sosta, buchi, siepi sporgenti che schiaffeggiano il ciclista, cartelli pericolosamente vicini alla testa, …

Segnalavo che: "all’altezza del negozio del Dell’Orto (prima del PACLE) la pista finisce bruscamente con 20 cm di dislivello e non c’è alcun avvertimento", "nessuna pista ha le righe laterali e la mezzeria, poche hanno l’indicazione "Pista ciclabile" (in mancanza si è sempre nel dubbio se il transito ciclistico sia lecito o no, non vorrei che ciò sia fatto di proposito per non prendersi responsabilità in caso di incidenti)",…

Segnalo ora che lungo la via Briantina, ai bordi della strada dove dovrebbero passare le biciclette, ci sono numerosi tombini ad almeno 10 centimetri sotto il livello del suolo.

Segnalo inoltre che, malgrado la via Briantina sia percorsa da numerosi studenti in quanto collega numerosi complessi scolastici, nessuno si sia preoccupato di ricavare una corsia riservata alle due ruote ai lati della strada. Né il comune di Seregno e nemmeno quello di Carate Brianza. Il comune di Carate poteva cogliere l’occasione del taglio dei pioppi lungo viale Brianza per collocare ai lati dello stesso le piste o le corsie ciclabili ed una adeguata alberatura. In questi casi peraltro è ben difficile recitare la litania della mancanza di spazio laterale… oltre al fatto che certi miglioramenti possono essere fatti durante la manutenzione, il rinnovo del manto stradale e la tracciatura periodica dei segnali orizzontali. Che dire poi dell’attraversamento della superstrada Milano – Lecco? Un ponte costato svariati miliardi che non prevede una corsia ciclabile…

Ovviamente l’esempio della via Briantina si può estendere all’intera Seregno.

Chiedo che l’amministrazione illustri quali sono le sue intenzioni relativamente ai problemi sollevati e se ritiene opportuno che, stante l’evidente incapacità a risolverli, non sia il caso di istituire una commissione ad hoc composta da rappresentanti dei gruppi consiliari, da tecnici e da ambientalisti, con l’incarico di esaminare le possibili soluzioni.

Distinti saluti

Giuseppina Minotti

(capogruppo del PRC)

Seregno, 13 settembre 1999