Commento del PRC di Seregno dopo il voto del Consiglio Comunale sullo statuto dell'AMSP SpA.
Navi corsare all'orizzonte incrociano la rotta dell'AMSP.
Il comandante lo sa?
Intanto i pescicani sono in agguato.

Venerdì 15 dicembre 2000 è stato approvato - con l'astensione di Rifondazione Comunista, il voto contrario della consigliera Annarosa Garzoni di Seregno Democratica e l'assenza della Lega Nord - lo statuto e la contemporanea trasformazione dell'Azienda Speciale AMSP in AMSP S.p.A..

L'astensione del PRC è motivata dal non accoglimento delle sue proposte di emendamenti che avrebbero rafforzato notevolmente le difese contro una possibile privatizzazione dell'AMSP nel prossimo futuro. Il nuovo statuto non impedisce tuttavia il prosieguo della nostra battaglia in altre forme.

La consigliera Garzoni ha votato contro perché non è stata accolta, nello statuto, la destinazione sociale di una parte dei prevedibili utili ma anche perché, in questa come in altre importanti occasioni, si è manifestata in Seregno Democratica una forte resistenza alle posizioni politiche di chi è in dissenso con la maggioranza.

Per approvare il nuovo statuto dellAMSP S.p.A. ci sono volute meno di due ore e non ci sono stati ostacoli da parte del Centro Destra sempre pronto, sulle cose di poco conto, a porre intralci di ogni genere.

Da tempo molti avanzano sospetti di accordi sottobanco tra Seregno Democratica e Forza Italia che potrebbero riguardare questioni rilevanti anche al di fuori del nostro comune.

Bisogna ricordare che la nostra azienda ha un valore collocabile tra 150 e 200 miliardi, opera in un settore di mercato molto redditizio ed in regime di quasi monopolio, ha impianti di prim'ordine, partecipa con quote rilevanti in diverse altre aziende locali.
Inoltre le sue prospettive sono più che rosee ed è questo quello che più conta.
Premesse sufficienti a titillare la gola di ogni genere di speculatore che sappia fare con un minimo di buon senso il suo mestiere, che sappia preparare il terreno e che abbia la pazienza di aspettare qualche anno.
La considerazione che a questo punto vien voglia di fare è quella che abbiamo sentito da molti concittadini ai quali abbiamo presentato i nostri dubbi: perché litigare quando ci potrebbe essere grasso che cola per tutti?
A meno che non si tratti - e noi propendiamo per questa ipotesi - di puro dilettantismo politico ed amministrativo facilitato dalla precipitazione - senza alcuna discussione pubblica - con cui si è approvata la trasformazione in SpA.
Il risultato finale potrebbe essere tuttavia il medesimo: la sottrazione dell'AMSP dal controllo pubblico.
Saremo i soliti sospettosi, vedremo sempre il pelo nell'uovo, non ci andrà mai bene nulla,...aspettiamo smentite e/o conferme ma non staremo di certo a guardare con le mani in mano.

Nel seguito riportiamo una parte dell'intervento della consigliera Giuseppina Minotti e gli emendamenti proposti dal PRC.

La trasformazione dell'azienda speciale AMSP in AMSP S.p.A. rientra nella logica di riduzione al mercato delle attività relative ai servizi essenziali che le municipalizzate svolgevano per conto, appunto, dei comuni in regime di monopolio.

Anche nel campo dei servizi pubblici si sta aprendo un grosso spazio alla concorrenza con il miraggio di un abbassamento dei prezzi ed un miglioramento dei servizi.

In certi casi potrebbe anche essere così ma in generale il privato non punta alla qualità se non come portatrice di profitti.

Per quanto riguarda i prezzi le recenti privatizzazioni ed il comportamento delle multinazionali dimostrano l'esatto opposto.

Ci sembra inoltre che ci sia uno sbilanciamento di fatto nelle prospettive: da parte pubblica si abbraccia l'ideologia del mercato quale ambito obbligato e totalizzante del vivere civile che si vorrebbe trasformare in un insieme di compratori e venditori, e dall'altra si apre la strada non solo alle logiche di mercato (la ricerca del profitto e l'abbandono della finalità sociale) ma alla stessa penetrazione degli interessi particolari delle grosse aziende private in ambito pubblico. In realtà queste trasformazioni societarie sono state dettate dalla enorme potenzialità di generare profitti a rischio zero derivante dal soddisfacimento dei bisogni primari. Non si vede quale sia l'interesse pubblico in tutto ciò. Non esiste ovviamente nessuna reciprocità poichè non esiste nessuna seria possibilità di poter far concorrenza alle multinazionali sul loro terreno.

Per quanto riguarda l'AMSP abbiamo più volte affermato e sostenuto che questa debba rimanere di proprietà pubblica anche se di diritto privato (tale è una S.p.A.).

In questo non ravvisiamo eccessivi pericoli se il potere di indirizzo verrà consapevolmente, preventivamente e continuativamente esercitato dal Consiglio Comunale.

Per quanto riguarda la struttura proprietaria la nostra preferenza è che il pacchetto azionario rimanga nelle mani del Comune di Seregno anche per una quota superiore al 51 %.

Vediamo con favore che della AMSP S.p.A. entrino a far parte altri comuni ed enti pubblici brianzoli con quote di minoranza anche consistenti.

Non siamo invece favorevoli all'ingresso di capitale proveniente da imprese private a causa dei condizionamenti che da queste arriverebbero con certezza, appunto perché le finalità di un comune o di un ente pubblico (soddisfacimento di bisogni collettivi) sono opposte a quelle di una impresa privata (ricerca del profitto individuale).

Bisogna perciò erigere steccati con le altre imprese? No di certo. Si possono fare accordi. Si possono costituire consorzi. Ma sono cose diverse dalla vendita di pezzi dell'AMSP alla Edison oppure alla Vivendi tanto per citare qualche esempio significativo.

Perché allora proponiamo l'azionariato popolare e dei lavoratori?

Perché ci sembra opportuno stendere una rete di sicurezza che garantisca più delle parole l'impossibilità che la presenza inquietante di cui tutti sanno ma pochi dicono si materializzi nel prossimo futuro. Ci sono infatti ipotesi sia da parte della maggioranza di Seregno Democratica sia della cosiddetta opposizione di Centro Destra relative ad un possibile ingresso di capitale privato (non di piccoli azionisti) e si vocifera che le "due maggioranze" abbiano ormai raggiunto un accordo di fatto, un "gentleman's agreement", destinato, secondo noi, a portare l'azienda in braccio a qualche pescecane privato di buon appetito volgarmente detto "partner industriale".

Appunto per scoraggiare nell'immediato futuro tentativi di cessione alle imprese private o a qualche finanziaria è necessario porre degli argini robusti e non solo chiacchiere e buoni propositi.

Se infatti una parte consistente della proprietà è suddivisa in migliaia di piccoli azionisti sarebbe infatti piuttosto difficile tentare con successo la scalata dell'AMSP. Noi non siamo stati e non siamo dei fanatici dell'azionariato. Tuttavia in questo caso non si tratta di metterci a giocare in borsa ma di far si che l'AMSP creata dai seregnesi rimanga sicuramente dei seregnesi.

Romeo Cerri
direttivo del PRC - Seregno
Seregno, 18 dicembre 2000

Nel seguito sono riportati gli emendamenti allo statuto presentati dalla capogruppo del PRC, Giuseppina Minotti. La maggioranza non ha voluto entrare nel merito degli stessi, anche proponendo eventuali modifiche. Così nessuno degli emendamenti proposti è stato approvato. Appena possibile pubblicheremo lo statuto completo approvato.

Emendamenti allo statuto dell'AMSP S.p.A. proposti da Rifondazione Comunista.

Art. 5 Oggetto sociale

Aggiungere:

La società opera in modo da assicurare sia condizioni di lavoro ottimali per i propri dipendenti che la qualità del servizio. Questo verrà ottenuto sia tramite procedure di autocontrollo sia tramite verifica fatta da enti esterni addetti alle certificazioni di qualità ed ambientali. (a puro titolo esemplificativo, da non inserire nello statuto, ISO 9001 ed ISO 14001)

Art. 6 Capitale sociale

Aggiungere:

Nessun socio, eccetto gli enti pubblici, può detenere quote sociali superiori al 5%.

Almeno il 20% del capitale sociale è riservato ai cittadini residenti a Seregno ed ai lavoratori dell'AMSP S.p.A. Tali quote sociali potranno assumere la forma di azioni ordinarie (almeno il 60% delle azioni) , privilegiate e risparmio.

Art. 12 Trasferimento di azioni - Diritto di prelazione

Aggiungere:

I possessori di azioni, di cui all'art 6 comma 4, possono liberamente alienare a cittadini residenti a Seregno o lavoratori dell'AMSP S.p.A fino a 50 quote azionarie o diritti di opzione nel corso dell'anno solare. In questo caso non si esercita il diritto di prelazione degli altri soci. Rimane l'obbligo della comunicazione al Presidente del Consiglio di Amministrazione. Nessuno dei cittadini residenti a Seregno e dei lavoratori dell'AMSP S.p.A può comunque entrare in possesso, in modo diretto, di più di 100 quote azionarie all'anno senza il preventivo assenso degli altri soci ed il possibile esercizio del loro diritto di prelazione. La norma non si applica in caso di successione testamentaria o cessione tra parenti fino al terzo grado.

La comunicazione ai soci di cui al comma 2 (due) del presente articolo avviene tramite semplice esposizione su un apposito albo presso la sede sociale per transazioni fino a 200 quote azionarie, altrimenti sarà data pubblicità anche su organi di informazione locale.

Art. 29 Esercizi sociali e bilancio

Aggiungere:

Il bilancio dell'AMSP S.p.A verrà certificato annualmente da una società esterna specializzata.

TITOLO IX - Norme transitorie

Aggiungere:

Le quote del capitale sociale riservate ai cittadini residenti a Seregno ed ai lavoratori dell'AMSP S.p.A (art.6 comma 4 del presente statuto) nell'attesa della effettiva collocazione restano di proprietà del comune di Seregno. La loro collocazione potrà avvenire per tranche ed in condizioni di privilegio relativamente al prezzo ma, in questo caso, non potranno essere alienate se non trascorsi due anni dall'acquisto o altro periodo più lungo fissato dall'Assemblea dei Soci che inoltre fisserà i criteri di ripartizione ed il numero minimo di azioni acquistabile da ogni cittadino.