L’assessore regionale di Alleanza Nazionale Pier Giorgio Prosperini non è nuovo a dichiarazioni pubbliche razziste ed incitatrici all’odio ed alla violenza.
La recente intervista a “il Giornale” (del 18 marzo 2007) rappresenta perciò una conferma piuttosto che un infortunio verbale.
L’assessore Prosperini tra le altre affermazioni sostiene che per i gay «Ci vuole la garrota. Non quella spagnola, il collare che si stringe lentamente alla gola. Ma quella indiana, pare degli Apache: una cinghia di cuoio bagnata attorno alle tempie che asciugandosi al sole si stringe ancora più stretta».
Questo dopo aver affermato che : «Il gay dichiarato non può essere né insegnante, né militare, né istruttore sportivo».
Naturalmente, dato che il chiodo fisso di Prosperini, è l’immigrato (il “camel” come lo definisce lui) non si dimentica e minaccia «Loro sono incompatibili con le libertà individuali dell’Occidente. O progrediscono o ciapen el camel e turnen a ca’».
Che le affermazioni di Pier Giorgio Prosperini siano incompatibili con la carica istituzionale a lui affidata da Formigoni (Assessore ai Giovani, Sport e Promozione attività turistica).
Di inviare al Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni una richiesta di revoca del mandato assessorile affidato a Pier giorgio Prosperini.