Cultura ed informazione nel mirino del governo

Una mannaia contro i giornali

Il governo taglia i fondi all'editoria e allo spettacolo. Si tratta di 300 milioni per il 2004 e di 500 per il 2005. A rischio decine realtà

Tra i tagli che il governo Berlusconi ha messo in campo per ridurre il rapporto tra deficit pubblico e Pil ce ne sono alcuni che colpiranno direttamente tutto il settore dell'informazione e dello spettacolo e in particolare le realtà più piccole, i giornali in cooperativa come il nostro, i giornali di partito, le realtà legate al mondo non profit. E tante tante realtà del mondo dello spettacolo. Per il 2004 sono previsti infatti tagli dell'ordine dei 300 milioni di euro. L'anticipazione della notizia è stata data da un'agenzia di stampa giovedì sera ed è stata ripresa con dovizia di particolari dal Sole 24ore di ieri. Ma l'anticipazione è stata poi confermata nel pomeriggio di ieri da fonti della Presidenza del consiglio dei ministri. Se dovesse essere confermata la notizia nel consiglio dei ministri di questa mattina, avrebbe delle conseguenze disastrose nei prossimi mesi. Per avere chiarimenti sulla notizia è intervenuto ieri il segretario generale della Fnsi, la Federazione nazionale della stampa, Paolo Serventi Longhi, che si è rivolto direttamente al sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega per l'editoria, Paolo Bonaiuti. «In particolare - si legge nella lettera inviata a palazzo Chigi da Serventi Longhi - sarebbero sotto tiro i provvedimenti già deliberati riguardanti i contributi alle cooperative e ai giornali di idee, non profit e tutte le agevolazioni postali e telefoniche per le agenzie editoriali». Il segetario della Fnsi ha detto che si tratterebbe di una decisione molto grave per un settore per cui si attendevano, al contrario da tempo, ulteriori importanti misure di sostegno.

Messo alle corde dalla disperata situazione dei conti pubblici, il governo Berlusconi sta cercando soldi dovunque. Il ministro dell'economia Tremonti, che ha sempre sottovalutato la situazione che si andava determinando, è stato quindi costretto nelle ultime ore a mettere le mani alle forbici in modo sempre più sconsiderato. Si taglia dovunque: dal Sud, alla legge 488, dai contributi ai giornali, ai finanziamenti al mondo dello spettacolo. Dalle ferrovie all'Anas. Per quanto riguarda l'editoria si tratta di 300 milioni da tagliare sui 480 previsti per quest'anno per i contributi e sui 250 previsti per le agevolazioni fiscali. La situazione peggiorerà però l'anno prossimo perché il taglio per il 2005 e il 2006 salirà a 500 milioni di euro.

Da questo intervento verranno colpite anche le agenzie di stampa (anche l'Ansa) e il mondo dello spettacolo da cui ieri si sono levati vari allarmi. I giornali non profit come il manifesto hanno intanto messo in piedi una forma di coordinamento per andare a una battaglia comune. «Attendiamo una rapida e netta smentita alle notizie che sono circolate in queste ore - si legge in un comunicato stampa diffuso ieri pomeriggio e indirizzato a palazzo Chigi - sarebbe un paradosso inaccettabile e una beffa al diritto democratico all'informazione. Non bastava infatti la legge Gasparri, che rafforza le posizioni di monopolio, sposta un flusso di risorse enormi verso i grandi gruppi televisivi e accentua gli squilibri della realtà dell'informazione». Se queste notizie fossero fondate, continuano i rappresentanti dei giornali non profit e in cooperativa, «verrebbe assestato un colpo mortale al pluralismo dell'informazione, colpendo l'intera editoria a stampa e riducendo al silenzio centinaia di voci, essenziali per la democrazia dell'informazione nel nostro paese».

Al coordimanto dei media non profit aderiscono varie realtà del mondo dell'informazione, tra cui Adista, agenzia Area, Aprile per la sinistra, Avvenire, Animazione sociale, e tanti tanti giornali del nord e del sud, oltre alla Federazione italiana dei settimanali cattolici. Dal provvedimento messo in piedi da Tremonti sarebbero colpite anche molte realtà che operano nel settore della cooperazione sia nazionale che internazionale. D'altra parte anche i soldi per la cooperazione internazionale in campo sanitario sono stati tagliati. Neppure un euro per la lotta all'Aids e alla Tbc.

Paolo Andruccioli
Roma, 3 luglio 2004
da "Il Manifesto"