Sono tante e significative le
adesioni allappello per un servizio
radiotelevisivo pubblico promosso dallArci. Nel
testo si ribadisce la necessità di rilanciare
lidea un servizio pubblico autonomo, indipendente
e pluralista, ma anche lesigenza di un suo
profondo rinnovamento e riqualificazione, che gli
ridia senso e identità.
Oggi, di fronte ad un
sistema della comunicazione bloccato dal monopolio
delle risorse pubblicitarie e dal conflitto di
interessi, la battaglia per la salvaguardia di
unasse pubblico nel sistema radiotelevisivo è più
che mai una battaglia in difesa della democrazia,
che vive solo se cè libertà e pluralismo nella
comunicazione. E uno spazio pubblico rinnovato
deve garantire anche unadeguata valorizzazione
delle tante soggettività che costituiscono il
tessuto dinamico e vitale della nostra società e
che non trovano spazi comunicativi adeguati.
In
allegato inviamo il testo dellappello e lelenco
dei primi firmatari.
Una
democrazia vive solo se cè libertà e pluralismo
nella comunicazione. Oggi invece carta stampata e
radiotelevisione rischiano di essere totalmente
controllate dai poteri forti e dal sistema
economico delle imprese. Nessun editore puro
sembra affacciarsi all'orizzonte e la
concentrazione in poche mani dell'intero sistema
della comunicazione lo rende asfittico e conforme
solo agli interessi di pochi. Dopo un decennio di
inseguimento del modello televisivo commerciale
anche il ruolo e l'immagine della RAI risultano
appannati. Programmazione spesso omologa a quella
delle tv commerciali, con conseguente abbassamento
della qualità, scambio continuo di personaggi dal
modello commerciale a quello pubblico e rincorsa
miliardaria ai medesimi, meritocrazie azzerate,
inseguimento dell'auditel come fondamentale metro
di giudizio, hanno profondamente intaccato nel
paese l'idea del servizio pubblico
radiotelevisivo. La stessa prospettiva di una
privatizzazione della RAI ha contribuito a rendere
più omologa la sua immagine a quella del maggior
gruppo privato. Proprio oggi, invece, di fronte ad
un sistema della comunicazione bloccato dal
monopolio delle risorse pubblicitarie e dal
conflitto d'interessi, occorre ripensare e
rilanciare l'idea di un nuovo servizio pubblico.
L'idea, cioè, di un spazio che sia a garanzia
della resistenza allomologazione dell'intero
sistema della comunicazione agli interessi
commerciali e che, attraverso trasparenza e
innovazione, rilanci un'idea di servizio pubblico
che non sia la conservazione dello status quo
(compresi i privilegi e la gestione di parte), ma
effettiva garanzia di pluralismo e autonomia. La
stessa battaglia per la qualità della televisione
deve essere vista come possibilità per aprire
spazi di produzione di contenuti liberi
dallinfluenza del sistema economico. E inoltre
come possibilità per far conoscere e valorizzare
le tante soggettività che costituiscono il tessuto
dinamico e vitale della nostra società e che non
trovano spazi comunicativi adeguati.
Proprio
per questo e in sintonia con le decisioni europee
di nuova salvaguardia del ruolo e dell'idea di
servizio pubblico radiotelevisivo, lanciamo un
appello al paese perché si mobiliti per una
battaglia per il rilancio del servizio pubblico e
per laffermazione dellinteresse generale del
sistema della comunicazione. A favore della
riforma della RAI, per il mantenimento del suo
carattere pubblico e contro lo strisciante
ridimensionamento dei suoi spazi.
Invitiamo
tutti coloro che condividono questappello ad
incontrarsi a Roma il giorno 12 febbraio, alle ore
10, presso lex hotel Bologna in via di Santa
Chiara, per discutere delle iniziative da mettere
in campo per costruire una campagna per un
informazione pluralista e libera, per il diritto
costituzionale ad informare ed essere
informati.
Tom Benetollo, don Luigi Ciotti, Sabina Siniscalchi, Nicoletta Dentico, don Vinicio Albanesi, Antonio Tabucchi, Giorgio Bocca, Giulietto Chiesa, Carlo Lizzani, Citto Maselli, Luciano Ardesi, Vittorio Agnoletto, Mario Gay, Sergio Cofferati, Paolo Serventi Longhi, Sandro Curzi, Nanni Balestrini, Claudio Sabattini, Sergio Bellucci, Lidia Menapace, Raniero La Valle, Alessandro Pace, Roberto Di Giovan Paolo, Beppe Giulietti, Luisa Morgantini, Simona Argentieri, Alessandro Guaresci, Paolo Butturini, Lea Melandri, Gianni Ferrara, Davide Berruti, Ettore Scola, Ugo Gregoretti, Ugo Rescigno, Fabio Marcelli, Marco Revelli, Anna Pizzo, Nicola Graziani, Isidoro Mortellaro, Andrea Morniroli, Nicola Porro, Gianni Minà, Sergio DAngelo, Giancarlo Albori, Marco Bersani, Paolo Caretti, Giorgio Cremaschi, Maria Guidotti, Giulio Marcon, Federico Micali, Valentino Parlato, Paolo Pietrangeli, Oscar Marchisio, Roberto Natale, Vincenzo Striano, Tommaso Fulfaro, Moni Ovadia.