Berlusconi vende le sue reti?
No, vende la RAI!

Un appello di intellettuali, giuristi, giornalisti e sindacalisti in difesa della Rai pubblica

Sono tante e significative le adesioni all’appello per un servizio radiotelevisivo pubblico promosso dall’Arci. Nel testo si ribadisce la necessità di rilanciare l’idea un servizio pubblico autonomo, indipendente e pluralista, ma anche l’esigenza di un suo profondo rinnovamento e riqualificazione, che gli ridia senso e identità.
Oggi, di fronte ad un sistema della comunicazione bloccato dal monopolio delle risorse pubblicitarie e dal conflitto di interessi, la battaglia per la salvaguardia di un’asse pubblico nel sistema radiotelevisivo è più che mai una battaglia in difesa della democrazia, che vive solo se c’è libertà e pluralismo nella comunicazione. E uno spazio pubblico rinnovato deve garantire anche un’adeguata valorizzazione delle tante soggettività che costituiscono il tessuto dinamico e vitale della nostra società e che non trovano spazi comunicativi adeguati.
In allegato inviamo il testo dell’appello e l’elenco dei primi firmatari.

Appello per un servizio radiotelevisivo pubblico

Una democrazia vive solo se c’è libertà e pluralismo nella comunicazione. Oggi invece carta stampata e radiotelevisione rischiano di essere totalmente controllate dai poteri forti e dal sistema economico delle imprese. Nessun editore puro sembra affacciarsi all'orizzonte e la concentrazione in poche mani dell'intero sistema della comunicazione lo rende asfittico e conforme solo agli interessi di pochi. Dopo un decennio di inseguimento del modello televisivo commerciale anche il ruolo e l'immagine della RAI risultano appannati. Programmazione spesso omologa a quella delle tv commerciali, con conseguente abbassamento della qualità, scambio continuo di personaggi dal modello commerciale a quello pubblico e rincorsa miliardaria ai medesimi, meritocrazie azzerate, inseguimento dell'auditel come fondamentale metro di giudizio, hanno profondamente intaccato nel paese l'idea del servizio pubblico radiotelevisivo. La stessa prospettiva di una privatizzazione della RAI ha contribuito a rendere più omologa la sua immagine a quella del maggior gruppo privato. Proprio oggi, invece, di fronte ad un sistema della comunicazione bloccato dal monopolio delle risorse pubblicitarie e dal conflitto d'interessi, occorre ripensare e rilanciare l'idea di un nuovo servizio pubblico. L'idea, cioè, di un spazio che sia a garanzia della resistenza all’omologazione dell'intero sistema della comunicazione agli interessi commerciali e che, attraverso trasparenza e innovazione, rilanci un'idea di servizio pubblico che non sia la conservazione dello status quo (compresi i privilegi e la gestione di parte), ma effettiva garanzia di pluralismo e autonomia. La stessa battaglia per la qualità della televisione deve essere vista come possibilità per aprire spazi di produzione di contenuti liberi dall’influenza del sistema economico. E inoltre come possibilità per far conoscere e valorizzare le tante soggettività che costituiscono il tessuto dinamico e vitale della nostra società e che non trovano spazi comunicativi adeguati.
Proprio per questo e in sintonia con le decisioni europee di nuova salvaguardia del ruolo e dell'idea di servizio pubblico radiotelevisivo, lanciamo un appello al paese perché si mobiliti per una battaglia per il rilancio del servizio pubblico e per l’affermazione dell’interesse generale del sistema della comunicazione. A favore della riforma della RAI, per il mantenimento del suo carattere pubblico e contro lo strisciante ridimensionamento dei suoi spazi.
Invitiamo tutti coloro che condividono quest’appello ad incontrarsi a Roma il giorno 12 febbraio, alle ore 10, presso l’ex hotel Bologna in via di Santa Chiara, per discutere delle iniziative da mettere in campo per costruire una campagna per un’ informazione pluralista e libera, per il diritto costituzionale ad informare ed essere informati.

Tom Benetollo, don Luigi Ciotti, Sabina Siniscalchi, Nicoletta Dentico, don Vinicio Albanesi, Antonio Tabucchi, Giorgio Bocca, Giulietto Chiesa, Carlo Lizzani, Citto Maselli, Luciano Ardesi, Vittorio Agnoletto, Mario Gay, Sergio Cofferati, Paolo Serventi Longhi, Sandro Curzi, Nanni Balestrini, Claudio Sabattini, Sergio Bellucci, Lidia Menapace, Raniero La Valle, Alessandro Pace, Roberto Di Giovan Paolo, Beppe Giulietti, Luisa Morgantini, Simona Argentieri, Alessandro Guaresci, Paolo Butturini, Lea Melandri, Gianni Ferrara, Davide Berruti, Ettore Scola, Ugo Gregoretti, Ugo Rescigno, Fabio Marcelli, Marco Revelli, Anna Pizzo, Nicola Graziani, Isidoro Mortellaro, Andrea Morniroli, Nicola Porro, Gianni Minà, Sergio D’Angelo, Giancarlo Albori, Marco Bersani, Paolo Caretti, Giorgio Cremaschi, Maria Guidotti, Giulio Marcon, Federico Micali, Valentino Parlato, Paolo Pietrangeli, Oscar Marchisio, Roberto Natale, Vincenzo Striano, Tommaso Fulfaro, Moni Ovadia.

Redazione
Seregno, 3 febbraio 2002