Dall'esistenza al rafforzamento del partito, per il cambiamento.

ELEZIONI POLITICHE 2001: IL VOTO IN BRIANZA E LOMBARDIA

Il nostro Comitato Politico prima e i tre attivi di zona poi, convocati dalla segreteria con la partecipazione delle nostre compagne e compagni hanno confermato la positività del nostro risultato elettorale nazionale, al 5% e quello territoriale corrispondente alla nostra Federazione di poco sotto.

Un passaggio difficile che ha visto un impegno straordinario di tutto il partito, la Federazione e ogni suo circolo che ha permesso la conferma del nostro radicamento territoriale e perfino la nostra crescita elettorale, se guardiamo al recupero in voti assoluti: 1.506 voti in più rispetto alle regionali del 2000 e ben 6.975 rispetto alle europee del 1999.

Un dato da non disperdere, una presenza da cui ripartire e da cui partire laddove non c'è presenza nostra ma c'è un dato elettorale perfino sorprendente, per costruire il cambiamento di cui c'è necessità se vogliamo essere una presenza veramente alternativa, quindi utile per uno sviluppo ridistributore della ricchezza prodotta; produttore di lavoro sicuro, estensore di diritti; rispettoso dell'ambiente.

Un impegno che non è mancato, è stato forte e qualificato anche laddove, a Vimercate, la prova elettorale amministrativa, coincidente con quella politica, ha visto il nostro partito perdere, nello stesso giorno, 542 voti, ( dal 4.7% al 2.7%), cancellandoci dal suo Consiglio Comunale. Un risultato questo estremamente negativo che deve trovare momenti di discussione e di riorganizzazione, dentro il circolo, con la Federazione.

Abbiamo superato un passaggio difficile ma al governo del paese si è insediato "La Casa delle Libertà", un condomino di forze neoliberiste - post-fasciste e oscurantiste che hanno già fatto della Regione Lombardia il loro terreno di sperimentazione preparando il salto a livello nazionale.

Un salto preparato e riuscito dal percorso di un governo del centro sinistra che non ha saputo suscitare il riscatto sociale anche se qui ha suscitato certo il voto utile che ha contenuto e persino ridotto la stra-presenza del centro destra: perde elettorato Forza Italia e AN, precipita la Lega di Bossi, ma nel centro sinistra guadagna solo e soprattutto la "Margherita".

Nella fascia pedemontana che abbraccia parte del nostro territorio, dove è insediata la metà di quelle lavoratrici e lavoratori metalmeccanici lombardi che si stanno battendo per il loro contratto di lavoro e laddove grande è la presenza dell'associazionismo anti- globalizzazione, la sinistra, quella di governo e quella di opposizione, (noi), è al suo minimo storico: non supera l'11%.

Ciò non ci permette di attendere, tanto meno attendere la soluzione della crisi apertasi nei DS o come si svilupperà il congresso della CGIL.

Per l'alternativa, e la costruzione della sinistra plurale a cui tendere, per il cambiamento atteso, quella crisi e quel passaggio congressuale non ci possono vedere lontani, ma parte interessata, coinvolta nelle riflessioni sui dati prima citati, frutto di scelte sbagliate da una parte ma anche inadeguate e da un agire poco convincente dall'altra.

Il dato elettorale è importante. Esso produce i governi quindi gli interventi sulle condizioni di vita e di lavoro di milioni di lavoratori, di giovani e di anziani, la nostra presenza o meno nei livelli istituzionali.

Ma le possibilità di cambiamento reale risiedono soprattutto nel radicamento territoriale, nella nostra presenza nei suoi processi di sviluppo e nei sentimenti popolari che guidano le scelte "del popolo di sinistra" quando in gioco ci sono le "sfide" che ci sono date da affrontare.

Senza tali attenzioni, capacità di lettura, di elaborazione e di alleanze politiche, sociali e istituzionali saremo presenti certo ma quanto utili? Quanto rafforzamento anche nostro produrremmo?

Per questo occorre riprendere con maggiore convinzione il progetto strategico e organizzativo che la nostra Federazione si è data nei mesi scorsi e rilanciarlo.

Esso punta ad affrontare le complesse e complessive problematiche del territorio, da quelle dello sviluppo, al lavoro che non manca ma è sempre più precario e povero; all'ambiente; alla mobilità, sulle quali portare la sfida su provincia si, provincia no, al nostro impegno per la costruzione della sinistra sindacale fra i lavoratori e dentro la CGIL.

Una impegno e una sfida i cui risultati dipendono soprattutto dalla capacità di ogni nostro circolo a superare atteggiamenti campanilistici e di isolamento che impediscono il necessario coordinamento della Federazione per tendere tutti allo stesso obiettivo e le necessarie aperture verso l'esterno.

La Federazione a sua volta dovrà saper esprimere capacità e puntualità di intervento generale e particolare secondo gli incarichi distribuiti in segreteria e nello stesso Comitato Federale.

La nostra festa, la prima festa di Liberazione della Federazione sarà un momento anche di discussione di tutto ciò ma la sua riuscita sarà anche soprattutto frutto di questo nuovo nostro impegno.

Ci vediamo tutti e tutte alla Festa!!!

Giovanna Casati, Segretaria PRC Brianza
Monza, 19 luglio 2001
Articolo tratto dal numero 1, luglio 2001, di "Brianza Punto Com", periodico del PRC Brianza