La minaccia della guerra
Gli impegni delle comuniste e dei comunisti della brianza

Il conflitto globale annunciato da Bush già divora risorse e ricchezze e prepara l'assalto definitivo allo stato sociale. Da Londra Berlusconi annuncia una finanziaria straordinaria che taglierà il bilancio dei servizi pubblici (sanità, scuola, previdenza) a vantaggio della Difesa e dell'Intelligence. Il mondo attende, impaurito, il primo attacco militare. Siamo a un cambio di clima pesante e drammatico, torna dominante la nostra lotta per la pace.

Il no alla guerra, al terrorismo, in quanto nostro nemico come lo è la violenza del dominio della globalizzazione capitalistica, dovranno allargarsi in tutte le direzioni costruendo un ampio fronte unitario di tutte le forze democratiche.

Così come abbiamo saputo, con le associazioni, le forze sociali, politiche, i movimenti costruire anche in Brianza, prima un impegno contro la guerra della NATO nella ex Yugoslavia, poi un percorso verso Genova contro il G8, oggi siamo chiamati ad agire quotidianamente e a dare forza e voce al NO ALLA GUERRA.

Promuoviamo iniziative capillari, prese di posizioni nei luoghi di lavoro, di studio e nelle istituzioni affinché più forte e più ampia sia la cultura della pace.

Per questo la nostra partecipazione alla manifestazione del 29 settembre, oggi più che mai, non è un rito, manifesteremo contro il terrorismo, per la pace e no alla guerra, contro la criminalizzazione del dissenso e delle diversità, per la difesa della democrazia, per contrastare la xenofobia che può attraversare ampi settori di opinione pubblica e contemporaneamente di (leggi "per" ndr)denunciare e combattere il razzismo di stato che viene proposto dalla nuova legge sull'immigrazione o dalla richiesta di rivedere in senso restrittivo il trattato di Shengen.

Impegno che sappia legare i temi della pace, del nuovo ordine mondiale con la battaglia contro le politiche neoliberiste del governo Berlusconi; parliamo di pace e di finanziaria, del contratto dei metalmeccanici, delle condizioni di lavoro, della precarietà delle pensioni, della nostra realtà territoriale; apriamo le nostre sedi a luogo di incontro e di confronto, di "fermento politico", di voglia di esserci, di cambiamento.

Una sfida per le compagne e i compagni della nostra federazione i cui risultati qualificheranno la presenza del nostro partito in Brianza nel prossimo immediato futuro.

 

Giovanna Casati
Monza, 1 ottobre 2001