Referendum sulla piattaforma rivendicativa per il rinnovo del Contratto Nazionale di lavoro

Grande consenso alle proposte della Fiom nelle fabbriche del comprensorio Brianza

11.912 SI, pari al 93,1%; 505 NO pari al 4,0%; 192 Bianche e 181 Nulle, pari al 2,9%

Si è chiuso in Brianza il referendum promosso dalla Fiom sulla piattaforma rivendicativa per il rinnovo del Contratto Nazionale di lavoro.

Da una prima analisi dei dati (non ancora definitivi, ma quasi), risultano coinvolte 231 aziende per un totale di 25641 dipendenti, di cui 13085 operai, pari al 51%; 12556 impiegati, pari al 49%.

Primo dato significativo: la platea potenzialmente interessata è sostanzialmente divisa a metà tra operai e impiegati; ciò evidenzia una cambiamento della composizione della forza lavoro nel comparto meccanico.

Durante le fasi di votazione, erano presenti, nelle varie aziende, 23192 dipendenti, circa il 90% degli aventi diritto; anche in questo caso 11856 operai e 11336 impiegati, la platea è divisa a metà.

Hanno partecipato al voto 12790 lavoratori e lavoratrici, pari al 49,9% degli aventi diritto e al 55,1% dei presenti in azienda nei giorni previsti per le operazioni di voto.

Secondo dato di analisi importante: hanno votato 9406 operai, ossia il 73,5% del totale votanti; 3384 impiegati pari al 26,5%. Inoltre, hanno votato l’80% degli operai e il 30% degli impiegati, presenti.

L’esito del referendum ha dato i seguenti risultati: 11912 SI, pari al 93,1%; 505 NO pari al 4,0%; 192 Bianche e 181 Nulle, pari al 2,9%.

L’ipotesi di piattaforma, infine, prevedeva la possibilità di scelta tra incrementi salariali uguali per tutti o riparametrati rispetto ad una scala 100-157.

Degli 11912 SI, 7094 pari al 59,6% si sono espressi a favore di incrementi uguali per tutti; 4368, pari al 36,7% per la riparametrazione; 450 pari al 3,7% non si sono espressi.

Alcune considerazioni:

In conclusione.

Non deve apparire come una contraddizione il consenso che da un lato la Fiom ottiene rispetto alla sua piattaforma e, dall’altro, la non consapevolezza rispetto alla gravità della fase politica e sindacale.

Il movimento operaio ha vissuto gli ultimi dieci-quindici anni, in una logica sindacale di superamento del conflitto sociale.

La politica dei redditi e la cosiddetta concertazione, hanno provocato danni notevoli nella capacità del quadro intermedio della CGIL di assumere direttamente le istanze delle lavoratrici e dei lavoratori, trasformandole in piattaforme rivendicative da sostenere, anche con momenti di conflitto.

Dopo anni in cui i contratti nazionali, piuttosto che la contrattazione aziendale (nei pochi luoghi dove la si esercitava), venivano rinnovati senza particolari momenti di mobilitazione, (a parte l’ultimo rinnovo del CCNL dei meccanici con la firma solo di Fim e Uilm e la giusta opposizione e lotta della Fiom), diventa oggi particolarmente difficile, trasformare automaticamente il consenso ricevuto in partecipazione convinta alla mobilitazione.

Certo, l’anno appena finito, dimostra che se c’è coerenza e chiarezza rispetto alla battaglia di merito (anche i più ottimisti non si aspettavano una partecipazione cosi straordinaria alle iniziative promosse dalla sola CGIL in difesa dei diritti e dell’art. 18) è possibile ricostruire un rapporto forte e di fiducia con le lavoratrici e i lavoratori.

Per questo, oggi più di ieri, assume un’ importanza fondamentale la questione della democrazia sindacale; cioè la possibilità per la gente che vogliamo rappresentare, di ritornare protagonista delle scelte del loro sindacato, attraverso il voto vincolante sulle piattaforme e sulle eventuali ipotesi di accordo.

Fausto Ortelli, CGIL Brianza
Simone Pulici, Fiom Brianza
Monza, 21 dicembre 2002