Cari/e
tutti/e, urge ed è importante un'azione immediata di protesta contro
quel bel tomo di Pascal Lamy, il commissario europeo per il commercio che
al momento sta trattando in beata solitudine e assoluta mancanza di trasparenza
una cosuccia da niente come LA MESSA SUL MERCATO MLONDIALE DEI SERVIZI EUROPEI,
COMPRESI QUELLI ESSENZIALI.
Che significa che molto presto potremmo ritrovarci con la scuola, la sanità,
la distribuzione dell'acqua, l'assistenza sociale in mano a imprese private
straniere, con il governo e gli enti locali del tutto esautorati e obbligati
a TRATTARE ALLA STESSA MANIERA TUTTI I FORNITORI DI SERVIZI, pubblici e privati,
nazionali e internazionali, perché per la WTO I SERVIZI SONO MERCI COME TUTTE
LE ALTRE.
I Parlamenti nazionali, il Parlamento Europeo, e soprattutto le società civili
dei paesi dell'Unione Europea sono tenuti completamente all'oscuro della trattativa
in corso: l'obiettivo è ovviament quello di metterli davanti al fatto compiuto.
I Parlamentari saranno costretti a votare in gran fretta e nella totale disinformazione.
In Europa e ora anche in Italia è in corso una campagna di pressione contro
il GATS (o AGCS, Accordo Generale sul Commercio dei servizi): abbiamo già
mandato una lettera ai parlamentari perché chiedano con una mozione un dibattito
parlamentare urgente sulla questione.
Ora Pascal Lamy, per difendersi dalle accuse di disinformazione voluta e mancanza
di trasparenza mossegli dal coordinamento europeo di Ong (Seattle to Brussels,
S2B) che si è formato per contrastare il GATS, ha pubblicato sul sito della
Commissione Europea le richieste di liberalizzazione (quali servizi e in che
modo) fatte all'Unione Europea da parte di vari altri paesi membri del WTO.
Un'informazione assolutamente parziale (non vengono indicati né i paesi da
cui provengono le richieste, né quelle fatte invece dall'Unione Europea agli
altri partner).
Inoltre il tempo messo a disposizione perché la società civile sollevi eventuali
obiezioni è limitatissimo (appunto il 10 gennaio).
La richiesta è di sommergere entro quella data il buon Pascal di lettere di
protesta, per chiarirgli che non ci piace essere presi in giro.
Il 12 novembre del 2002 la Commissione
Europea ha pubblicato nel suo sito una richiesta di parere pubblica sulle
richieste di liberalizzazione fatte pervenire all'UE da altri stati reclamando
un maggiore impegno nel quadro degli accordi GATS.
http://europa.eu.int/comm/trade/services/pr121102_en.htm Le 51 pagine che
costituiscono il documento contengono brevi riassunti delle richieste settoriali
che a tutt'oggi gli altri 21 stati membri dell'OMC hanno presentato alla UE.
(Al momento della redazione di questa circolare, il testo era ancora disponibile
solo in inglese).
Molti sono i problemi collegati al documento in oggetto.
Sono state tralasciate molte informazioni cruciali e nei riassunti non è specificato
quali sono gli stati che hanno inoltrato le richieste.
Per comprendere a fondo la posta in gioco dei negoziati in atto, è importante
sapere chi richiede cosa.
È importante, per esempio, sapere se una richiesta proviene da un paese commercialmente
importante per l'Ue come gli Usa, perchè sarà trattata diversamente dalLe
richieste di paesi come il Nicaragua.
Non è chiaro come questa consultazione possa incidere sulla posizione dell'
Ue nei negoziati Gats.
Per es., la data limite per le risposte è fissata al 10 gennaio 2003.
Meno di una settimana dopo la Commissione ha in programma la prima bozza i
offerte agli stati membri.
Come è possibile che il tempo sia sufficiente per procedere e considerare
attentamente le richieste? Il tempo per rispondere è decisamente troppo poco.
Un annuncio pubblicato nel proprio sito su un argomento così delicato come
il GATS non è certo il modo appropriato per fare il bilancio della situazione
con la società civile.
Tutte le parti in causa dovrebbero essere propriamente informate su una richiesta
di parere.
La richiesta di parere non contiene nessuna informazione sulle 109 istanze
che la UE ha presentato agli altri stati - e che costituiscono una parte essenziale
dei negoziati GATS - e quindi ci hanno "raccontato" solo una parte della storia.
Dal punto di vista politico, ci si interroga sull'evoluzione di questa richiesta
di parere e sul suo conseguente uso da parte di coloro che portano avanti
l'agenda del GATS.
Con gli stati membri dell'Unione Europea che rendono pubbliche le proprie
richieste di parere, questa procedura diretta dalla Commissione sembra essere
un tentativo della Commissione di mantenere il controllo sulle trattative
GATS.
Per essere efficaci, le richieste di parere rivolte alla società civile dovrebbero
essere gestite a livello di ciascun stato membro.
Gli stati membri sono direttamente responsabili di fronte ai propri cittadini
e possono garantire una più efficace partecipazione di tutte le parti in causa.
La richiesta di parere impallidisce a confronto dei baratti conclusi fra il
mondo imprenditoriale e la Commissione Europea da quando la campagna GATS2000
è stata lanciata.
(vedere http://www.gatswatch.org/ESF-EC) Esiste un rischio fondato che la
Commissione si serva di questo documento per affermare di aver adeguatamente
consultato tutti i gruppi della società civile sulla sua posizione nell'ambito
dei negoziati GATS.
Al fine di gestire questa situazione, la nostra azione ha come obiettivo dimettere
a punto una posizione fortemente critica verso il documento e organizzare
un'azione volta a delegittimare la procedura.
La risposta che segue (parte 3)
vuole proporre alcune motivazioni chiave per rifiutare la richiesta di parere
della Commissione e dovrebbe essere indirizzata direttamente alla Commissione.
Si raccomanda di far circolare questo appello a tutti gli attivisti GATS dei
vari paesi europei.
Sarebbe straordinario poter fare la traduzione di questo programma di azione
in modo da tempestare la Commissione di e-mail in tutte le lingue europee.
Il testo che segue può essere copiato in una e-mail e
inviato agli indirizzi indicati in fondo prima del 10 gennaio2003.
Il testo può essere inviato così com'è, oppure si possono aggiungere ulteriori
informazioni - sta a voi deciderlo.
Il nostro obiettivo è che il maggior numero di persone possibile agiscano
in modo pan-europeo e tempestino la Commissione di obbiezioni alla richiesta
di parere.
In seguito alla pubblicazione della Commissione Europea
(11 dicembre 2002)dell'avviso di una richiesta di parere sui negoziati GATS
attualmente in atto, vorrei manifestare i miei timori al riguardo.
Il documento con il quale si invita a dare il proprio parere non fornisce
né informazioni essenziali sulle richieste pervenute alla UE né informazioni
chiave sullo stato dei negoziati GATS.
Per esempio:
L'UE ha già chiarito la sua posizione su questi aspetti
del GATS e ne ha informato il settore.
Perché, allora, il testo della richiesta di parere tralascia questa informazione?
Tali omissioni (e l'ultima ne è solo un esempio) dimostrano che la UE non
prende seriamente questa procedura.
Perciò, in quanto membri della società civile europea, mettiamo in dubbio
la serietà con cui le nostre risposte verranno considerate.
In considerazione di questi vizi, la Commissione non deve, in futuro,utilizzare
questa richiesta di parere "una tantum" per affermare che l'opinione pubblica
è stata adeguatamente informata e partecipa ai negoziati GATS.
Oltre agli esempi di omissione sopra citati, il tempo accordato per inviare
una risposta è insufficiente e non c'è una chiara indicazione di come le risposte
si inseriranno nell'attuale processo decisionale dell'Unione.
Quest'ultimo punto è particolarmente importante data la natura del processo
di negoziazione del GATS.
Per esempio, il documento della richiesta di parere fa riferimento alle 21
richieste che sono state presentate al momento in cui la Commissione lo ha
preparato.
Da allora ne sono state ricevute altre 9.
In che modo la Commissione intende mettere al corrente l'opinione pubblica
delle informazioni contenute nelle ultime richieste? Fino a quando la Commissione
non divulgherà i documenti che effettivamente formano l'oggetto dei negoziati,
si continuerà a denunciare tentativi come questo per quello che sono: esercizi
politici che mirano a sviare le preoccupazioni sempre crescenti dell'opinione
pubblica sul GATS e l'insoddisfazione per una gestione antidemocratica e ambigua
della politica commerciale.
I problemi legati a questa consultazione non hanno fatto altro che accentuare
ulteriormente la necessità di rendere apertamente disponibile tutta la documentazione
pertinente.
A questo scopo, diventa imperativo che le informazioni seguenti siano di dominio pubblico:
È un'azione tanto più necessaria considerando le risposte
ricevute da tutti i paesi europei a questa richiesta di parere.
Inoltre, le poche informazioni presentate nel documento della Commissione
non fanno che acuire le preoccupazioni della società civile [mio] poiché confermano
l'enorme portata dei negoziati sul GATS, che, solo per citarne alcuni, toccano
settori come l'istruzione, i servizi sociali, i servizi culturali, il settore
delle trasmissioni radiofoniche e televisive, i servizi postali.
Poiché la scadenza iniziale per le offerte è prossima, la Commissione non
dovrebbe prendere posizioni su questioni cruciali come queste senza una completa
verifica del parlamento e dei cittadini.
Adottare una tale procedura significherebbe favorire il controllo democratico
attraverso l'effettiva partecipazione dei cittadini a livello nazionale, aumentare
la trasparenza verso l'esterno rendendo i documenti sottoposti al negoziato
accessibili al vaglio dell'opinione pubblica e sviluppare meccanismi fattivi
garanti del fatto che i partecipanti al tavolo delle trattative non incorporino
solo gli interessi delle aziende nelle loro strategie di negoziazione.
A questo scopo, prima che i negoziati procedano oltre, deve esserci una valutazione
accurata e indipendente dei negoziati come espressamente accordato dal GATS.
Il testo riportato va inviato ai seguenti indirizzi (possono essere tutti inclusi nella stessa e-mail):
All'inizio del testo aggiungere il vostro nome, l'organizzazione di appartenenza (se rilevante).
Iniziativa promossa da ATTAC Italia e dai
coordinamenti europei contro i Gats.