Il documento sottoscritto dai compagni Patta, Perini e Agnello assieme a Sabattini e Rinaldini a sostegno di un futuro partito del lavoro, e la conseguente nascita di “Lavoro e libertà”, apre un caso politico con la sua tuttora non risolta ambiguità sulle indicazioni di voto e si sviluppa, tardivamente, solo in questo momento.
Ora il documento in questione traduce di fatto questa linea sindacale sul piano politico. La rivendicazione -in sé legittima per chi la condivide- di un movimento politico finalizzato a un partito del lavoro che dovrebbe avere in Sergio Cofferati la sua guida, appare al di là del suo esito probabilmente perdente, obiettivamente singolare. Appare singolare per i massimi dirigenti di una componente sindacale che è nata in opposizione alla linea di Cofferati e che su questa opposizione ha raccolto un consenso congressuale significativo. Appare tanto più singolare se si considera la natura socialdemocratica del nuovo partito che si rivendica, e il suo rapporto critico ma unitario con quel centro liberale ulivista che è rappresentanza politica del grande capitale in Italia. È questo lo sbocco politico coerente delle domande alternative e di classe che “Lavoro e Società” ha raccolto tra i lavoratori? Noi non lo crediamo.
Forte è oggi il disorientamento tra i compagni della componente. Sia per la rilevanza del documento politico in questione, sia per l’assenza di ogni risposta a quel documento da parte di chi avrebbe il dovere e la responsabilità (sindacale e politica) di una replica. Questo disorientamento non può e non deve tradursi né in passivizzazione e distacco, né in frammentazioni prive di basi alternative nei contenuti e già rivelatesi fallimentari in passato (prima la cosiddetta “area dei comunisti”, oggi, in infinitesimo, Fare Sindacato). Al contrario è necessario rispondervi con la riapertura di una riflessione di fondo in Lavoro e Società, che, a un anno dal congresso della CGIL, rifondi la piena autonomia della componente sull’unico terreno possibile: quello dello sviluppo di una battaglia di egemonia alternativa nella confederazione e tra i lavoratori contro la burocrazia del sindacato, contro ogni pretesa di subordinare il sindacato, e tanto più Lavoro e Società, a scenari politici di centrosinistra, presenti o futuri. Quali che siano i soggetti politici agenti di quella prospettiva e i suoi ambiti negoziali.
Per queste ragioni, in quanto sostenitori ed esponenti di Lavoro e Società, con diversi ruoli e responsabilità sindacali, chiediamo, a ogni livello, l’apertura di un ampio dibattito a partire da attivi di base della nostra componente per affrontare i temi del suo necessario rilancio con il coinvolgimento di tutti/e i suoi militanti ed attivisti.