Oltre settecentomila persone in favore della pace e della tutela dei diritti. Questa è stata la manifestazione che si è svolta oggi a Milano, la più grande della storia per il capoluogo lombardo. La protesta ha così unito temi fondamentali dell'attuale dibattito politico.
I cortei sono stati tre e sono partiti rispettivamente da piazzale Cadorna, piazza Duomo e piazzale Loreto, per poi congiungersi in prossimità della Stazione centrale, dove si è tenuto il comizio del segretario della Cgil Guglielmo Epifani. Il leader sindacale ha parlato dei venti di guerra che spirano in questo momento sull'Iraq e della concreta possibilità per questo movimento pacifista di influire sulle scelte dei leader mondiali e di poter evitare la guerra.
I cortei sono stati coloriti e rumorosi, con tanti militanti e tantissime persone comuni, giunte anche da regioni lontane come il Lazio e la Campania. Cori e striscioni non sono mancati, obbiettivo prefertio Silvio Berlusconi, rappresentato anche da un pupazzo con le sue sembianze vestito da militare. Uno striscione recitava: «San Silvio da Arcore che liberò l'Italia dalla giustizia, dalla libertà e dalla convivenza pacifica».
Tante le voci all'interno del corteo. Enzo, attivista della Cgil chiede «impegno da parte del governo per i diritti e la pace. Sono venuto da Forlì in pulman, siamo partiti alle 8 con altre duecento persone. La manifestazione è bellissima, basta guardare le facce pulite delle persone che sfilano per capire come la ragione sia dalla nostra parte. Speriamo che la nostra mobilitazione possa servire veramente a cambiare le cose».
Dario, ventinove anni, viene dalla Brianza con il suo gruppo musicale: «Siamo una decina, presenti a tutte le manifestazioni, ci chiamiamo Spakka Brianza ed abbiamo tra i ventotto ed i trent'anni. Suoniamo insieme al Gruppo Briganti, meridionali e specializzati nelle canzoni popolari del Sud Italia. La nostra fusione piace molto ai manifestanti e quindi continuiamo. Il prossimo appuntamento è la marcia della pace che andrà dalla Brianza a Lecco. Lì faremo un concerto a fine corteo».
Giorgio ha cinquantacine anni e viene da un piccolo paese in provincia di Pavia, Torre Vecchia Pia: «E venuto anche il sindaco, siamo in tutto trenta persone. Siamo qui per mettere in discussione le certezze che molti sembrano avere sul lavoro sempre più precario e sulla guerra, vista come l'unica soluzione delle crisi».