La maggioranza di destra ha approvato alla Camera dei Deputati una legge che delega il governo ad una nuova riduzione delle pensioni. Attacco che prepara il passaggio, massiccio e definitivo, alle pensioni private.
Nelle prossime settimane questa proposta verrà discussa al Senato.
Si tratta di un ulteriore attacco ai lavoratori e ai pensionati da parte del governo, che si sposa con le misure già decise di ulteriore precarizzazione del lavoro. Il governo prosegue infatti sulla sua strada di realizzazione del “libro Bianco sul lavoro” che si propone l’obiettivo della riduzione di tutti gli aspetti del lavoro ai livelli minimi: salari, diritti, e pensioni.
Liberalizzazione dell’età pensionabile con l’eliminazione delle pensioni d’anzianità e di vecchiaia, incentivare la permanenza al lavoro, incrementare le forme pensionistiche private obbligando il trasferimento del TFR nei fondi..
Troppo alto il costo del lavoro quindi bisogna ridurre i contributi (cioè togliere ai padroni una spesa), equilibrare la spesa pensionistica.
No perché: il costo del lavoro per unità di prodotto in Italia è il più basso d’Europa e, da numerosi studi la spesa pensionistica risulta in equilibrio. Scorporando poi la previdenza dall’assistenza (che dovrebbe essere a carico della tassazione generale) la situazione migliorerebbe ulteriormente.
Riducendo i contributi si riduce il salario perché le pensioni sono salario differito, riducendo la contributi diminuiscono le entrate dell’INPS e quindi si produce squilibrio. Si attaccano i giovani perché le pensioni rispetto all’ultima retribuzione saranno molto più basse. I lavoratori atipici avranno pensioni del 30% di salari già bassi. Mentre i Cococo (collaboratori continuati e continuativi) non riusciranno ad avere una pensione nemmeno con quella integrativa. I fondi pensioni, come insegna la crisi finanziaria di questi mesi, non danno pensioni sicure: le pensioni sono nelle mani delle borse e degli speculatori finanziari. Inoltre la gestione dei fondi costa molto di più di quanto costa all’Inps. Con salari sempre più bassi e pensioni sempre più basse e incerte, i lavoratori e i pensionati finiscono inevitabilmente nelle fasce di povertà.