GOVERNO E CONFINDUSTRIA VOGLIONO LA PRECARIZZAZIONE TOTALE DEL LAVORO E DELLA VITA.

NUOVO ATTACCO ALLE PENSIONI

La maggioranza di destra ha approvato alla Camera dei Deputati una legge che delega il governo ad una nuova riduzione delle pensioni. Attacco che prepara il passaggio, massiccio e definitivo, alle pensioni private.

Nelle prossime settimane questa proposta verrà discussa  al Senato.

Si tratta di un ulteriore attacco ai lavoratori e ai pensionati da parte del governo, che si sposa con le misure già decise di ulteriore precarizzazione del lavoro. Il governo prosegue infatti sulla sua strada di realizzazione del “libro Bianco sul lavoro” che si propone l’obiettivo della riduzione di tutti gli aspetti del lavoro ai livelli minimi: salari, diritti, e pensioni.

Quali sono gli obiettivi dell’ennesima controriforma?

Liberalizzazione dell’età pensionabile con l’eliminazione delle pensioni d’anzianità e di vecchiaia, incentivare la permanenza al lavoro, incrementare  le forme pensionistiche private obbligando il trasferimento del TFR nei fondi..

Quali sono i motivi che renderebbero necessario l’ennesimo intervento (sono già intervenuti nel '91, '95, '97)?

Troppo alto il costo del lavoro quindi bisogna ridurre i contributi (cioè togliere ai padroni una spesa), equilibrare la spesa pensionistica.

Sono vere queste motivazioni?

No perché: il costo del lavoro per unità di prodotto in Italia è il più basso d’Europa e, da numerosi studi la spesa pensionistica risulta in equilibrio. Scorporando poi la previdenza dall’assistenza (che dovrebbe essere a carico della tassazione generale) la situazione migliorerebbe ulteriormente.

Cosa produce la proposta del governo?

Riducendo i contributi si riduce il salario perché le pensioni sono salario differito, riducendo la contributi diminuiscono le entrate dell’INPS e quindi si produce squilibrio. Si attaccano i giovani perché le pensioni rispetto all’ultima retribuzione saranno molto più basse. I lavoratori atipici avranno pensioni del 30%  di salari già bassi. Mentre i Cococo (collaboratori continuati e continuativi) non riusciranno ad avere una pensione nemmeno con quella integrativa. I fondi pensioni, come insegna la crisi finanziaria di questi mesi, non danno pensioni sicure: le pensioni sono nelle mani delle borse e degli speculatori finanziari.  Inoltre la gestione dei fondi costa molto di più di quanto costa all’Inps. Con salari sempre più bassi e pensioni sempre più basse e incerte, i lavoratori e i pensionati finiscono inevitabilmente nelle fasce di povertà.

MOBILITIAMOCI CONTRO QUESTO ENNESIMO ATTACCO ALLE PENSIONI

Costruiamo la campagna per il si al referendum per l’estensione dell’art 18

SOLO ESTENDENDO I DIRITTI A TUTTI I LAVORATORI E’ POSSIBILE DIFENDERE TUTTI I DIRITTI, COMPRESO QUELLO ALLA PENSIONE

PENSIONI PUBBLICHE PER TUTTI
SI AL REFERENDUM

Partito della Rifondazione Comunista
Milano, 11 aprile 2003
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