Sciopero generale del 24 ottobre 2003

Centocinquantamila in corteo, la coda si muove dopo 2 ore

A Milano «per i nuovi diritti».

Altissima, a Milano, la partecipazione al corteo indetto dal sindacato in occasione dello sciopero generale. «Siamo in centocinquantamila», annunciano gli organizzatori. Poi si arriva a contarne duecentomila. Di certo comunque la coda della manifestazione, partita alle 9,30 da porta Venezia, ha mosso i primi passi dopo quasi due ore quando la testa era già nelle vicinanze di piazza Duomo dopo aver percorso il centro cittadino: corso Venezia, Piazza San Babila, corso Europa, piazza Fontana e dopo essersi unita con un altro spezzone della manifestazione, quella dell'Unione degli Studenti, partita da largo Cairoli.

Nutrito il servizio d'ordine messo a punto dai sindacati per evitare incidenti, imponente la presenza delle forze dell'ordine. «Il paese non risolve i problemi licenziando. Anzi questa è una contraddizione rispetto alla richiesta dell'allungamento dell'età pensionabile. Per questo siamo qui oggi» ha ribadito Adriano Musi, segretario generale aggiunto della Uil manifestando in corteo la sua solidarietà ai lavoratori dell'Alfa Romeo di Arese. «Non si può risparmiare solo sulle pensoni. Siamo disponibili a trattare, ma alle nostre condizioni». Soddisfazione per la riuscita dello sciopero in tutta la regione è stata espressa da Susanna Camusso, segretario generale della Cgil Lombardia: «Una mobilitazione straordinaria nonostante il tentativo di oscuramento. Il risultato dimostra che non esiste una sola verità che il presidente del Consiglio ripete dagli schermi televisivi. Per questo, nel continuare la lotta, assumono grande valore le iniziative come quella già proclamata per il 31 ottobre dai metalmeccanici alle sedi Rai e Mediaset». E in piazza tante le bandiere di Rifondazione comunista, più di mille lo spezzone del partito: «Una partecipazione incredibile che per ampiezza e grandezza ricorda la mobilitazione del '94 - commenta Augusto Rocchi segretario della federazione milanese -. In piazza non solo contro l'attacco alle pensioni, ma anche con la voglia di conquistare nuovi diritti e cacciare il governo».

Sabrina Deligia
Milano, 25 ottobre 2003
da "Liberazione"