Il Primo maggio precario tra Milano e Barcellona

Euromayday. La festa oltre il lavoro

Il corteo partirà da Porta Ticinese alle ore 15

L'Euromayday, ovvero il Primo maggio nell'epoca della globalizzazione, tra precariato, disoccupazione di massa, lavoro intermittente, cognitivo, immateriale. Il filo che domani legherà tra loro due lembi d'Europa, Barcellona e Milano, fotografa un mondo nuovo, nel quale spazio, significato e territori attraversati dal lavoro sono mutati radicalmente. A riprova che questo è lo scenario globale, il Mayday milanese, appuntamento fondamentale degli ultimi anni, diventa ora europeo. Domani, mentre la "parade" milanese muoverà alle ore 15 da Porta Ticinese, una simile moltitudine si preparerà a riempire alle 18 la Placa dell'Universitat della capitale catalana.

Ma il carattere transfrontaliero del nuovo Primo maggio non è la sola novità che l'Euromayday annuncia per questo 2004. «Dobbiamo cambiare il modo di pensarci come sindacato. Le richieste degli organizzatori della Mayday sono la continuità di reddito, una protezione sociale per le malattie, per la maternità. Sono rivendicazioni che possono trovare forme di rappresentanza e di conflitto, e quindi soluzioni. A patto che il sindacato sia capace di cambiare. Quello della Mayday è un passo in questa direzione», ha spiegato a Carta Maurizio Zipponi, segretario milanese della Fiom, motivando la partecipazione del maggiore sindacato metalmeccanico all'Euromayday.

Del resto il senso del'iniziativa è ribadito online sul sito euromayday. org, dove si può attingere per avere informazioni di ogni genere sul come e quando recarsi a Milano. «La mayday - si legge nel sito - non è solo un evento, ma anche un metodo, un progetto e un processo: un metodo orizzontale che incrocia le reti del movimento di Genova con le sezioni radicali del sindacalismo, un metodo basato su subvertising, picchetti e organizzazione dal basso e sulla partecipazione aperta di molte e diverse identità e modalità di azione, permettendo così l'alleanza tra due generazioni del conflitto».

Il lungo elenco delle adesioni all'Euromayday milanese, oltre centoventi ma molte stanno ancora arrivando in queste ore, mostra proprio la declinazione concreta di questo metodo: dai Chainworkers milanesi a Rifondazione, dalla Cub al Sincobas, dalla confederazione Cobas alla Fiom, passando per centri sociali, realtà dell'autorganizzazione sociale, collettivi e esperienze territoriali. «Riusciremo a far diventare la precarietà, al pari della pace, un tema che coinvolge tutti i soggetti in movimento e non solo una parte?» si chiedono alla vigilia del Primo maggio alcuni animatori dell'esperienza milanese del Bulk. Una sfida a cui la "parade" milanese sta già offrendo in queste ore di vigilia la sua risposta positiva.

Gu. Ca.
Milano, 30 aprile 2004
da "Liberazione"