Il FOA Boccaccio ancora nell'occhio del ciclone

PRIMA TEPPISTI, TERRORISTI ROSSI, ABUSIVI...ORA LADRI

A proposito dei fatti del 30 ottobre 2004 a Milano

Siamo di nuovo nell'occhio di un ciclone mediatico, e questo fatto ormai è una consuetudine per noi. Ed è un fattore ricorrente anche il chiaro intento diffamatorio che contraddistingue le parole, le accuse ed i toni che in ogni circostanza sono utilizzati per demonizzare le nostre attività. E, come sempre, le accuse che ci muovono sono false, perché partono da fatti mai accaduti.

san precario

Il 30 ottobre all'Esselunga di via Ripamonti, a Milano, non c'erano 200 ladri e teppisti, come cercano di far credere i media e la Digos. Quel giorno, all' Esselunga non è stato rubato nulla, perché IL NOSTRO OBIETTIVO NON ERA LA MERCE, ma la comunicazione con i lavoratori dell'Esselunga e con i clienti.

Non arraffavamo prodotti, ma distribuivano questionari e volantini per denunciare condizioni di vita e di lavoro sempre più precarizzate.

Annunciavamo che, anche a Monza, (come in molte città della penisola), all' interno del Boccaccio, è nato un Punto San Precario, che vuole essere un punto di riferimento per chi in città ed in Brianza lotta contro la precarietà della vita, reclama reddito, servizi e saperi e all'interno del quale i lavoratori potranno avvalersi di una consulenza legale che li aiuti a far fronte al labirinto dei contratti atipici.

La nostra città non è esente dal problema della precarietà, che non si limita all'ambito lavorativo, ma che coinvolge tutta la nostra esistenza: si continuano ad aprire megastore che, attuando forme di sfruttamento e vampirismo sociale, generano precarietà e nuova povertà. Gli affitti delle case sono improponibili; quotidianamente migliaia di immigrati vengono sfruttati, costretti a lavorare in nero senza alcun diritto, come nel caso vergognoso dei rumeni pagati 1 euro all'ora nella sfavillante vetrina del gran premio, che per primi abbiamo denunciato.

Ciononostante c'è chi insiste a criminalizzare ogni cosa che facciamo, non capendo il valore della nostra esperienza per la città di Monza. Non ci sorprendiamo ed andiamo avanti nei nostri progetti, lasciando parlare i soliti politici, e guardando con diffidenza gli articoli che compaiono sui quotidiani locali: sia gli uni che gli altri non vogliono conoscere la realtà dei fatti, ma desiderano solamente cavalcare uno scoop sensazionale (vero o falso che sia), per affondare i loro attacchi politici.

E' già successo tante altre volte, e con il tempo sono stati puntualmente smentiti.

Quando abbiamo organizzato iniziative di strada per sensibilizzare la cittadinanza sulla mancanza di spazi sociali per i giovani, ci hanno accusato di essere teppisti in cerca di quattro mura dove poterci drogare. Oggi lo spazio di via Boccaccio è il punto di riferimento per migliaia di giovani che suonano, dipingono, fanno teatro, si ritrovano a discutere, guardano film, e per decine di associazioni di questa città con cui quotidianamente ci confrontiamo.

Quando abbiamo lavorato sulla tematica dell'antifascismo, ci hanno accusato di essere terroristi rossi. Oggi il nostro operato su questa tematica è stato riconosciuto come valido dall'ANPI, che ha collaborato con noi alla stesura di "Monza Partigiana", ultima produzione nata nell'ambito del percorso intrapreso per la salvaguardia della nostra memoria storica.

Ora, per la stampa e per alcuni politici, siamo diventati dei ladri: siamo di fronte ad un nuovo attacco di natura politica all'esperienza di via Boccaccio.

Tuttavia il problema della precarietà della vita è attuale e ci tocca da vicino, come lavoratori, studenti, disoccupati. E criminalizzare le nostre azioni non servirà certo a risolvere la situazione. La discussione va reimpostata, e per le istituzioni è urgente la necessità di affrontare queste tematiche, che con fatica stiamo cercando di porre al centro di un dibattito cittadino, e anche nazionale.

Tutto il resto, al di là dei fatti, sono solo parole al vento.

FOA Boccaccio 003
Monza, 16 novembre 2004
mail to: boccaccio@autistici.org