Wagner Colora di Burago Molgora / Gessate: 48 licenziamenti e trasferimento delle attività produttive

Lettera aperta alle istituzioni e alle forze politiche e sociali del territorio

Non si può avere l’ennesima azienda che commercializza e produce profitti in Italia senza mantenere un sito produttivo

Spett.le P.D. Provincia Monza e Brianza
Spett.le P.D Provincia Milano

Spett.le Partito della Rifondazione Comunista Monza e Brianza
Spett.le Partito della Rifondazione Comunista Milano

Spett.le S.E.L. Provincia di Milano

Spett.le Lega Nord – Lega Lombarda Provincia Monza e Brianza
Spett.le Lega Nord – Lega Lombarda Provincia Milano

Spett.le Pd.L. Provincia di Milano

La R.S.U. ed i lavoratori Wagner Colora che come tanti in questo autunno perderanno il proprio posto di lavoro, hanno deciso di scrivervi una lettera che possa porre alla vostra attenzione il grave problema che affligge ed impoverisce il nostro stato sociale nonché il paese.

Facciamo parte di un azienda multinazionale tedesca “Wagner Colora” leader nella costruzione e vendita di pompe per il settore della verniciatura.

L’azienda è situata nella ricca e produttiva Brianza, per la precisione nel Vimercatese, con la parte amministrativa e commerciale in cui vi sono circa 60 dipendenti e la parte produttiva sita a Gessate in cui lavorano circa 32 persone e vanta un fatturato di 19 mln di euro con un personale impiegato fino al 2008 di circa 110 persone.

Nel 2009, come per tante aziende Italiane, la crisi economica globale ha fatto da protagonista ed ha inflitto alla nostra azienda un sensibile calo del fatturato nell’ordine del 37% rispetto all’anno precedente.

La reazione non si è fatta attendere, quasi immediatamente, è stata avviata da parte della società, una procedura di mobilità riguardante 29 lavoratori in esubero risoltasi poi con un accordo sindacale che prevedeva cassa integrazione straordinaria e mobilità volontaria ridotta a 15 dipendenti.

Nei primi cinque mesi del 2010 a fronte di una inversione di tendenza del mercato e con una uscita volontaria di 13 dipendenti, rispetto ai 15 previsti dell’accordo sindacale, la perdita si riduceva rispetto al 2009.La situazione e le dichiarazioni della società inducevano a pensare che lo stato di crisi potesse essere superato.

A metà luglio 2010 doccia fredda; la dirigenza a dispetto anche delle organizzazioni sindacali, ha avviato una nuova riduzione del personale pari a 48 unità e il trasferimento della parte produttiva verso paesi a più “basso costo” come la Svizzera.
Quanto sopra ha dato avvio alla procedura che andrà a scadere ad inizio ottobre, termine entro cui si dovrà definire un ipotetico accordo sindacale in mancanza del quale la Direzione Wagner Colora, ad oggi intenzionata a non trovare accordi, procederà unilateralmente con i licenziamenti.

Pensiamo che dietro questa decisione si nasconda la volontà, non motivata da scelte economico commerciali, per uccidere il lavoro in Italia.
I numeri del fatturato nel primo semestre, il flusso del lavoro e la vivacità del mercato specie al rientro del periodo vacanziero non ci lasciano dubbi; il lavoro non manca.

A riprova di quanto sta succedendo, qualcuno, visto la decisa ripresa delle vendite, ha posto la lecita domanda su come la dirigenza intende evadere gli impegni presi con i clienti, se dall’inizio di ottobre il personale sia produttivo che commerciale verrà dimezzato.
Alla domanda, non è seguita nessuna risposta.

Così impotenti, ma non succubi, a certe irresponsabili decisioni riteniamo, che le forze politiche debbano essere sensibili alla lotta dei lavoratori e contro la progressiva desertificazione del lavoro che affligge in primis la nostra provincia e l’Italia trovando soluzioni concrete che aiutino il lavoro a dare lavoro e a non al contrario generare delocalizzazioni che aggiungono crisi ad altra crisi.

Quindi. come lavoratori e cittadini Italiani, indignati dallo scempio in atto che calpesta e toglie un diritto costituzionale il LAVORO,chiediamo, a gran voce, alle forze politiche un atto concreto attraverso gli enti preposti ( regione provincia ecc.) che possa aiutarci a risolvere positivamente la vertenza, anche perché non si può avere l’ennesima azienda che commercializza e produce profitti in Italia senza mantenere un sito produttivo.

Sicuri di un vostro sollecito riscontro

Distinti saluti

R.S.U. Wagner Colora
Burago Molgora, 6 settembre 2010