Sei ustionati, di cui due gravi, nell'azienda per il trattamento dei rifiuti

A Paderno (Milano), esplode l'impianto: dieci operai feriti

«Ho visto i corpi dei miei colleghi che venivano portati via dall'ambulanza, erano completamente ustionati, è stato un disastro», hanno raccontato i colleghi.

Esplosione all'Eureco di Paderno Dugnano

Esplosione all'Eureco di Paderno Dugnano.

Photo by Vigili del Fuoco

Dieci feriti di cui quattro ustionati in codice rosso e due trasferiti al Centro grandi ustionati di Torino. E' questo il bilancio, del tutto provvisorio, della esplosione ieri alla Eureco holding di Paderno Dugnano, nel milanese, azienda specializzata nel trattamento dei rifiuti industriali e speciali.

I lavoratori rimasti coinvolti nell'incidente sono dipendenti di una cooperativa esterna che stava operando nell'area. Tra loro ci sono anche alcuni operai immigrati.

I vigili del fuoco, intervenuti poco dopo le tre del pomeriggio con ben tredici pattuglie, hanno circoscritto le fiamme in un'area di 1.000 metri quadrati su una superficie di 10.000 ed hanno isolato la zona dell'impianto dove vengono lavorati olii e solventi chimici. Nell'impianto, che si trova vicino a tre centri commerciali, si è anche sviluppato un grosso incendio con dense colonne di fumo.
«Ho visto i corpi dei miei colleghi che venivano portati via dall'ambulanza, erano completamente ustionati, è stato un disastro», hanno raccontato i colleghi.

«Ho sentito da casa mia un'esplosione fortissima che ha fatto tremare i muri, seguita da diverse altre esplosioni meno intense», ha raccontato Angela Bonsanti, una donna che abita nei pressi della fabbrica Eureco di Paderno Dugnano (Milano). «Sono scesa in cantina armata di bastone perchè pensavo che qualcuno fosse entrato nella mia casa - ha continuato - e quando ho visto fumo nero e le sirene delle ambulanze mi sono precipitata fuori». I residenti raccontano che a luglio si era già verificata un'esplosione nello stabilimento che però non aveva provocato vittime. Daniele Aliberti, presidente del consiglio di quartiere, che abita a pochi metri dall'Eureco. «Ho sentito un'esplosione fortissima - ha raccontato - e subito mi sono precipitato qui. Nei prossimi giorni ci mobiliteremo per capire quello che è successo e per chiedere alle autorità di prendere seri provvedimenti per tutelare la sicurezza degli operai e dei cittadini».

Immediate le polemiche sulla ubicazione dell'impianto. «Ci siamo sempre opposti al fatto che questo stabilimento venisse installato a Paderno Dugnano, ma purtroppo la Regione Lombardia è passata sopra alla volontà dei cittadini», ha detto Michele Crapuzzo, ex assessore all'Urbanistica del Comune di Paderno Dugnano. «Abbiamo sempre sostenuto che questo impianto per il trattamento dei rifiuti - ha continuato l'ex assessore - non avrebbe dovuto sorgere in questa posizione, a pochi metri dalla superstrada Milano-Meda e dal canale Villoresi».

Sul fronte della “guerra del lavoro” ieri si sono registrati ben cinque feriti, di cui due gravi, e un morto. L'uomo, di 58 anni residente a Foggia, è stato schiacciato da una gru che si è ribaltata nel cantiere dove stava lavorando.

L'unica buona notizia della giornata arriva dalla Corte di Cassazione, che ha messo fine allo scaricabarile delle responsabilità per la mancata predisposizione delle misure di sicurezza nelle fabbriche e nei posti di lavoro. I giudici affermano che, in caso di violazione della normativa sulla sicurezza, ne risponde l'intero Consiglio di amministrazione, nessuno escluso. Il principio è stato pronunciato con riferimento alla responsabilità dei vertici Montefibre dello stabilimento piemontese di Verbania, dove undici operai sono morti per aver inalato amianto e vale anche nel caso in cui le deleghe sulla salute e l'igiene, negli stabilimenti o negli uffici, siano state affidate a un singolo componente.

Fabio Sebastiani
Paderno Dugnano, 5 novembre 2010
da “Liberazione