Costruiamo l’opposizione al governo Monti e l’unità della sinistra!

Con questo governo crescono solo le ingiustizie. Basta! Cambiare si può.

L’11 febbraio, con la FIOM, tutte e tutti a Roma!

Con la FIOM - fronte

L’11 febbraio la Fiom-Cgil ha indetto una manifestazione nazionale a Roma. Non è soltanto la manifestazione delle lavoratrici e dei lavoratori delle FIOM. E’ una manifestazione per il lavoro, la democrazia, il futuro di tutte e tutti.

CONTRO MARCHIONNE

Sta accadendo qualcosa di gravissimo, mai avvenuto nella storia del paese dopo la fine del fascismo. La Fiat ha fatto da apripista ad un modello che si vuole estendere a tutte le imprese metalmeccaniche e a tutto il mondo del lavoro. In FIAT, le lavoratrici e i lavoratori non potranno più eleggere i loro rappresentanti, che saranno invece nominati. In Fiat, la FIOM che è la più grande organizzazione sindacale, non avrà più diritto di rappresentare le lavoratrici e i lavoratori, indire assemblee, avere a disposizione locali e permessi per l’attività sindacale, ricevere i contributi dei propri iscritti. Questo avviene perché la FIOM ha rifiutato di firmare il diktat di Marchionne: un diktat che distrugge il contratto nazionale, viola il diritto di sciopero e le garanzie dei lavoratori in caso di malattia, peggiora in maniera micidiale le condizioni di lavoro. Tutto questo accade mentre la Fiat continua a spostare il centro della propria attività negli Stati Uniti e non da’ nessuna garanzia sull’occupazione.

Con la FIOM - retro

CONTRO IL GOVERNO MONTI

Le lavoratrici e i lavoratori, i giovani, i pensionati stanno pagando per intero una crisi causata da trent’anni di politiche liberiste e dalla speculazione finanziaria. Il governo Monti sta facendo le stesse politiche del governo Berlusconi. Ha realizzato la più iniqua controriforma delle pensioni della storia del paese, aumentato le accise sui carburanti, rimesso l’ICI anche per la prima casa non di lusso, tagliato con l’addizionale Irpef le buste paga, obbligato a nuove privatizzazioni dei servizi pubblici locali, regalato nuovi sgravi fiscali alle banche. Ha eliminato il contratto collettivo nelle ferrovie e aperto la trattativa tutt’ora in corso sul mercato del lavoro con un nuovo attacco all’articolo 18 e proponendo la drastica riduzione degli ammortizzatori sociali. Mentre non si mette in discussione l’articolo 8 varato da Berlusconi che consente di fare contratti aziendali in deroga al contratto nazionale e alle leggi a tutela del lavoro.

Tutto viene giustificato con la necessità di battere la speculazione. La verità è che si stanno facendo le stesse politiche che hanno prodotto la crisi, che il paese è in recessione e il 2012 rischia di vedere una nuova ondata di licenziamenti.

Indignarsi è giusto, lottare è necessario PER IL LAVORO, I DIRITTI E LA DEMOCRAZIA. PER USCIRE DALLA CRISI.

  1. Vanno ridati diritti al lavoro. Va fatta una legge sulla democrazia sindacale. Va abrogato l’articolo 8 e contrastata la precarietà. Va esteso l’articolo 18. Vanno estesi gli ammortizzatori sociali e istituito un reddito sociale per i disoccupati.
  2. Va fatto un piano per il lavoro e l’ambiente, per la conoscenza e il welfare. Si possono creare almeno mezzo milione di posti di lavoro con politiche industriali nel risparmio energetico e nelle fonti rinnovabili, nella mobilità sostenibile, nel riassetto del territorio, con l’obiettivo della piena e buona occupazione. Si può e si deve investire nuovamente nella scuola e nell’Università pubblica, nei servizi essenziali e nel sistema di welfare.
  3. Va riaperta la partita sulle pensioni: eliminando le norme inique, ponendo un tetto a 5000 euro per le pensioni d’oro e per ogni cumulo di pensione, garantendo la pensione futura ai lavoratori precari.
  4. Le risorse ci sono: introducendo una patrimoniale sulle grandi ricchezze oltre gli 800.000 euro, facendo pagare l’ICI al Vaticano sulle attività commerciali, portando al 15% la sovratassa sui capitali scudati, aumentando l’aliquota per i redditi sopra i 75.000 euro, contrastando l’evasione fiscale e contributiva. Tagliando le spese militari: dagli F35, alle missioni di guerra, agli organici dell’ esercito. Bloccando le grandi opere inutili e dannose come la Tav in Val Susa, tagliando i privilegi della politica. Invece vanno diminuite le tasse su lavoro e pensioni.
  5. La speculazione si contrasta colpendo gli speculatori e non le lavoratrici e i lavoratori. La BCE deve acquistare direttamente i titoli di stato dei paesi europei. Ci vuole un polo pubblico del credito. Vanno tassate le transazioni finanziarie. Va rimesso in discussione il Fiscal Compact e le politiche europee che non contrastano la speculazione, distruggono i diritti e aggravano la crisi.
Roberta Fantozzi (resp. Lavoro e Welfare del PRC - Nazionale)
Roma, 1 febbraio 2012
www.rifondazione.it