CISL e UIL firmano l'accordo col governo che modifica l'articolo 18
dello Statuto dei Lavoratori

Un accordo illegittimo

Quello firmato oggi è un accordo illegittimo. La democrazia non è un affare privato di qualche sindacato e neppure del governo. Tanto meno è un optional. Tutte le forze politiche e sociali hanno quindi il diritto di intervenire su un fatto così grave.
Un accordo sociale, infatti, è applicabile a tutti i lavoratori solo se c'è un mandato verificato da parte dei lavoratori stessi o, quanto meno, l'assenso del sindacato maggiormente rappresentativo. In questo caso non c'è né l'uno né l'altro. Per questo ne denunciamo l'illegittimità.
Questo accordo illegittimo ha un contenuto incostituzionale. Infatti introduce una diversità di tutela per lavoratori che si trovano nella stessa condizione; configura un sistema di relazioni sociali neocorporativo fondato su una convenzione ad escludere nei confronti del più grande sindacato del paese; accetta un punto essenziale della politica neoliberista che pretende di ridurre il lavoro a variabile dipendente per perseguire una competitività altrimenti minacciata dalla incapacità del governo delle imprese di perseguire lo sviluppo.
La manomissione dell'articolo 18 colpisce al cuore i diritti dei lavoratori, la possibilità di vendere rami delle aziende senza il requisito della loro autonomia funzionale esalta la libertà dell'impresa sottraendola ad ogni controllo sociale.
Ma questo grave esito sociale e politico può essere ancora scongiurato. Le opposizioni debbono dar luogo ad una battaglia parlamentare radicale e condotta fino all'ostruzionismo. Inoltre nel paese grazie alle forze più attive già maturano due straordinarie esperienze di lotta che possono ribaltare questo esito: lo sciopero generale voluto dalla Cgil e la raccolta delle firme per l'estensione dell'articolo 18 a tutti i lavoratori. Un impegno quest'ultimo che dopo l'accordo si deve rafforzare per rendere reale ed attiva la prospettiva di un voto referendario.

Fausto Bertinotti
Roma, 5 luglio 2002
da "Liberazione"